pau_bulls“What most people don’t understand is how competitive he is. He wants to be a great player.” (Jerry West)

 

Ormai sono passati diversi anni da quando Mr.Logo realizzò che il prodotto della Catalunya sarebbe diventato uno dei migliori interpreti di questo gioco, vedendoci lungo per una serie di motivi ben definiti. Il percorso in NBA di Pau ebbe inizio nel 2001, dopo essere stato un membro dei blaugrana da quando aveva 16 anni, affermandosi sul palcoscenico europeo mostrando grande talento ma, al tempo stesso, senza fare eccessivamente rumore. Col passare degli anni, prima a Memphis e poi ai Lakers, fu sempre più chiaro a tutti come la completezza cestistica di questo ragazzo, dovuta ad ottimi fondamentali da giocatore europeo abbinata ad un’eccellente lettura del gioco, lo stesse rendendo una stella in tutto e per tutto. L’amore smisurato che nutrono verso di lui in patria lo rendono motivo di orgoglio di una Spagna che sta fornendo al basket mondiale, e soprattutto a quello della Lega, una serie di talenti in grado di fare la differenza in ogni tipo di competizione, ma avendo ben chiaro in mente, e lo si è visto ancor di più al Mondiale, come Pau sia di un altro livello rispetto ai suoi connazionali.

Quest’estate ha firmato un triennale con i Bulls da più di 22 milioni di dollari, di cui 14.5 garantiti, dando vita ad uno dei quintetti più forti della Lega, in grado di contrastare le forze dell’ovest e, forse, ambire all’obiettivo numero uno. Con il recupero di Rose, l’esplosione di Butler, l’energia di Noah, la panchina lunga e di qualità, è facile pensare che l’addizione della classe e dell’esperienza di Gasol possano essere decisivi per far tornare i Bulls grandi come non lo erano da diversi anni. Le sue statistiche sono eccellenti, tra le migliori della sua carriera: 19 punti, 11.4 rimbalzi, 2.6 assist e 2.2 stoppate a partita, con il 48.6% dal campo e l’82.5% ai liberi, in quasi 35 minuti di impiego.


Il 10 gennaio, contro i Bucks, ha realizzato il suo career high, con una prestazione da 46 punti, a cui ha aggiunto 18 rimbalzi, tirando con un 17/30 dal campo e 12/13 ai liberi, lasciando poco spazio alle interpretazioni, se non per elogiare la prova super di un giocatore unico nel suo genere.

Per capire quanta influenza possa avere sul gioco, occorre focalizzare l’attenzione su quel che dicono allenatori e giocatori: la più grande qualità del nativo di Barcelona sta nel saper essere giocatore di squadra, facendo passare in secondo piano il suo gioco e valorizzando quello del collettivo. Questo non significa che Pau non si prenda le sue responsabilità, anche perché risulta fin troppo evidente, sia che vesta la canotta dei Bulls sia che vesta quella giallorossa della Spagna, che quando la palla scotta, l’indiziato principale per gestirla è proprio lui. Proprio Pau Gasol Sáez, El dragón.