Entrambe le gare giocate nella notte portano le rispettive serie sul 2-0, ma in entrambi i casi il risultato è stato tutt’altro che scontato.

Jimmy Butler, MVP di giornata (Foto: sportspyder.com)

Jimmy Butler, MVP di giornata (Foto: sportspyder.com)

Bella partita tra Bulls e Bucks, giocata in perfetto equilibrio per oltre 40 minuti; poi, però, l’attacco di Milwaukee si blocca, e contemporaneamente sale in cattedra un Jimmy Butler semplicemente pazzesco, che con tre triple quasi di fila e un canestro e fallo scava il divario che i Bucks non riusciranno più a ricucire negli ultimi minuti.
I Pelicans invece provano a sorprendere i Warriors nel primo quarto appoggiandosi a Anthony Davis, e con un break di 14-0 toccano anche il +13. La second unit di Golden State riduce il divario, e il ritorno dei titolari conclude la rimonta, con la tripla di Curry poco prima della sirena che vale il primo “vero” vantaggio Warriors. Psicologicamente è una mezza mazzata per i Pelicans, tanto che la gara nel terzo quarto sembra speculare rispetto al secondo: i Warriors toccano il +11, ma New Orleans piano piano rientra e alla fine del terzo quarto rimette anche la testa avanti. Ma dura poco, perché i Warriors riprendono il controllo e si continua con ripetuti allunghi e rientri finché Klay Thompson con 12 punti quasi di fila chiude definitivamente i conti.

Milwaukee Bucks @ Chicago Bulls 82-91 (0-2)
New Orleans Pelicans @ Golden State Warriors 87-97 (0-2)

MVP. Con Derrick Rose a litigare con il ferro per buona parte della gara, per Chicago ha risposto “presente” l’ormai solito Jimmy Butler: la guardia dei Bulls ha messo 31 punti con 10/19 dal campo, aggiungendo anche 9 rimbalzi; soprattutto, è lui a decidere la partita, con 14 punti in poco più di 5 minuti nell’ultimo quarto.

LVP. A mancare ai Pelicans è stato soprattutto Ryan Anderson, in serata totalmente negativa con soli 4 punti e 1/5 dal campo; tanto che ha giocato meno di 10 minuti.

Losing Effort. Ancora una volta è Anthony Davis il “migliore tra i perdenti”: 26 punti e 10 rimbalzi, cliente davvero scomodo per i pariruolo dei Warriors.

The Unexpected. Il protagonista a sorpresa della prima rimonta di Golden State è stato Leandro Barbosa, con 10 punti segnati in meno di 10 minuti a cavallo tra primo e secondo quarto.

Klay Thompson in palleggio contro Anthony Davis (Foto: pelicandebrief.com)

Klay Thompson in palleggio contro Anthony Davis (Foto: pelicandebrief.com)

Up. Per i Bucks, il migliore è stato senza dubbio Khris Middleton, che, al di là delle percentuali rivedibili (8/20), è stato il più costante in attacco (22 punti, più 6 rimbalzi). Molto bene anche Derrick Rose, il quale, a secco nel primo tempo, si rifà nel secondo con 15 punti, 7 rimbalzi e 9 assist. Ottimo anche il bottino di Eric Gordon (23 con 5/10 da tre), mentre per Golden State ci pensano gli Splash Brothers a fare la differenza: Thompson ne mette 26 con 11/17 al tiro, Curry 22 con 9/21 e 6 assist.

Down. I Bucks hanno avuto solo due giocatori in doppia cifra (oltre a Middleton, anche Carter-Williams a quota 12): se da un lato vuol dire che tutti “toccano la palla”, dall’altra è evidente che nei momenti caldi manchi qualcuno a cui affidare i tiri che scottano; in gara 2, male soprattutto Antetokounmpo (2/11 per 6 punti, ma 11 rimbalzi), Ilyasova e Mayo (3/10 per 8 punti ognuno). Diffioltà anche per il Pelican Quincy Pondexter, che dopo l’ottima gara 1 chiude con soli 3 punti e 1/8 al tiro.

Stat of the Night. A fare la differenza in una gara a basse percentuali come quella tra Bucks e Bulls è il controllo dei tabelloni: non è un caso che la vittoria sia andata a Chicago, che ha stravinto la lotta a rimbalzo 64-48, grazie soprattutto ai 19 catturati da Noah e ai 16 di Gasol. Curioso anche il dato dei punti in contropiede: in una gara con tanti errori ci si aspetterebbe molti casi di “rimbalzo-apertura-campo aperto”; invece, il dato dice solo 6-2 per i Bucks!