Un altro mese è passato e svoltando l’angolo per ritrovarci nel 2015 gli argomenti di cui parlare si fanno sempre più interessanti. Proprio per questo motivo è ancora più difficile scegliere i 10 “topic” del mese, con degli assenti giustificati e con delle presenze che sembrano ormai fisse, come Kobe Bryant e i Lakers, nonostante la loro difficile stagione.

10. La notte di Natale

Come ogni anno la lega si “mostra” al mondo con le sue stelle più luminose durante la giornata del 25 Dicembre. Il 2014 non ha fatto eccezione e anche questa volta abbiamo vissuto partite che sulla carta avrebbero dovuto come sempre illuminarci la nostra sera di Natale. Mai come questa volta, però, è mancato l’equilibrio e possiamo tranquillamente dire di essere rimasti un po’ con il boccone amaro. E’ evidente che se il programma inizia con una gara, scontata nel risultato finale, come Wizards contro Knicks, qualcuno che storca il naso ci sia, ma anche il prosieguo non è stato dei migliori, nonostante la sfida di San Antonio fra Spurs e Thunder (con quest’ultimi capaci di spazzare via i campioni in carica nel quarto finale) e il ritorno di LeBron a Miami (con gli Heat capaci di spazzare via i Cavs in un’altra partita a senso quasi unico). Come se non bastasse i Lakers, di scena a Chicago, avevano annunciato poche ore prima che Kobe Bryant non sarebbe stato della partita, rivelatasi anch’essa decisamente un “one team show”. Per concludere la serata non ci poteva essere miglior occasione di Warriors vs Clippers, vinta dai losangelini con un secondo tempo superlativo. La prossima volta proveremo a chiedere a Babbo Natale qualche buzzer beater e meno squadre dalla parte bassa delle classifiche, per quanto abbiano un clamoroso seguito come Lakers e Knicks.

9. La crescita clamorosa di Atlanta

(Photo by CBS Atlanta)

(Photo by CBS Atlanta)

Ad Atlanta si dice che ci sia una nuova proprietà pronta a rilevare le quote della franchiga. Noi speriamo che il front office che ha creato un team finalmente vincente e capace di giocare un basket bellissimo da vedere non subisca ripercussioni da un eventuale cambio di proprietà. Gli Atlanta Hawks sono infatti una delle squadre protagoniste dei primi due mesi di regular season, con un mese di Dicembre da 14 vittorie e 2 sconfitte, che sono valse a coach Mike Budenholzer il primo posto ad Est. Un traguardo temporaneo insperato e certamente non previsto dai più, ma meritato e che dà il sentore di quanto sia aperta quest’anno la corsa al titolo di campione della Eastern Conference.

8. La crisi nera dei New York Knicks

Ne avevamo accennato il mese scorso parlando di Derek Fisher, ma il mese di Dicembre è stato uno dei più disastrosi della storia della franchigia di Manhattan: 16 sconfitte e 1 sola vittoria con il conto che ad oggi si ferma a 11 “batoste” consecutive e una stampa sul piede di guerra come da sempre ci ha abituati quella newyorkese. Nemmeno Phil Jackson pare possedere la bacchetta magica per dare un barlume di speranza ai tifosi Knicks, e questo è uno degli aspetti di cui più si parlerà durante il prosieguo della stagione e soprattutto da Aprile in poi.

7. I Kings cambiano coach

Quasi come un fulmine a ciel sereno è arrivata la notizia dell’esonero di coach Mike Malone dopo 24 partite di stagione. Una notizia che ha quasi sconvolto gli addetti ai lavori e gli appassionati perché i Kings avevano cominciato la stagione alla grande e solo a causa dei problemi di salute di DeMarcus Cousins erano scivolati ad un record comunque importante di 11-13 (con 7 gare perse senza la loro stella in campo). Il GM Pete D’Alessandro ha spiegato cosi la decisione di licenziare Malone e sostituirlo con Tyrone Corbin (che oggi guida una squadra con un record di 14-20): “Non è un problema di vittorie e sconfitte, ma di chi vogliamo essere e dell’identità che vogliamo abbia la squadra”. Convincente? Diremmo proprio di no.

6. Altro mese, altri infortuni

Anche il mese di Dicembre ha purtroppo registrato alcuni infortuni “eccellenti”. Dopo Julius Randle nella prima stagionale, un altro rookie che stava facendo benissimo (da rookie dell’anno) e di cui avevamo parlato egregiamente il mese scorso ha dovuto salutare anticipatamente la stagione 2014/2015. Si tratta di Jabari Parker, che nella gara vinta contro i Phoenix Suns si è rotto il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e si opererà proprio nella giornata di oggi, 5 gennaio. Anche in “casa nostra”, dopo il rientro di Andrea Bargnani, dobbiamo registrare i problemi al menisco di Danilo Gallinari, che ha saltato le ultime 7 partite e presumibilmente salterà almeno altre due settimane. Un vero peccato per un giocatore rientrato dopo 18 mesi e che da poco aveva ricominciato a giocare come tutti lo ricordavamo (l’infortunio è occorso proprio dopo la sua migliore prestazione, 19 punti contro gli Indiana Pacers).

5. La rincorsa dei Thunder

(Photo www.trinitynewsdaily.com)

(Photo www.trinitynewsdaily.com)

Finalmente anche i Thunder hanno cominciato la loro stagione regolare. Con i rientri di Russell Westbrook e Kevin Durant (che però ha dovuto saltare 5 gare a causa di un altro, l’ennesimo, problema fisico), coach Brooks può tirare un sospiro di sollievo anche se il record è ancora 17-17 e raggiungere l’ottavo posto nella Western Conference non sarà l’impresa più facile, ma nonostante la partenza con handicap tutti i pronostici sono a favore di Oklahoma City, che a Dicembre ha un record positivo di 11 vittorie e 5 sconfitte.

4. Josh Smith saluta Detroit

Un’altra notizia che ha sorpreso molti è stata quella del taglio da parte dei Detroit Pistons di Josh Smith, creditore di un contratto multimilionario e considerato uno dei più sopravvalutati dell’intera lega. Nel 2013 aveva firmato un contratto da 54 milioni di dollari e i Pistons hanno deciso di “spalmare” i 23 milioni rimanenti nell’arco dei prossimi 5 anni con lo strumento della “stretch provision”. Smith, nonostante abbia davvero deluso nelle ultime due stagioni, ha trovato subito una nuova casa ed è stato firmato dagli Houston Rockets. La squadra di coach Van Gundy ha quasi avuto un vantaggio dal taglio di Smith, diventando per ora la squadra con la migliore striscia di vittorie, ben 5, un salto di qualità rispetto ai primi due mesi di stagione.

3. Rajon Rondo cambia casa

Era sicuramente una delle mosse più attese dell’anno in chiave mercato. Mezza NBA si chiedeva che cosa avrebbero fatto i Celtics con la loro stella Rajon Rondo, da due anni ormai voglioso di cambiare aria viste le prospettive non proprie rosee della squadra del Massachussets. Alla fine sono stati i Dallas Mavericks di Mark Cuban a fare la migliore proposta a Danny Ainge, che ha convintamente accettato di liberarsi del contratto di Rondo in cambio di Brandan Wright, Jae Crowder, Jameer Nelson, due future scelte al draft e una succulenta trade exception da 12,9 milioni. Per i Celtics il miglior modo per ricostruire, per Dallas il miglior modo per lanciarsi definitivamente nella corsa al titolo NBA, che, con in cabina di regia uno che era considerato fra le migliori 5 point guard della lega, non è affatto un miraggio.

2. Abbiamo già le due gare più belle dell’anno?

La domanda è un po’ retorica ma a Dicembre abbiamo vissuto due delle più gare di regular season degli ultimi anni, con entrambe che hanno visto capitolare i campioni in carica dei San Antonio Spurs (privi di Parker e Leonard). Le gare in questione sono quelle giocate contro i Memphis Grizzlies e i Portland Trail Blazers, entrambe finite dopo 3 tempi supplementari. Nella prima gli Spurs avevano la vittoria in mano se non fosse stato per il tiro da tre punti (di tabella) segnato da Marc Gasol alla fine dei tempi regolamentari. E’ stato necessario il terzo overtime, dopo che i primi due sono finiti rispettivamente 10-10 e 9-9 (con il secondo chiuso dal tiro fantastico di Tim Duncan). Il risultato finale è stato di 117-116 per gli ospiti, una battaglia che ci ricorderemo per qualche tempo. Tre giorni dopo all’AT & T Center arrivavano i Blazers, per un’altra “epica” sfida. Damian Lillard, dopo aver forzato il primo overtime, segna 16 dei suoi 43 punti nei tempi supplementari e rifila un’altra amarissima sconfitta ai campioni in carica, capaci di perdere con il punteggio di 129-119 nonostante un +4 nel primo e un + 6 nel secondo overtime.

1. Ancora Kobe, ancora nella storia

Capiamo che, anche come accennato alla fine del punto numero 10, i Lakers non sono più élite. Ma quando si parla di loro e c’è un Kobe Bryant di mezzo sembra davvero impossibile non parlarne. Per il mese di Dicembre lo “spotlight” non poteva che essere sul numero 24 che ha finalmente superato Michael Jordan come terzo marcatore di sempre nella storia della NBA. Il 15 dicembre, nella gara contro i Minnesota Timberwolves, con un tiro libero, il “black mamba” fa nuovamente la storia ed adesso potrebbe avere nel mirino Karl Malone e Kareem Abdul-Jabbar. Le celebrazioni in campo e sull’aereo che riportava la squadra a casa sono state eccezionali, cosi come le solite polemiche da quattro spicci innescate dai vari “lovers” e “hater” del giocatore. Polemiche inutili che riflettono la grandezza di una figura fra le più influenti della storia del nostro sport preferito. Oggi non si può far altro che tirar giù il cappello di fronte a Kobe Bean Bryant.