Danny Ferry (AJC photo by Johnny Crawford)

Danny Ferry (AJC photo by Johnny Crawford)

Dopo una breve pausa nel periodo dei Mondiali in Spagna, vinti dagli USA, riprendiamo con gli aggiornamenti dal pianeta NBA, garantiti dal nostro appuntamento con NBA News. E dunque ripartiamo con quanto accaduto negli States negli ultimi giorni:

CAOS AD ATLANTA – L’organizzazione degli Hawks è tormentata da un nuovo episodio di razzismo che ha colpito la NBA. Il g.m. Danny Ferry è infatti finito nell’occhio del ciclone per commenti razzisti nei confronti di Luol Deng, l’ala anglo-sudanese ora ai Miami Heat, durante una conference call – che è stata fatta emergere dall’owner di minoranza, Michael Gearon Jr. – organizzata con i proprietari della franchigia per parlare del mercato. “E’ un ragazzo giovane ed una brava persona. Ma non è perfetto. C’è ancora un po’ di africano in lui. E non lo dico in modo negativo, ma è come una persona che ha un bel negozio che usa come facciata, ma che nel retrobottega vende merce di contrabbando”: questa, di fatto, la frase che ha scatenato la burrasca. Deng è stato obiettivo di mercato di Atlanta in questa offseason, ma non ha mai accettato le offerte presentategli da Danny Ferry che, peraltro, ha spinto in prima persona con la proprietà per il suo ingaggio. L’affare non è andato in porto. Ma ha causato altri problemi, anche se quanto riferito ai proprietari è stato uno scouting report, ma che – secondo alcuni – sarebbe mescolato ad alcune opinioni personali del dirigente. Ferry si è scusato pubblicamente tramite un comunicato: Non ci sono parole per descrivere il dispiacere per il dolore che ho causato a molte persone, primo fra tutti a Luol Deng. Luol è un uomo buono, lo conosco da molti anni e so bene che ha fatto cose importanti per il suo paese e nel mondo intero. Mi scuso con lui e con tutti. Anche se quelle parole non erano mie, rimpiango di averle ripetute. Durante quella chiamata la mia indicazione professionale è stata quella di aggiungere Luol al nostro roster. Ma non avrei mai dovuto usare quei commenti offensivi e per questo mi scuso. Il mio obiettivo ora è quello di lavorare per ricostruire la fiducia con la comunità e i nostri tifosi”. Il commissioner Adam Silver, interpellato sull’argomento, ha ritenuto le dichiarazioni non così gravi da poterne determinare il licenziamento, apprezzando però l’idea di Atlanta di procedere ad un’indagine interna, che ha portato Ferry a richiedere un periodo di aspettativa a tempo indeterminato: “Durante quest’aspettativa – ha scritto il g.m. nel comunicato – userò molto tempo per incontrare i leader della nostra comunità e migliorare la mia educazione su temi delicati come razza, diversità e inclusione. Troverà il modo per avere un impatto positivo in questa zona”. L’indagine interna ha portato a rivelare un’e-mail con contenuti non troppo lusinghieri, sempre in tema di insensibilità razziale, inviata due anni fa dal proprietario di maggioranza Bruce Levenson, indirizzata a Ferry e gli altri “owners”, in cui praticamente esprimeva la sua teoria secondo cui le persone afro-americane “allontanavano i bianchi dalle partite, ma non erano sufficienti a creare un’adeguata base di spettatori per la stagione”. Levenson ha annunciato di conseguenza la vendita delle sue quote di proprietà della franchigia (pare interessato a subentrargli Dominique Wilkins, 12 anni da giocatore in maglia Hawks), subito prima che l’operazione gli venisse imposta da Silver, mentre il CEO, Steve Koonin, ha espresso pubblicamente in un comunicato le scuse della franchigia e nominato il coach Mike Budenholzer responsabile delle operazioni durante l’assenza di Ferry: “La franchigia riconosce i propri errori. Sono rattristato e imbarazzato che quello che sta succedendo si ripercuota sulla nostra squadra e sulla nostra città. Abbiamo fatto i passi necessari per essere un’organizzazione migliore e più forte, compreso lavorare con un consulente per le diversità che ci esamini e ci prepari in modo che questa situazione non si ripeta più. Inoltre continueremo a lavorare con i leader della comunità di Atlanta per assicurarci che i nostri valori riflettano quelli della gente della nostra area”.

LUOL DENG – Il giocatore degli Heat ha espresso il proprio pensiero sulla vicenda che l’ha visto, suo malgrado, coinvolto: “Sono orgoglioso di poter dire che in realtà c’è molto di africano in me e non solo un po’. Per tutta la mia vita, la mia identità è stata fonte di orgoglio e forza. Non posso immaginare un privilegio più grande di quello di poter fare quello che amo per vivere, e in più riuscire a rappresentare la mia identità ed eredità culturale ai più alti livelli possibili. Sfortunatamente, certi commenti non sono stati fatti con lo stesso rispetto e apprezzamento, loro avrebbero dovuto valutarmi solo sulla mia professionalità e la mia abilità come atleta. Sono molto deluso nel rendermi conto che questo modo di pensare sussista ancora oggi. Comunque mi conforta vedere che molte persone abbiano espresso il loro disagio di fronte a questa situazione”.

BRAND RESTA AD ATLANTA – Per nulla spaventato dal caos a livello dirigenziale, Elton Brand ha deciso di rimanere in maglia Hawks. Dopo aver contemplato anche la possibilità di ritirarsi, il veterano ha scelto di continuare a giocare ed ha firmato un annuale da 2 milioni di dollari.

GOLDEN STATE, ARRIVA BARBOSA. JERRY WEST RINNOVA – Leandro Barbosa si è accordato con i Golden State Warriors per un anno al minimo salariale. Il brasiliano, che aveva iniziato l’ultima stagione in patria al San Paolo prima di rientrare nella NBA a Phoenix, servirà per allungare la rotazione delle guardie, soprattutto in virtù della preoccupazione generata dalla recente operazione a cui si è sottoposto al piede il neoacquisto Shaun Livingston. Il mitico Jerry West, invece, ha rinnovato il contratto per restare nel board dirigenziale della franchigia fino al 2017, stessa data in cui scadrà anche il nuovo accordo siglato poco tempo fa dal g.m. Bob Myers.

MONROE SOSPESO – Greg Monroe è stato sospeso dalla NBA per due gare senza paga per essere stato fermato dalla polizia alla guida in condizioni di scarsa lucidità. Il giocatore, il giorno dopo l’ufficializzazione della firma sulla qualifying offer che lo legherà a Detroit per un anno e lo renderà totalmente libero la prossima estate, ha chiesto scusa a tutti, ma dovrà scontare la punizione all’inizio della regular season: “Mi scuso con la mia famiglia, l’organizzazione dei Pistons, i miei compagni e i tifosi. Imparerò da quest’episodio e continuerò a lavorare per poter avere un impatto positivo sulla comunità”.

BILLUPS SI RITIRA – Il 37enne Billups ha annunciato il proprio ritiro dopo 17 anni di NBA. Anche se il desiderio di continuare era forte, la difficoltà a mantenersi in buone condizioni fisiche (ha giocato solo 61 partite nelle ultime 3 stagioni) lo ha spinto a smettere dopo l’ultimo campionato in cui era tornato ai Pistons, la squadra condotta al titolo – da MVP – nel 2004.

CLIPPERS: UDOH E TURKOGLU – Ai Clippers arriva Ekpe Udoh, ala-centro in uscita dai Milwaukee Bucks, firmata per un anno a 1 milione di dollari. Con lui in aggiunta a Hawes e Glen Davis, alle spalle dei titolari Griffin e Jordan, la frontline di Doc Rivers è completa. E’ una conferma invece quella di Hedo Turkoglu, che rifirma dopo le 38 presenze collezionate, da gennaio in poi, con la squadra di L.A. nella passata stagione con medie di 3.0 punti e 2.3 rimbalzi.

VILLANUEVA VERSO DALLAS – I Mavericks hanno raggiunto l’accordo per far firmare un accordo non interamente garantito, il cui valore non è finora emerso con chiarezza, a Charlie Villanueva, rimasto a piedi dopo la scadenza del suo ricco e – tecnicamente – infruttuoso contratto pluriennale con i Pistons.