Iman Shumpert, Kevin Love e Lebron James dei Cleveland Cavaliers NBA

Iman Shumpert, Kevin Love e Lebron James dei Cleveland Cavaliers (getty images)

Nuovo appuntamento con i Playoffs NBA e in particolare con la Eastern Conference dove i Cleveland Cavaliers continuano a vincere senza troppe difficoltà. Battaglia vera, invece tra Toronto e Miami, ma vediamo tutto nel dettaglio:

Cleveland Cavaliers (1) – Atlanta Hawks (4) 4-0

Quattro partite, tanto è bastato ai Cleveland Cavaliers per accedere, per il secondo anno consecutivo, alle finali della Eastern Conference. Esattamente come l’anno scorso, Lebron James e compagni hanno spazzato via gli Atlanta Hawks in quattro partite. Troppo il divario, prima ancora che tecnico, emotivo, tra le due squadre. Atlanta ha sempre inseguito gli avversari, per tutta la serie, capendo pochissimo delle mosse dei Cavs che in attacco hanno letteralmente dominato. Unica eccezione gara 4 di ieri, l’unica partita davvero punto a punto della serie, una gara combattuta più che altro per l’indolenza dei Cavs che non hanno approfittato della confusione, su due lati del campo, di un’Atlanta sembrata allo sbando per larghi tratti della partita. Tema tattico costante per tutta la serie, la supremazia di Cleveland sul perimetro. I Cavs non sono mai scesi sotto il 43.2% di gara 4 e negli altri episodi della serie hanno veleggiato abbondantemente sopra al 45% prendendo sempre più di 30 triple a partita. Una vera e propria pioggia di canestri che ha spazzato via Atlanta. Altro tema importante le grosse difficoltà dei lunghi di coach Budenholzer, mai realmente nella serie. Più di tutti ha faticato Al Horford, mai incisivo a rimbalzo e poco in attacco (gara 3 a parte dove ha chiuso con 24 punti con 11/15 dal campo). Dall’altra parte, oltre a un Lebron James sempre decisivo, ci hanno pensato gli altri “big” a fare la differenza, con la notabile eccezione di un Channing Frye da 27 punti in gara 3 (7/9 da 3 punti). Chiudiamo con una nota su Atlanta con Dennis Schroder che ha lentamente eroso minuti importanti a Jeff Teague (che ha passato il secondo tempo di gara 4 seduto a favore del tedesco, decisivo fino all’ultimo possesso della partita). Uno scenario questo, difficile da prevedere e che potrebbe aprire a clamorose trade, del resto gli Hawks in estate dovranno fare qualcosa di grosso, perchè questo gruppo, di alto livello, ha dimostrato limiti importanti quando l’aria diventa rarefatta.

Dwyane Wade, stella dei Miami Heat NBA

Dwyane Wade, stella dei Miami Heat (getty images)

Toronto Raptors (2) – Miami Heat (3) 2-1

Serie di segno completamente opposto invece quella tra i Toronto Raptors e Miami Heat che stanno dando vita a un’autentica battaglia. In tre partite già due volte i 48 minuti non sono bastati e il fattore campo è caduto in due occasioni. Purtroppo (a ridere saranno in ogni caso i Cleveland Cavaliers) entrambe le squadre hanno perso i loro riferimenti sotto canestro. In gara 3 si sono fermati prima Hassan Whiteside e Jonas Valanciunas, entrambi giocatori importanti nella serie, in particolare il lituano di Toronto che nei primi tre episodi non è mai sceso sotto i 15 punti e 12 rimbalzi. A decidere sarà allora il duello sugli esterni: da una parte Goran Dragic (eroico in gara 2 quando dopo aver subito una gomitata che gli è costata 8 punti sul labbro è tornato in campo giocando un secondo tempo da sogno) e soprattutto Dwyane Wade, che sta vivendo una seconda giovinezza, dall’altra DeMarr DeRozan e Kyle Lowry. Molto più incostanti, i due di Toronto, per ora, sono più incostanti, ma anche il finale di gara 3 di Kyle Lorwy (33 punti con 5/8 da 3 punti) rischia di essere determinante nell’assegnazione della serie. Il numero 7 si è inventato un finale di partita epico, fatto di tiri difficili a ripetizione, tutti decisivi e tutti segnati. Questa notte si gioca gara 4 e gli Heat non possono permettersi passi falsi, tornare in Canada sotto 3-1 nel punteggio significherebbe quasi sicuramente alzare bandiera bianca, anche in una serie così tirata, il fattore campo e tre match point consecutivi sarebbero un’occasione troppo ghiotta per Toronto, anche al netto della pesante assenza di Valanciunas.


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