Chandler Parsons va a Dallas. Houston non ha pareggiato l'offerta. (Foto USATSI)

Chandler Parsons va a Dallas. Houston non ha pareggiato l’offerta. (Foto USATSI)

PARSONS AI MAVS, ARIZA A HOUSTON – Riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro di qualche giorno. LeBron James annuncia con una lettera pubblicata sul sito di Sports Illustrated il suo ritorno a casa e tutto sembra fatto per lo sbarco di Chris Bosh a Houston. Come resistere a un quadriennale da 88 milioni e alla possibilità di giocare al fianco di Dwight Howard e James Harden e puntare fin da subito al titolo? Risposta: se, quasi inaspettatamente, dall’altra parte ti viene offerto un contratto che di anni ne prevede cinque e di milioni ne prevede 118. Se, poi, ti viene data l’opportunità di passare dall’essere il terzo violino di una squadra ad esserne il suo uomo di punta negli anni a venire… fatto sta che Houston resta con un pugno di mosche in mano e ieri è arrivata un’altra brutta notizia per il fandom dei Rockets: Chandler Parsons fa le valigie. Houston ha infatti deciso di non pareggiare l’offerta di Dallas, un triennale da 46 milioni complessivi, lasciando il 25enne ex Florida libero di accasarsi alla corte di Mark Cuban. Anche qui, come per Bosh, la notizia spiazza, dal momento che le solite fonti facevano trapelare l’intenzione di trattenere Parsons all’ovile, nonostante l’arrivo di Trevor Ariza (che percepirà 32 milioni in quattro anni). Ma il pragmatismo ha avuto la meglio. I Rockets hanno ritenuto che il prezzo fatto da Dallas avrebbe intaccato la propria flessibilità salariale e i margini di manovra negli anni a venire. Si punta quindi sull’esperienza di Ariza che, conti alla mano, costerà all’anno la metà di quello che sarebbe costato Parsons. Si punta sull’abilità difensiva dell’ex UCLA e sulla stagione positiva disputata a Washington, ma si perde un giovane con ampi margini di miglioramento (che tra l’altro, sarà a Las Vegas con il Team USA per giocarsi un posto ai Mondiali). Resta ancora da decidere in che modo Parsons saluterà i Rockets, visto che i due club si sono già attivati per un sign-and-trade che potrebbe creare una trade exception per Houston, il tutto, chiaramente, è vincolato al placet della Lega. Capitolo Ariza: David Aldridge di NBA.com e Sam Amick di USA Today riferiscono che l’ex Laker sbarcherà in Texas come parte di uno scambio che coinvolge anche New Orleans e, appunto, Washington. Houston riceverà, oltre ad Ariza, anche Alonzo Gee e una prima scelta protetta di New Orleans. Ai Pelicans andranno Omer Asik, Omri Casspi e 1.5 milioni in contanti. I Wizards riceveranno una trade exception da 8.5 milioni assieme al contratto non garantito di Melvin Ely.

LEBRON FIRMA, WIGGINS RESTA – Il Re è tornato a casa e sigla un biennale da 41.2 milioni, con una player option al termine della prossima stagione, per dare ufficialmente inizio alla sua seconda avventura in maglia Cavaliers. La missione di LeBron è ben nota: far gioire di nuovo la città di Cleveland, in preda a un digiuno da titoli che dura ormai da quasi 50 anni, da quando, nel lontano 27 dicembre del 1964, i Browns si imposero sui Baltimore Colts nella finale del campionato NFL. Ma come? Solo un biennale? Con la possibilità di liberarsi già dopo un anno? Nulla di cui preoccuparsi. L’impegno di LBJ è a lungo termine. La natura del contratto è frutto di un ragionamento partorito dall’entourage del giocatore per portarlo a siglare un nuovo accordo nel giro di un paio di anni che gli consentirà di ottenere il massimo salariale. L’intenzione è infatti quella di firmare un nuovo contratto all’inizio della stagione 2016-17, quando i nuovi accordi televisivi porteranno presumibilmente ad un aumento del salary cap, che, secondo le stime, si aggirerà sugli 80 milioni. Solo un business deal, quindi, teso a garantire più flessibilità nel futuro prossimo e a riconoscere il valore di un giocatore che nei suoi sette anni a Cleveland ha frantumato ogni record di franchigia. Più voci si sono levate a sostenere che questo mini-accordo possa in qualche modo far venir meno l’entusiasmo dimostrato nei giorni scorsi da Kevin Love circa un eventuale approdo a Cleveland. Niente affatto. La stella di Minnesota sarebbe più che disposta a trasferirsi in Ohio, ma i Timberwolves sono categorici: o arriva Wiggins, oppure non se ne fa niente. I Cavaliers hanno provato ad imbastire una trade che prevedesse lo sbarco in Minnesota di Waiters, Bennett e di una prima scelta futura, in cambio della stella dei Lupi. Niet. Cleveland ha comunque fatto sapere alla sua prima scelta che non verrà scambiato, posizione ribadita anche da David Blatt, che ha inoltre sottolineato gli enormi benefici che l’ex Kansas trarrà nel crescere e maturare sotto la supervisione del miglior giocatore del mondo.

Lance Stephenson è ancora free agent. (foto Geoff Burke - USA Today Sports)

Lance Stephenson è ancora free agent. (foto Geoff Burke – USA Today Sports)

STEPHENSON, INDIANA È LA PRIORITÀ MA… – Sistemati, o quasi, i “Big”, quello di Lance Stephenson è uno dei nomi più appetibili rimasti in questa free agency. “Born ready” non ha infatti ancora deciso dove giocherà la prossima stagione. Se, da un lato, la prima scelta rimangono i Pacers, Stephenson ritiene che l’offerta presentatagli da Bird (quinquennale da 44 milioni) non sia in linea con quanto dimostrato indossando la canotta di Indiana, con la quale, soprattutto nell’ultima stagione, si è affermato come una delle guardie più versatili della Lega, facendo registrare nell’ultimo anno dei career-high alle voci punti (13.8) rimbalzi (7.2) e assist (4.6). Se Larry Bird gli aveva promesso che, dopo il rinnovo offerto a Paul George, il prossimo ricco contratto sarebbe toccato a lui, restano le legittime perplessità del presidente circa la maturità di Stephenson e il carattere “difficile” palesato durante la postseason dei Pacers. I falli tecnici, gli screzi con LeBron, la rissa con Turner in allenamento…Bird non ha apprezzato. E non è nemmeno disposto a modificare la propria offerta, dal momento che la leggenda dei Celtics non intende sborsare un solo dollaro per pagare la luxury tax. Ma quali sono le richieste di Stephenson? Il contratto desiderato si aggirerebbe sulla stessa cifra proposta da Bird ma spalmata su quattro anni invece che cinque. Se le pretendenti più accreditate erano sino a questo momento Dallas e Charlotte, l’acquisizione di Parsons toglie i Mavericks dalla corsa. Gli Hornets non avranno Hayward, che resterà a Utah, ma dispongono di 20 milioni di spazio salariale e hanno bisogno di migliorare il proprio roster. Un giocatore perimetrale, peraltro giovane, farebbe al caso loro, ma bisognerà battere l’offerta di Indiana. Come detto, Lance vorrebbe rifirmare, ma, in caso di proposta allettante formulata da un’altra squadra, i Pacers potrebbero vedersi costretti a dover liberare spazio per riavere “Born ready” tra le proprie fila.

DENG E GLI ALTRICome già preannunciato da Dailybasket.it, Luol Deng giocherà la prossima stagione con i Miami Heat. Chi pensava che Pat Riley e Micky Arison si sarebbero trovati a raccogliere i cocci di una franchigia frantumata dall’addio del Prescelto si sbagliava di grosso. Gli Heat hanno dato un’accelerata al loro retooling, firmando Bosh al massimo salariale, assicurandosi Deng (biennale da 20 milioni con player option al termine della prima stagione) e preparandosi ad accogliere in Florida Danny Granger e Josh McRoberts. Non solo. Le firme di Wade e Haslem sono imminenti, così come il ritorno di Mario Chalmers e quello di Chris Andersen. “Rio” si è accordato per un biennale da 8 milioni dollari, mentre “Birdman” ne percepirà circa 10 nello stesso lasso di tempo, come riportato da Marc Stein di ESPN.

Dopo Jodie Meeks, doppio colpo per i Pistons che portano in Michigan D.J. Augustin (biennale da 6 milioni) e Caron Butler (biennale da 9 milioni con team option per il secondo anno). Richard Jefferson disputerà la prossima stagione con i Mavericks; per lui accordo annuale al minimo salariale per i veterani (1.3 milioni). Brian Roberts sbarca a Charlotte e sarà il backup di Kemba Walker; guadagnerà 5.5 milioni nei prossimi due anni. Kirk Hinrich resta a Chicago; dopo due stagioni non esaltanti, la point guard resta in Illinois, accordandosi per un biennale da 5.6 milioni, con player option per il secondo anno. Come previsto, nella Windy City arriverà anche Nikola Mirotic: per lui un triennale da oltre 17 milioni.

 

 


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