LeBron James in azione contro i Nets

LeBron James in azione contro i Nets

Un tiro libero sbagliato a 1.1 secondi dal termine ha impedito a LeBron James di confezionare la sua prima prova da 50 punti ai playoffs. Si è fermato a 49, ma questo non cambia il senso della prestazione, che rimane mostruosa e segno di un assoluto strapotere fisico e tecnico.

Curiosamente, Pierce e Garnett sono sempre dalla parte sbagliata del palcoscenico in occasione delle migliori prove di James nella post-season: la precedente, infatti, era certamente la serata dei 45 insaccati nel canestro dei Celtics, salvando la stagione degli Heat, in gara-6 della finale di conference 2012. Soprattutto per Pierce i “quarantelli” di LeBron nella post-season stanno diventando un incubo…

Tre dei sette quarantelli di James ai playoffs sono arrivati contro Pierce (fonte SBNation)

Tre dei sette quarantelli di James ai playoffs sono arrivati contro Pierce (fonte SBNation)

LBJ ha così eguagliato il proprio career-high nei playoffs, che risaliva alle finali dell’est del 2009, in maglia Cavaliers contro i Magic, dominando la difesa dei Nets in molti modi e punendola – complice l’assenza di un autentico intimidatore a disposizione di Jason Kidd -, soprattutto a centro area con un 11/12 nei pressi del ferro che si commenta da solo. Brooklyn ha giocato di squadra, ne ha mandati cinque in doppia cifra, è andata avanti nel 2° quarto quando James si è preso un riposo in panchina, poi ha sempre dovuto inseguire. Ma non ha mai mollato e nel 4° periodo è tornata anche a condurre, seppur di misura. Contro LeBron però non ha mai trovato contromisure: l’entrata del 94-92 è stata pesantissima, ma, dopo l’errore di Johnson che ha cercato più il 6° fallo di James che il canestro, ancora più decisiva è stata la scelta – entrando nell’ultimo minuto – di non forzare un tiro per riaprire sul perimetro, dove Chalmers è andato a pescare Bosh nell’angolo per la tripla che ha spezzato definitivamente l’equilibrio.

UPS

La shotchart di LeBron James, nella serata dei 49 punti contro i Nets

La shotchart di LeBron James, nella serata dei 49 punti contro i Nets

LeBron James. Scelta fin troppo scontata, ma obbligata: 49 punti, 16/24 dal campo, 3/6 da tre, 14/19 ai liberi, 6 rimbalzi, 3 recuperi e 3 assist. In gara-3, sembrava sulla strada di fornire un’altra prestazione di questo spessore ma, dopo i 16 punti del 1° quarto, i Nets lo avevano frenato costringendolo a tirare di più in sospensione. Stavolta non ci sono riusciti e la shotchart lo conferma, 25 punti nel 1° tempo, ma spettacolari sono stati anche i 13 consecutivi nel 3° quarto. Nei playoffs sta producendo 30.1 punti, 6.9 rimbalzi, 4.6 assist col 58% al tiro…

La tripla decisiva di Bosh. Seppur influenzato dal lusso di avere in squadra il più forte del pianeta, è un segno dell’evoluzione del gioco vedere il proprio centro aprirsi in angolo e, sulla riapertura di James, essere pescato dal sapiente extra-pass di Chalmers per il canestro che ha spaccato la partita. Da tre. In una serata per lui da 12 punti e 5 rimbalzi.

Il plus/minus di Chalmers. Ha segnato solo 8 punti, ma è stato utilissimo per la squadra di Spoelstra in tanti modi, con gli assist (7), qualche buon tiro da fuori (2/3 dall’arco), l’applicazione difensiva su Williams e un contributo completo su entrambi i lati del campo che gli ha fruttato il miglior plus/minus della gara, un ottimo +22 in appena 28′.

DOWNS

Il tiro da tre dei Nets. E’ un fattore fin troppo importante per Brooklyn, non casualmente vittoriosa nella sfida in cui ha tirato meglio dall’arco nell’intera serie. Ma il 60% da tre (15/25) di gara-3 si è trasformato presto in un lontano ricordo. E, confermando la tendenza che li ha visti superare il 50% in due gare consecutive solo una volta in stagione – peraltro contro difese modeste (Detroit e Philadelphia) -, nella quarta sfida, contro LeBron, i cecchini di Kidd hanno avuto le mani fredde: 5/22, per un modesto 22.7%.

4 falli tecnici nel 1° quarto. Il clima da playoffs si è visto sin dall’inizio, con un paio di incontri ravvicinati, corredati da parole non proprio cortesi, che fortunatamente non sono degenerati sul piano fisico ma non hanno offerto un’immagine esaltante. Protagonisti prima Shane Battier e Paul Pierce, poi nell’altra metà campo LeBron James e Alan Anderson: per tutti e quattro lo stesso destino, un fallo tecnico a spegnerne i bollenti spiriti.