Indiana Pacers @ Miami Heat

L’analisi di gara 2 non può che partire dallo 0/2 dalla lunetta di LeBron James a cinquantaquattro secondi dal termine. Il numero 6 degli Heat ancora una volta è rimasto vittima della pressione in un finale di gara dei playoff. Proprio quella pressione a cui, alla vigilia, si era detto abituato. Limitare l’analisi della sconfitta degli Heat ai soli errori di James, peraltro autore di 28 punti, 9 rimbalzi e 5 assist, sarebbe, però, riduttivo. I problemi sono evidenti anche sotto i tabelloni. Il peso dell’assenza di Bosh, infatti, fermo a tempo indeterminato per problemi addominali, si è manifestato in tutta la sua gravità. Ne Haslem ne Turiaf, partiti in quintetto, hanno dato un contributo paragonabile a quello del numero 1, mettendo insieme solo 7 punti con 3/8 dal campo. Ancor più marginale è stato l’apporto di Anthony, che ha sbagliato tutti e cinque i tiri tentati. Indiana è stata brava ad approfittarne, dominando la battaglia a rimbalzo (50-40 il conto complessivo, con quindici carambole catturate in attacco) e con West, Hibbert e George capaci di raggiungere la doppia cifra. Per Miami, inoltre, l’apporto del supporting cast è stato praticamente disastroso. Aspetto che stride ancor di più rispetto al grande gioco di squadra dei Pacers, capaci di chiudere con quattro uomini in doppia cifra e con West e George autori di una doppia-doppia. La coppia Wade-James, infatti, ha tirato complessivamente 18/44 al tiro realizzando cinquantadue punti, mentre il resto della squadra ha messo insieme ventitrè punti con 9/34 dal campo. La mancanza di lunghi con punti delle mani degli Heat, ha anche permesso a coach Vogel di concentrare maggiori sforzi difensivi sul perimetro, con il risultato di aver concesso solo un pessimo 1/16 dalla lunga distanza agli avversari. Un 1/16 in cui spiccano gli 0/4 di James e Chalmers, autore dell’errore allo scadere sul tiro che avrebbe potuto portare la gara ai supplementari.

LA SERIE – La sfida si sposta ora a Indianapolis e il suo esito, scontato alla vigilia, non appare ora già scritto, soprattutto dopo l’infortunio di Bosh. Al momento la squadra maggiormente in difficoltà è Miami, che deve fare i conti come già detto con la percentuale da 3 (1/22 complessivo nelle prime due gare) e con la relatività pericolosità sotto canestro. Come se non bastasse Wade ha dato qualche segno di nervosismo e frustrazione, testimoniato dal flagrant foul di tipo 1 su Darren Collison. Una situazione, quindi, che potrebbe peggiorare ulteriormente in caso di esito negativo di gara 3, su cui inciderà senza dubbio anche la reazione di LeBron James dopo gli errori decisivi di gara 2. Il pareggio nella serie ha dato ai Pacers la consapevolezza di poter provare a centrare un’impresa clamorosa, sfruttando i punti deboli degli avversari. In questo senso non va dimenticato come Hill e Collison abbiano messo costantemente in difficoltà in difesa uno spento Chalmers su entrambi i lati del campo e un inadeguato Cole. Coach Vogel, quindi, sa di avere un’opportunità forse irripetibile a sua disposizione, mentre dall’altra parte Spoelstra spera di avere un maggiore apporto dal supporting cast, per non doversi affidare completamente alle percentuali di Wade e James che iniziano a fare i conti con le prime serie difficoltà stagionali.