b39e6975d0d5a820b9e4fdcbdb4ab4d7_crop_north

Westbrook e Durant hanno letteralmente dominato gara 7 contro Memphis (Getty Images)

Più che due serie di Playoffs sono state due battaglie, in cui l’incertezza ha regnato sovrana fino alla conclusione della settima partita, ma ora le sfide fra Oklahoma City Thunder e Memphis Grizzlies e fra Los Angeles Clippers e Golden State Warriors sono terminate e ad essere premiata in entrambi i casi è stata la squadra con il fattore campo a favore, quella che in Regular Season aveva meglio figurato. Sono stati i dettagli a fare la differenza in queste battaglie, in cui molte volte le squadre si sono praticamente equivalse (come dimenticare i 4 overtime in 4 partite di fila tra Grizzlies e Thunder), ma a questo punto le due eliminate possono solo rammaricarsi di non esser riuscite a guadagnare il classico centesimo che mancava per fare un dollaro (siamo pur sempre negli States), mentre per le due qualificate si tratterà di riprendere fiato il più in fretta possibile in vista di un’altra sfida nelle Semifinali di Conference che promette di essere un’altra esaltante battaglia.

UPS

Russell Westbrook: è sicuramente uno dei giocatori più controversi dell’intero panorama NBA dei giorni nostri e molto spesso su di lui sono piovute diverse critiche sul suo stile di gioco da playmaker (diciamo) non propriamente convenzionale. Quando però gioca come nella gara 7 di questa notte per gli avversari c’è davvero poco da fare. La tripla doppia odierna è stata la sua seconda messo a referto in una gara 7, eguagliando in questo modo un primato che appartiene a Rajon Rondo. Se Westbrook è sempre questo non c’è dubbio che per i Thunder le possibilità di vincere il titolo si alzino enormemente. Il problema è appunto che non sai quello che Russell potrebbe riservarti nella prossima gara.

Le percentuali dei Thunder: Memphis forse qualcosa da rammaricarsi ce l’avrebbe (vedi sotto alla voce Randolph), ma obiettivamente se la squadra di coach Brooks chiude una gara 7 tirando dal campo con il 60.9% e da tre con il 57.9% le possibilità dei Grizzlies di espugnare la Chesapeake Energy Arena sono praticamente nulle. In particolare la coppia di stelle Durant-Westbrook, che finora nella serie avevano più che altro sparacchiato dal campo (38.3% dal campo in coppia nelle prime sei gare), ha fornito una prestazione irreale chiudendo con un 22/34 (64.7%) di cui 7/7 da tre punti.

Jordan il dominatore dell’area: la variabile che probabilmente ha fatto pendere l’ago della bilancia in una serie equilibratissima tra Clippers e Warriors è stata l’assenza di Bogut che ha permesso a DeAndre Jordan di banchettare a suo piacimento dentro l’area colorata della squadra di coach Jackson. Il centro nativo di Houston in questa serie ha mostrato per la prima volta che può veramente essere un fattore al di fuori delle giocate da highlights, e i 12.1 punti (con un incredibile 75.7% dal campo) conditi da ben 15.1 rimbalzi nelle sette sfide contro Golden State sono lì a dimostrarlo.

DOWNS

La squalifica di Randolph per gara 7 ha pesato enormemente sull'esito della serie (Justin Ford – USA TODAY Sports)

La squalifica di Randolph per gara 7 ha pesato enormemente sull’esito della serie (Justin Ford – USA TODAY Sports)

L’ingenuità di Randolph: l’unico vero rammarico che può avere Memphis in una serie giocata molte volte provando a sorpassare i propri limiti è stata la squalifica di Randolph per la decisiva gara 7. Il pugno sferrato ad Adams nella sfida precedente non può lasciare dubbi sulla sanzione con cui è stato colpito il giocatore ed anche Randolph sembra aver capito la sciocchezza che ha commesso viste le scuse che ha voluto rivolgere a tutti all’indomani dell’eliminazione.

La rissa verbale tra Clippers e Warriors: la fine della sfida infinita tra le due squadre californiane ha avuto un brutto epilogo con uno scontro verbale tra i giocatori, guidati da una parte da Paul e dall’altra da Speights come maggiori fomentatori. Per sedare gli animi troppo agitati è dovuta addirittura intervenire la polizia. Anche se a quanto pare contatti tra i giocatori in tutto ciò non ci sono stati, sarebbe stato molto più bello che una serie così spettacolare si fosse potuta concludere in maniera più pacifica e sportiva.

David Lee: non si può dire che sia stato una delusione totale per questi Warriors, ma il calo di questo giocatore dalla Regular Season (in cui viaggiava a 18.2 punti) alla serie coi Clippers (in cui invece s’è accontentato di 13.9 punti di media) è fin troppo evidente, soprattutto se contiamo che con l’assenza di Bogut il lungo ex Knicks avrebbe dovuto prendersi ancora più responsabilità all’interno dell’area. Cifre a parte comunque del giocatore ha soprattutto deluso l’inconsistenza difensiva di fronte a Griffin e Jordan che hanno potuto vincere agilmente i vari duelli sotto i tabelloni.