Non ci sono sorprese in questa notte NBA. I Golden State Warriors, davanti al loro pubblico, battono in scioltezza gli Houston Rockets e volano alle Finals dove affronteranno i Cavs e Lebron James per il titolo. Una marcia straordinaria quella di Curry e compagni, coronata da una vittoria quasi mai in discussione, nonostante i problemi fisici di Klay Thompson, grande protagonista di serata assieme a Curry e Barnes. I Rockets invece portano 6 giocatori in doppia cifra, ma tirano malissimo da 3 (5/24). Come se non bastasse James Harden, dopo i 45 punti di gara 4, gioca una partita orrenda, simbolo della disfatta dei texani, mai in questa serie.
Houston Rockets @ Golden State Warriors 104-90 (1-4)
MVP: Ha giocato solamente 22 minuti visti i problemi di falli e soprattutto il durissimo, ma involontario, colpo subito alla testa da Trevor Ariza, eppure Klay Thompson è stato determinante. In una serata al tiro molto complessa per Stephen Curry, l’altro “splash brother” ha con 20 punti e 4 assist in 22 minuti, il tutto con un ottimo 4/6 dall’arco dei tre punti.
LVP: Prima di questa serata James Harden probabilmente sognava di fare un record nella storia dei Playoffs, ma certamente non pensava a quello delle palle perse che invece ha realizzato. La stella dei Rockets infatti non solo ha tirato malissimo 2/11, ma ha anche chiuso con 13 palle perse, cinque delle quali nella ripresa, quando Golden State è riuscita a scappare via. Ci sono anche 6 rimbalzi, 5 assist e 14 punti, ma non bastano di certo per riabilitare una partita semi disastrosa.
Losing Effort: Come in gara 3, Dwight Howard è stato l’ultimo ad arrendersi e sotto canestro ha giocato una prova di grande sostanza, in particolare nel primo tempo, quando Houston è stata sempre a contatto. Il tabellino alla fine parla di 18 punti, 16 rimbalzi e 4 stoppate: niente male.
The Unexpected: Dopo la buona prestazione in gara 3, Festus Ezeli si è ripetuto in una gara ben più importante. Per lui i minuti in campo sono stati oltre 28 e le cifre parlano di una doppia-doppia sforata con 12 punti e 9 rimbalzi con 5/7 dal campo, senza dimenticare il buon lavoro in difesa.
Up: Protagonista assoluto della serata, soprattutto dopo che Thompson ha dovuto lasciare il campo, Harrison Barnes non solo ha contribuito alla causa con 24 punti e 7 rimbalzi, ma è stato uno dei migliori a difendere su James Harden. Adesso lo aspetta Lebron James, un compito forse ancora più complesso, ma con questo atteggiamento Barnes potrebbe essere un bel problema per King James e Cleveland.
Down: Detto di Harden e delle sue difficoltà, non possiamo non spendere due parole per Josh Smith: questa sera in versione Detroit Pistons. Molle in difesa, scriteriato in attacco l’ex Detroit in 20 minuti scarsi ha tirato 14 volte, quasi una al minuto, ma è riuscito ad andare a segno solo in 3 occasioni e non è un caso se coach McHale ha deciso di tenerlo a lungo in panchina.
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