Eric Bledsoe, ancora nessun accordo con i Suns (Joe Camporeale - USA Today Sports)

Eric Bledsoe, ancora nessun accordo con i Suns (Joe Camporeale – USA Today Sports)

ERIC BLEDSOE – Sono ormai settimane che il problematico rapporto tra Eric Bledsoe, restricted free agent, e i Phoenix Suns continua a trascinarsi e lo stallo circa la posizione contrattuale dell’ex Kentucky sembra, per il momento, non trovare una via d’uscita. Bledsoe è reduce da un’ottima stagione in cui ha totalizzato in media 17.7 punti, 5.5 assist e 4.7 rimbalzi, sebbene una lesione al menisco l’abbia costretto ai box per circa due mesi e mezzo. Le parti sono lontane, come ribadito da Chris Broussard di ESPN, dal momento che il giocatore punta ad ottenere il massimo salariale, un quinquennale da 85 milioni con la franchigia dell’Arizona, oppure un quadriennale da 64 milioni con un altro team, e sembra fare orecchie da mercante rispetto al prolungamento offertogli da Phoenix, un quadriennale da 48 milioni. La situazione non è semplice e di fronte a questa mini guerra fredda tra le parti, i Suns cercano di tutelarsi vagliando tutte le opzioni possibili. La priorità sarebbe chiaramente quella di trattenere il giocatore, ma non sono certo da escludere sign-and-trade con cui Phoenix potrebbe capitalizzare l’addio di Bledsoe ricevendo in cambio giocatori e/o future scelte. Lo scorso giovedì i Suns avevano contattato i Timberwolves per un improbabile blitz che avrebbe portato Love in Arizona e spedito Bledsoe alla corte di Flip Saunders. Niente da fare, ovviamente. L’ormai ex #42 di Minnesota aveva da tempo le valigie pronte, direzione Cleveland, Ohio. I Suns cercheranno in tutti i modi di evitare che Bledsoe firmi la qualifying offer da 3.7 milioni (anche se fonti dicono che allo stato delle cose si configura come la soluzione più probabile) che gli consentirebbe di diventare unrestricted free agent la prossima estate e gli garantirebbe una full no-trade clause. Per scongiurare questa eventualità, i Suns dovranno allestire qualche scambio, anche se la cosa è più facile a dirsi che a farsi, poiché molte squadre sono già coperte nel ruolo di point guard. Vedremo se continuerà il muro contro muro oppure se le parti riusciranno a raggiungere un’intesa che possa accontentare tutti, ma è cosa certa che i riflettori della free agency, dopo aver testimoniato i recenti botti estivi, saranno tutti puntati sul ventiquattrenne dell’Alabama.

SILVER E TEAM USA – Continua a far discutere e continuerà a farlo. Il dibattito riguardante il coinvolgimento delle stelle NBA nelle competizioni internazionali si è per forza di cose infiammato dopo il terribile infortunio occorso a Paul George. Durante una conferenza stampa collaterale alla partita disputata da Team USA contro la Repubblica Dominicana al Madison Square Garden, il commissioner Adam Silver ha affermato di comprendere i rischi corsi dai giocatori nel preparare e in seguito disputare competizioni come l’imminente FIBA World Cup, ma ha anche sottolineato come la decisione ultima spetti sempre al giocatore: “È una decisione personale” –  ha detto Silver – “e vorrei sottolineare che non stiamo parlando solo di giocatori americani, dal momento che alla prossima Coppa del Mondo parteciperanno una cinquantina di giocatori NBA”. Nel corso della conferenza stampa, dedicata a una possibile collaborazione con il Dipartimento della Difesa americano, Silver ha raccolto l’assist di Bird per rafforzare la propria posizione, affermando come gli infortuni, nello sport, facciano parte del gioco e possano capitare ovunque e in qualsiasi momento, aggiungendo come le competizioni internazionali rappresentino per i più giovani un’occasione di crescita non solo professionale, ma anche personale. D’altronde si sa, oltreoceano le competizioni FIBA non sono poi così importanti, ma vengono ormai viste come una possibilità per i più giovani di acquisire esperienza, misurarsi su palcoscenici diversi e magari consacrarsi definitivamente (vedasi Durant quattro anni fa). Nessuno si scandalizza nel non vedere i vari LeBron James o Carmelo Anthony guidare la compagine a stelle e strisce per difendere l’oro conquistato nel precedente torneo. Il patriottismo viene a galla solo negli anni olimpici, è un dato di fatto, e declinare l’invito della nazionale o decidere di andarsene per problemi personali, reali o presunti,  è tutt’altro che difficile. Silver ha ribadito come la questione continuerà ad essere oggetto di dibattito nel Board of Governors: “Valutiamo costantemente quello che facciamo, come è normale che sia”. Quale fronda avrà la meglio? Chi vede questi eventi come un’opportunità? Oppure i detrattori? Forse un oro potrà placare gli animi e rinvigorire quel vecchio e sano orgoglio patrio.

Andrew Wiggins, prima scelta assoluta all'ultimo Draft, con la maglia dei Cavs. Ma giocherà a Minnesota (Photo Tony Dejak)

Andrew Wiggins, prima scelta assoluta all’ultimo Draft, con la maglia dei Cavs. Ma giocherà a Minnesota (Photo Tony Dejak)

OTTIMISMO RIPAGATO – Letteralmente. Chi sperava che la prima scelta assoluta dell’ultimo Draft, Andrew Wiggins, potesse maturare ed esplodere sotto l’ala del Prescelto e, preso dall’entusiasmo, si era affrettato ad acquistare la canotta dell’ex Kansas presso lo store ufficiale dei Cavaliers, potrà avere indietro i propri soldi. Wiggins, infatti, non giocherà a Cleveland il prossimo anno, bensì a Minnesota, come parte del tanto atteso scambio che vedrà Kevin Love sbarcare nella tanto agognata contender e battagliare al fianco di LeBron James. I Cavaliers si sono quindi premurati di contattare coloro che avevano già perfezionato l’infausto acquisto, offrendo loro tre opzioni: un improbabile “Keep it”, adducendo il momento storico della franchigia che tale maglia tenderebbe a rappresentare, un ben più realistico “Return it”, in cambio dei dollari già donati alla causa, e un interessante “Exchange it”, per effettuare un nuovo acquisto del valore della maglia di Wiggins. Magari per comprare un’altra maglia. Magari quella di Love.

IN BREVE – “Qual è il giocatore più forte di tutti i tempi?”. La più classica delle domande. La scelta ricade spesso e volentieri su MJ, chiaramente, con qualche più che accettabile variazione sul tema (LeBron, Kobe…). Non per Shaquille O’Neal, che in un’intervista rilasciata a The Antenna Magazine, ha voluto incoronare Julius Erving, sostenendo come la risposta alla fatidica domanda sia sempre e comunque un parere strettamente personale e come la sua sia una scelta emotiva, ricordando gli anni dell’adolescenza passati ad ammirare le gesta di Dr.J.

Francisco Garcia, in procinto di disputare il Mondiale di Spagna con la Repubblica Dominicana, vestirà la maglia dei Rockets anche la prossima stagione. Le parti si sono accordate per un contratto annuale al minimo salariale per i veterani, pari a 1,3 milioni. Houston trattiene così un affidabile tiratore in grado di garantire profondità alle spalle di Harden e del nuovo arrivato Ariza.

E un nuovo contratto potrebbe arrivare anche per Doc Rivers, deciso a portare avanti con convinzione il progetto Clippers, dopo l’allontanamento definitivo di Donald Sterling. Ballmer è pronto a sedersi al tavolo e gettare le basi per il prolungamento, nonostante Rivers abbia ancora due anni di contratto con la franchigia californiana, pari a circa 14 milioni, che lo rendono uno degli allenatori più pagati dello sport professionistico.

I Dallas Mavericks e il centro Bernard James hanno deciso di proseguire il proprio rapporto anche nella prossima stagione, con un contratto annuale garantito al minimo salariale per i veterani. James, un passato nelle forze armate, è stato scelto alla numero 33 dai Cleveland Cavaliers nel Draft di due anni fa, per essere poi girato ai Mavericks, con cui ha disputato le ultime due stagioni.

Ora è ufficiale: Shelvin Mack continuerà a giocare con gli Atlanta Hawks: per lui triennale (con team option per il terzo anno) a 7.3 milioni. Soddisfatto il GM Danny Ferry: “Shelvin ha dimostrato grinta ed altruismo, valori che la nostra organizzazione ha particolarmente a cuore”.

È arrivata anche la firma del rookie Dwight Powell, scelto al secondo giro dagli Charlotte Hornets, con i Cleveland Cavaliers. Powell ha totalizzato 10.8 punti e 6.3 rimbalzi nei quattro anni trascorsi a Stanford e 5.0 punti e 3.7 rimbalzi nelle tra gare disputate in maglia Cavaliers alla scorsa Summer League.

Tim Leiweke, CEO della Maple Leaf Sports and Entertainement, cui fanno capo i Toronto Raptors, lascerà il proprio incarico al termine della prossima stagione o non appena verrà nominato il suo successore. Grazie a lui la città dell’Ontario è riuscita ad aggiudicarsi l’All-Star game 2016.


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