INSTANT REPLAY – La NBA ha approvato alcune novità sull’utilizzo dell’instant replay. Le decisioni, passate attraverso il giudizio del Board of Governors, sono relative ad un maggiore impiego della tecnologia per la valutazione dei falli. In particolare, gli arbitri potranno verificare al video se un fallo è da ritenere di tipo “clear-path” anche se non è stato fischiato come tale, inoltre potranno trasformare, tramite le immagini, un fallo normale in “flagrant”. Fino all’anno passato, queste valutazioni non erano possibili perché il regolamento consentiva solo di cercare un’eventuale conferma sul fischio di un “clear-path” o di un “flagrant”. E’ stato invece ridotto l’uso dei replay nei supplementari: dall’intera durata dell’overtime, si è passati alla possibilità di usarlo solo negli ultimi due minuti.

DRAFT LOTTERY – Se le novità sull’instant replay sono già realtà, presto potrebbero esserlo anche quelle sulla “Draft Lottery”. Secondo le ultime indiscrezioni, anche gli Orlando Magic si starebbero orientando per votare a favore di una riforma che porterebbe le squadre con i quattro peggiori record ad avere possibilità virtualmente identiche di ottenere la prima scelta. A questo punto, se anche in Florida, pur avendo prospettive tutt’altro che esaltanti nell’immediato – considerati anche gli infortuni di Oladipo e Frye – si sono davvero convinti, solo i 76ers rimarrebbero di fatto distanti da questa novità, confermando di essere gli unici ad avere intrapreso la strada di un “tanking” a lungo termine.

POPOVICH CONTRO SARVER – Robert Sarver, proprietario dei Suns, nell’intervallo della gara di preseason vinta facilmente contro gli Spurs, ha preso il microfono e rivolgendosi al pubblico si è di fatto scusato per lo spettacolo offerto. Una critica, neanche troppo velata, verso San Antonio, che si è presentata a Phoenix senza Tim Duncan, Tony Parker, Kawhi Leonard, Manu Ginobili, Tiago Splitter, Patty Mills e persino coach Gregg Popovich, ed ha offerto pochissima resistenza di fronte ai Suns guidati da un Goran Dragic da 20 punti e 6 assist. “Voglio ringraziarvi per essere venuti stasera – ha detto al pubblico – Ma non è per guardare questo tipo di partita che avete investito i soldi che guadagnate con tanto impegno e fatica. Mi scuso. E vi invito a mandarmi i vostri biglietti, così vi farò arrivare un regalo a nome dei Suns per essere stati presenti”. Un bel gesto, in teoria, ma non apprezzato da tutti. Decisamente non da Popovich, che non ha mancato di far sapere la propria opinione: “Le persone più sagge avrebbero verificato i fatti prima di lanciare certi messaggi. Ma qualcuno era interessato solo a fare uno show. Non abbiamo mandato cinque giocatori: Mills si è operato alla spalla in estate, Splitter ha saltato l’intera preseason, Leonard ne avrà ancora per una decina di giorni, mentre Duncan e Ginobili sono due dei più vecchi della lega ed erano al ritorno dai 13 giorni in Europa” ha detto il coach campione in carica, lasciando il meglio per la chiusura: “Mi ha sorpreso solo che non abbia fatto quest’annuncio dentro ad un costume da pollo”. Il riferimento, non casuale, è ad un episodio del 2005 in cui Sarver fece il movimento delle braccia come le ali di un pollo rivolto alla panchina degli Spurs che, in occasione di una gara di regular season, decisero di tenere fuori Ginobili e Duncan.

LEBRON JAMES – Il ritorno di LBJ a Cleveland continua a dare parecchi argomenti alla stampa americana. Un interessante articolo di Dan Feldman su Pro Basketball Talk sottolinea come nella prima versione di James in maglia Cavaliers, Cleveland riuscì ad ingaggiare solo un elemento di (teorico) spessore dal mercato dei free agent, che peraltro si rivelò un fallimento. Chi? Larry Hughes. La situazione è un po’ diversa ora, con l’arrivo – al primo tentativo – di Kevin Love, a cui vanno aggiunti Mike Miller e Shawn Marion e, in misura inferiore, James Jones. Interpellato sull’argomento, James ha spiegato a Dave McMenamin di ESPN come sono andate le cose: “Ho provato a convincere altri giocatori a venire a giocare con me a Cleveland anche in passato, ma all’epoca non avevo vinto niente, così nessuno era realmente convinto di voler giocare con me. Ci ho provato con Michael Redd, Joe Johnson, Chris Bosh e molti altri. Ma non avevo ancora vinto e loro non volevano venire a Cleveland. Ora, credetemi, aver vinto due titoli ha aiutato molto”. Di certo, ha influito anche la maturazione di LeBron. E le cose probabilmente sono andate di pari passo, tanto che ora giocare al suo fianco è la prospettiva più accattivante possibile.

WAITERS IN BILICO? – Uno dei giocatori maggiormente sotto esame a Cleveland è Dion Waiters, che certamente non è mai stato elemento timido quando si tratta di tirare. Tanto è vero che in preseason lo ha fatto più di qualunque altro compagno di squadra, ben 54 volte in 5 partite: un dato che, considerata la composizione del roster, dovrà essere ritoccato verso il basso per non mettere in pericolo determinati equilibri. “Non penso che dovrebbe essere l’uomo che prende più tiri – ha dichiarato coach Blatt – ma dall’altro lato non me ne preoccupo troppo, perché mi interessa che prendiamo buoni tiri e li mettiamo dentro. Ma valuteremo la situazione e vedremo come comportarci”. A quanto pare, più che il numero di tiri in sé, a preoccupare Blatt è la qualità – decisamente migliorabile – delle conclusioni di Waiters.

LARRY SANDERS COMINCIA MALE – Dopo un’annata da dimenticare sul piano personale prima ancora che della squadra, Larry Sanders è chiamato ad un riscatto, ma per il momento il suo percorso si scontra con un altro imprevisto. E’ stato infatti sottoposto ad una piccola operazione chirurgica, non precisata nel dettaglio, per un problema che gli ha fatto chiudere in anticipo la preseason. Ma non dovrebbe impedirgli di essere presente al via della stagione.

EVAN TURNER – Turner è stato espulso in settimana nella sfida tra Celtics e Raptors per aver tirato il pallone ad un arbitro, un’azione che porta per regolamento all’immediato allontanamento dal campo. Ma ha voluto difendere le proprie ragioni: “La cosa peggiore è che qualcuno ha scritto che ho tirato la palla contro l’arbitro, ma quel pallone ha rimbalzato per terra 10 volte prima di colpirlo sulla caviglia. Così spero di non avere problemi. Mi prendo tutte le responsabilità per quella situazione, ma non ho fatto niente in maniera maliziosa o irrispettosa”. La palla in realtà ha rimbalzato a terra solo un paio di volte (come conferma il video che trovate sotto), ma il giocatore è sembrato sincero. Difficilmente però un arbitro avrebbe potuto prendere una decisione diversa, perché è chiara l’intenzione di tenere sempre alto il livello di rispetto dei giocatori nei loro confronti.

BROOK LOPEZ, NUOVI PROBLEMI – Dopo una grande stagione fermata solo dalla frattura al piede, lo sfortunato Brook Lopez, che era ripartito su buoni livelli, è costretto a fermarsi ancora. Colpa dello stesso piede, il destro, già operato più volte, che ha ripreso a tormentarlo dopo una distorsione subita contro Sacramento e ne rende in dubbio la presenza per l’esordio stagionale del 29 ottobre a Boston. Un danno non da poco – considerato il periodo di costruzione della squadra – per il nuovo coach dei Nets, Lionel Hollins, che perde per almeno due settimane il suo centro a cui aveva in programma di dare un ruolo di primissimo piano nel sistema offensivo, ma l’assenza di fratture ha quantomeno tranquillizzato l’ambiente, oltre al giocatore stesso.

DUNLEAVY-McDERMOTT – I Chicago Bulls sono ancora alla ricerca della loro ala piccola titolare: il dubbio è tra il veterano Mike Dunleavy Jr. e il rookie Doug McDermott, perché entrambi hanno già dimostrato di poter dare buone risposte con entrambi i quintetti, sia il primo che il secondo. “Non ho ancora preso una decisione” ha confermato coach Thibodeau.