leonard“We’re trying to loosen up a bit and give him more of a green light. He’s getting more license. When you’re a young kid, you’re going to defer to Timmy, Manu and Tony. Now it’s like, ‘To heck with those guys. The Big Three, they’re older than dirt. To hell with them. You’re the Big One.”  (Gregg Popovich)

È arrivato in punta di piedi in questa Lega, da San Diego State con la numero 15, come la maglia indossata proprio nel college californiano. È sbarcato alla corte di coach Pop, uno dei migliori posti al mondo per diventare un giocatore di sistema e, gradualmente, un campione. Fisico importante, atletico e scolpito dal lavoro in palestra, con mani giganti in grado di arpionare il pallone e farlo suo strappandolo dalle mani altrui. Onestamente, durante l’annata 2012/2013 si era capito che l’ascesa di Leonard era cominciata a tutti gli effetti, con l’amara sconfitta in finale contro i Miami Heat. La stagione successiva è tutt’altra storia e gli Spurs sono un rullo compressore, arrivando dritti in finale, sempre contro la squadra di Spoelstra; fino a quel momento, il numero 2 di San Antonio ha disputato delle buonissime serie, ma in finale si trasforma e diventa al tempo stesso un’arma offensiva di estrema completezza e il peggior incubo di LeBron James. Arriva il titolo e il titolo di MVP delle Finals, ma soprattutto si vede lo stesso affetto di Popovich che solitamente riserva solo a Tim Duncan, un onore più unico che raro, frutto del lavoro giornaliero e di un rispetto reciproco assoluto.

Guadagna 2.9 milioni in questa stagione ed è in scadenza a giugno, potrebbe succedere di tutto. In questo momento, il suo stato di forma è ottimo, nonostante abbia saltato 17 partite dall’inizio della stagione. Gli Spurs, nel momento in cui scriviamo, vengono da 8 vittorie di fila e da un record di 9-1 nelle ultime 10 apparizioni. Leonard viaggia a 16.5 punti a partita, conditi da 7.2 rimbalzi e 2.6 assist, ma soprattutto 2.3 recuperi a partita (capoclassifica NBA) e si tratta del massimo in carriera per ciò che riguarda tutte queste voci. Nelle ultime partite l’impatto del nativo di Los Angeles è in crescita, e questo coincide con la serie di vittorie inanellate dai suoi Spurs, per un miglior piazzamento in vista dei playoff.

Probabilmente San Antonio non riuscirà a raggiungere gli stessi risultati dello scorso anno, ma di certo Kawhi Leonard sarà in grado di fare la differenza su entrambe le metà campo, per far notare a tutti che il titolo di MVP non è stato un caso. È ipotizzabile un rinnovamento graduale dei texani, soprattutto per una questione anagrafica, e con un rinnovo contrattuale si aggiungerebbe un tassello importante all’ascesa dell’ala californiana. Quando il gioco si fa duro, Mr.MVP comincia a giocare.