Corey Brewer

Corey Brewer (getty Images)

Abbiamo la prima finalista di Conference ed è Cleveland. I Cavs non tremano, sbancano lo United Center e chiudono la pratica Chicago. Pochi rimpianti per i Bulls che dopo un grande primo quarto escono completamente dalla partita e collezionano 42 punti nei restanti 3 quarti di partita. Gasol torna, ma è palesemente fuori condizione, mentre il resto della squadra spara a salve da 3 punti. Dall’altra parte gli eroi, che non ti aspetti si chiamano Tristan Thompson e Matthew Dellavedova. A Los Angeles invece va in scena lo psicodramma dei Clippers. Avanti di 13 punti dopo la fine del terzo quarto, i ragazzi di Doc Rivers subiscono un umiliante 40-15 di parziale che rivolta completamente la partita. Parziale ancora più incredibile se pensi pensa che è arrivato con James Harden in panchina. La stella dei Rockets ha faticato tutta la partita e nell’ultima frazione, senza di lui, Houston ha letteralmente dominato.

Cleveland Cavaliers @ Chicago Bulls 94-73(4-2)
Houston Rockets @ Los Angeles Clippers 119-107 (3-3)

MVP: Eroe quasi per caso, Corey Brewer, nei primi 3 quarti di gara era stato poco più che uno spettatore nella sfida tra Houston e Los Angeles. Qualcosa però è cambiato negli ultimi 12 minuti di partita, Brewer non si è acceso, ha preso fuoco. Sono 16 (su 19 totali) i punti messi a referto nell’ultimo incredibile parziale, parziale in cui i Rockets, grazie ai canestri suoi e di Josh Smith ha ribaltato partita e forse anche serie. Ai punti bisogna aggiungere anche i 10 rimbalzi e un irreale +32 di plus/minus, ancora più incredibile se confrontato al -21 di James Harden che nell’ultima frazione ha potuto solamente applaudire dalla panchina.

LVP: E’ stato a lunghi tratti, in stagione, il miglior giocatore dei Bulls e anche in questa serie spesso e volentieri ha giocato grandi partite, ma ieri era lecito aspettarsi qualcosa in più da Jimmy Butler. La guardia dei Bulls ha sbagliato tantissimo (8/22 dal campo) soprattutto nel momento chiave della partita: il terzo quarto. In quell’ 1/11 che condanna Chicago c’è anche tanto Butler.

Losing Effort: Prima di crollare di schianto, come tutta la squadra del resto, Chris Paul aveva giocato un partita praticamente perfetta e se il passivo per i Clippers è di “soli” 12 punti devono molto alla loro stella che chiude con 31 punti, 7 rimbalzi e 11 assist. Inarrestabile in area (9/14) Paul ha fatto più fatica da 3 (1/5), ma la sua resta una partita di grande sostanza, rovinata da un finale disastroso.

The Unexpected: Miglior marcatore dei suoi Cavs a fine partita con 19 punti, Matthew Dellavedova ha crivellato la retina dei Bulls mettendo a referto punti importantissimi nel secondo tempo, quando la squadra di coach Thibodeau ha smarrito la via per il canestro. L’australiano chiude con 7/11 dal campo e +21 di plus/minus.

Up: Sotto 3-1 nella serie e senza avere più il fattore campo a favore gli Houston Rockets sono riusciti a conquistare gara 7, partita che potranno giocare davanti al loro pubblico. Nel momento più difficile e con un Harden quasi dannoso Kevin McHale ha avuto il coraggio di affidarsi al gruppo e questo lo ha ripagato con un quarto periodo da antologia.

Down:  Difficile inquadrare la stagione e l’ultima partita di questi Chicago Bulls. Tormentata dagli infortuni Chicago non è mai riuscita ad esprimere al meglio tutto il suo potenziale, ma aveva davanti a se una Cleveland senza Kevin Love, che non ha avuto JR Smith nei primi due episodi della serie e con un Kyrie Irving a mezzo servizio (e che ha saltato quasi tutta gara 6 dopo una brutta caduta). La sensazione è che l’era Thibodeau sia giunta al termine e che qualcosa dovrà essere cambiato anche sotto canestro. L’arrivo di Pau Gasol ha portato talento e punti in attacco, ma ha spento Joakim Noah e in parte Taj Gibson. Sacrificare lo spagnolo è impensabile, ma un intervento è necessario.


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