Jason Richardson, il calvario continua (Getty Images)

Jason Richardson, il calvario continua (Getty Images)

RICHARDSON ANCORA AI BOX – Dopo Steve Nash, arresosi agli infiniti problemi fisici che l’hanno attanagliato negli ultimi anni, un altro veterano NBA potrebbe seppellire l’ascia di guerra e dire addio al basket giocato. Stiamo parlando di Jason Richardson, attualmente in forza ai Philadelphia 76ers e reduce da due stagioni a dir poco tormentate. L’ex Golden State non è infatti mai riuscito a lasciarsi alle spalle l’infortunio al ginocchio sinistro patito a inizio 2013 (dopo aver disputato 33 partite), i cui strascichi l’hanno poi costretto ad assistere in borghese al tanking sfacciato di Carter-Williams & co. Ecco che, proprio come Nash, Richardson era pronto a liberarsi delle scorie dell’eterna riabilitazione per disputare in maniera dignitosa il suo ultimo anno di contratto con la squadra di Brett Brown. Niente da fare. Questa volta è stata una frattura da stress al piede destro, verificatasi proprio durante il periodo di riabilitazione, a impedire a Richardson di tornare a giocare, anche se, a differenza di Nash, sembra serpeggiare un cauto ottimismo circa la possibilità di rivedere il prodotto di Michigan State sui parquet d’oltreoceano. Coach Brown aveva inizialmente cercato di minimizzare – “Non si arrenderà facilmente, continuerà a lavorare per farsi trovare pronto. È solo un contrattempo” – per poi “ritrattare”, sostenendo che potrebbe essere veramente difficile rivedere Richardson in campo. Nonostante la sua carriera non possa essere paragonata a quella dell’ormai ex play dei Lakers, i due veterani condividono però un possibile epilogo di carriera triste, quasi beffardo. Se da un lato Nash si era unito ai gialloviola con lo scopo di vincere l’agognato anello, per poi essere tormentato dagli infortuni e partecipare, quasi impotente, al naufragio della franchigia, Richardson (quinta scelta assoluta al Draft del 2001, vincitore della gara delle schiacciate nel 2002 e nel 2003) si apprestava a disputare l’ultimo anno a Philadelphia etichettato come “contratto in scadenza” nell’imponente opera di ricostruzione voluta da Sam Hinkie.

LEONARD E VAREJAO – Proseguono le trattative per i rinnovi contrattuali di Kawhi Leonard e Anderson Varejao, rispettivamente in forza ai San Antonio Spurs e ai Cleveland Cavaliers. Partiamo dal primo. La strada per il prolungamento dell’MVP delle scorse Finali appare decisamente in salita. Vi sono stati recentemente diversi incontri tra il presidente e GM dei texani R.C. Buford e l’agente del giocatore, Brian Elfus, senza tuttavia far registrare progressi concreti. La volontà del giocatore e del suo entourage è quella di ottenere un prolungamento al massimo salariale, un quinquennale che si aggirerebbe attorno ai 90 milioni, che dovrebbe però essere firmato entro la mezzanotte di venerdì. Nel caso in cui le parti non raggiungessero alcun accordo, Leonard diventerebbe restricted free agent al termine della stagione, ma è lecito pensare che gli Spurs, in tal caso, non si faranno remore a pareggiare le offerte delle altre franchigie e magari a proporre allora un nuovo accordo, sia esso quadriennale oppure quinquennale. Nessun accordo imminente neppure tra i Cavaliers e il centro brasiliano Anderson Varejao, che potrebbe diventare unrestricted free agent il prossimo luglio. Entrambe le parti hanno però manifestato la volontà di proseguire il rapporto, che dura ormai da dieci anni, e siamo certi che l’amicizia e la stima che lega l’ex Barcellona al figlio di Akron fungerà da catalizzatore e consentirà al brasiliano di inseguire titoli negli anni a venire.

 


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