Morey e Harden, divenuti ormai due pilastri della franchigia texana (photo Pat Sullivan)

Morey e Harden, divenuti ormai due pilastri della franchigia texana (photo Pat Sullivan)

OTTIMISMO IN CASA ROCKETS – Il GM di Houston, Daryl Morey, ha annunciato senza troppi giri di parole che la franchigia del Texas potrebbe sconfiggere qualsiasi squadra in una serie al meglio delle 7 gare. Difficile dargli torto in questo momento, data la grande condizione mostrata nell’ultimo periodo dai Rockets e, soprattutto, da James Harden. Cercando di separare brevemente il concetto di Harden come candidato MVP e Harden come leader di una squadra che potrebbe realmente arrivare fino in fondo, si può benissimo essere d’accordo con l’opinione dello stimato general manager, arrivato ormai all’ottava stagione con la squadra. Più probabile che il titolo di MVP lo vinca Curry, quindi la motivazione di fare bene nella post-season per il Barba dovrebbe essere ancora maggiore, con il risultato di spaventare per davvero le candidate al titolo nella Western Conference. In questo momento, secondo posto ad ovest e Grizzlies scavalcati; guardando il tabellone provvisorio per i playoff, le ipotesi di scontri tra città del Texas sono elevatissime, con San Antonio e Dallas nella posizione 6 e 7 e, stando al ragionamento di Morey, due pessime clienti in una serie al meglio delle sette.

SITUAZIONE INFORTUNI – Nella vittoria per 87-86 contro i Sixers, i Cleveland Cavaliers hanno perso per infortunio sia Kevin Love che Iman Shumpert, ma coach Blatt sembra fiducioso e ha tentato di minimizzare sulla gravità della loro condizione. Problemi alla schiena per Love, nella parte bassa per essere precisi, e alla caviglia sinistra per Shumpert, ma il fatto di non averli fatti rientrare in campo è stato ricondotto ad una logica di precauzione in vista dei prossimi impegni.

Houston dovrebbe comunicare ufficialmente che Patrick Beverley resterà fuori per il resto della stagione, non potendo evitare l’intervento chirurgico al polso a causa della lacerazione di un legamento; dunque, bivio per i Rockets, dovendo decidere se rischiare e poter peggiorare le condizioni del giocatore oppure sottoporlo subito all’operazione. È tornato nella notte Brandon Knight, dopo 8 partite di assenza dal campo. 22 minuti di impiego, ma 1/10 al tiro (0/6 da tre) e 3 punti mandati a referto nella sconfitta contro i Thunder. Coach Rivers ha annunciato che prenderà seriamente in considerazione l’eventualità di rimettere sotto contratto Nate Robinson, una volta che le condizioni del suo ginocchio si saranno ristabilite. “Mi piace la sua energia e quello che ha portato alla nostra squadra”, queste le parole per descrivere l’opinione dell’allenatore dei Clippers su KryptoNate.

IL PUNTO DI KANTER – Gara di provocazioni quella tra Kanter e la sua ex squadra, gli Utah Jazz. Nella sconfitta per 94-89, il lungo ex Fenerbahce ha avuto 18 punti e 11 rimbalzi a referto, ma anche una serie di dichiarazioni poco gradite in casa Jazz, alle quali non sono mancate risposte utilizzando un tono simile. “La differenza più importante e che qui mi piace giocare a basket. Prima di passare ai Thunder non ho mai apprezzato giocare a basket nella NBA ed è la prima volta che mi apprezzo giocare per la mia squadra, per i miei compagni, per gli allenatori e per i fans. Per tutti insomma”. Presa di posizione non di poco conto, alla quale Trevor Booker ha prontamente risposto in maniera chiara e concisa: “Ha fatto quello che fa sempre. Ha accumulato statistiche e una L (una sconfitta). Come sempre”.

Critica che mira a mettere in discussione la poca attitudine difensiva del giocatore scelto alla numero 3 nel Draft 2011 proprio dai Jazz, scambiato un mese e mezzo fa nella maxi-trade che ha coinvolto Utah, Oklahoma City e Detroit. Nonostante prestazioni positive da quando veste la maglio dei Thunder e diverse doppie-doppie, l’impressione è che Kanter sia uscito da questa vicenda con le orecchie basse e un livello di sicurezza decisamente ridimensionato.