Mike Dunleavy è riuscito a far perdere le staffe ad Antetokounmpo (Foto: foxsports.com)

Mike Dunleavy è riuscito a far perdere le staffe ad Antetokounmpo (Foto: foxsports.com)

Nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo: che i Bulls potessero chiudere la serie contro i Bucks in gara 6 era possibile, forse anche più che possibile, ma che lo facessero quasi doppiando gli avversari nel punteggio era davvero inimmaginabile, soprattutto per quanto visto nelle prime cinque gare. La partita è strana, nervosa, solo che i Bulls incanalano questa tensione nella giusta direzione, trasformandola in intensità, mentre i Bucks vanno in totale confusione, perdendo palloni banali a ripetizione e reagendo come peggio non potrebbero alle provocazioni degli avversari, guidati in questo da un Mike Dunleavy superlativo. L’ala di Chicago, dopo una gara 5 da 0 punti, ne segna 19 nel solo primo tempo, e contemporaneamente manda fuori giri l’autocontrollo degli avversari, forzando, per esempio, l’espulsione di Antetokounmpo. Della gara in sé c’è poco da dire: Chicago chiude il primo quarto sopra di 18, e il primo tempo a +32. La ripresa è puro garbage time.
Altra sorpresa, se così si può definire, nell’altra partita della notte: dopo la vittoria in gara 5 in molti si sarebbero aspettati la chiusura della serie da parte degli Spurs, in casa, ma alla fine è stato il pronostico iniziale, quello della serie in 7 partite, a essere rispettato. Come si poteva immaginare, la gara è estremamente equilibrata: sia il primo quarto che il secondo finiscono in perfetta parità. Poi, nella ripresa, i Clippers iniziano a mettere la testa avanti, ma gli Spurs rispondono e rimangono sempre lì. A 5 minuti dal termine Griffin firma il +7, San Antonio torna a -3, e questa altalena andrà avanti fino all’ultimo minuto, con i Clippers sempre avanti, guidati da un Chris Paul in versione clutch player, e gli Spurs a rispondere con due triple in fila di Belinelli, per il -2 a 15 secondi dalla sirena. Un’infrazione di passi non fischiata a Crawford, due liberi della stessa guardia di L.A. e un’interferenza offensiva di Diaw chiudono poi definitivamente i giochi. I Clippers ora si giocheranno il passaggio del turno davanti al proprio pubblico e con l’inerzia dalla loro parte, ma con gli Spurs non si può mai sapere: gara 7 sarà tutta da gustare.

Chicago Bulls @ Milwaukee Bucks 120-66 (4-2)
Los Angeles Clippers @ San Antonio Spurs 102-96 (3-3)

Gara intensa tra Spurs e Clippers... (Foto: zimbio.com)

Gara intensa tra Spurs e Clippers… (Foto: zimbio.com)

MVP. Chris Paul ha condotto i Clippers saldamente per tutta la gara, ma questa volta vogliamo premiare la continuità di Blake Griffin, che sta giocando una serie ad altissimo livello, per di più contro un avversario che non ha bisogno di presentazioni come Tim Duncan, e che chiude questa gara 6 con 25 punti, 11/21 al tiro, 12 rimbalzi, 6 assist e 4 stoppate.

LVP. Cercare un “peggiore” tra i Bucks sarebbe come sparare sulla Croce Rossa: nessun giocatore in doppia cifra, né per punti, né per qualsiasi altra voce statistica. Dovendo spendere un nome, andiamo con Giannis Antetokoumpo: pur giovane, è un giocatore con la testa sulle spalle, e tra i leader di questi Bucks. Per questo, cascare in pieno nel tranello nervoso tesogli da Dunleavy e farsi espellere dopo 15 minuti sul parquet, in una gara del genere, è un errore difficilmente perdonabile.

Losing Effort. Un po’ ci piace e un po’ ci dispiace vederlo in questa voce: Marco Belinelli gioca una delle migliori partite della sua carriera, segnando 23 punti con un 7/11 da tre che tiene a galla quasi da solo i suoi Spurs; purtroppo, però, non è bastato.

Up. Detto di Griffin, i Clippers hanno un ottimo contributo da tutto il quintetto, a partire da Chris Paul (19 punti e 15 assist, pur con un mediocre 7/21 al tiro), fino ad arrivare a DeAndre Jordan (15+14) e JJ Redick (19 punti, 7/12 dal campo). Dei Bulls ha forse poco senso parlare, vista la gara “atipica”: segnaliamo quindi le cifre del primo tempo, quando si è deciso il match con i 19 punti di Dunleavy, i 14 di Butler e i 13 di Gasol.

Down. Come detto, gara tragica per tutti i Bucks; bastino solo alcune voci statistiche, come le 10 palle perse nel solo primo tempo, o il 32% al tiro, o il 21% da tre. Ma sono andati male anche gli Spurs: leggendo lo score, ci si stupisce di come abbiamo fatto ad arrivare a giocarsi la vittoria negli ultimi istanti di gara con un Leonard da 3/15 al tiro, un Duncan meno prolifico del solito (“solo” 12 punti, più 13 rimbalzi), un Ginobili in difficoltà (1/6 al tiro) e un Parker ancora una volta sotto il par (8 punti, 7 assist, 4/12 al tiro).