Le premesse per la serata di basket NBA non erano affatto male. Due serie ancora in parità dopo 4 partite, in cui vincere gara 5 significa prenotare il match point per il passaggio del turno e mettere un’enorme pressione sugli avversari. In contemporanea, un disperato “win or go home” per Houston, cui spettava il compito di allungare, sfruttando il match interno, una delle sfide ad oggi più appassionanti di questa post season. Vediamo com’è andata.

Partiamo proprio dal Texas, ma dall’AT&T Center, dove San Antonio provava a strappare per la prima volta nella serie due vittorie consecutive a Dallas. Riescono nell’impresa gli Speroni, grazie ad un sempre eccellente Tony Parker, che nello specifico gode del più che discreto apporto di Splitter e Leonard. San Antonio rimane in controllo del match pressochè fino al quarantottesimo minuto, riuscendo sempre a rispondere ai parziali piazzati da Dallas e mantenendo una solida distanza di sicurezza. I Mavs fanno davvero paura solo a qualche manciata di secondi dal termine, quando Vince Carter (che sta giocando una serie mostruosa) persca dall’angolo la tripla del -4. Ma anche in questa situazione la replica è immediata, con Parker che sul ribaltamento segna dall’arco in pull-up e e porta la compagine di Popovich sul 3-2.

Per la seconda sfida della notte ci spostiamo direttamente in Canada: Raptors e Nets si trovano a dover sparigliare la serie. I primi tre quarti dei padroni di casa sono mostruosi per intensità, e se il primo si rivela relativamente equilibrato, tra la seconda e la terza frazione la franchigia canadese accumula un vantaggio che sfiora a più riprese i 25 punti, con un Kyle Lowry in grandissimo spolvero. Ma i “dinosauri” di stanza a Brooklyn hanno la pellaccia dura: firmano un ultimo quarto da 44 punti e si riportano a strettissimo contatto, grazie soprattutto a Joe Johnson, che si toglie lo sfizio di fimare il pareggio a quota 101 quando mancano 3 minuti al termine. Finale ovviamente vietato ai deboli di cuore: Toronto si riporta a +5 ma viene ripresa immediatamente, con 60 secondi sul cronometro Lowry, ancora lui, pesca dal cilindro una tripla pazzesca per dare ai suoi 3 lunghezze di vantaggio. Il numero 7 si ripete anche nel possesso successivo con un floater centrale molto complesso e, dopo un paio di liberi di DeRozan, i Raptors entrano con 5 punti di vantaggio negli ultimi 20 secondi di partita. Qui una tripla più fallo di Anderson rischia di riaprire i giochi, sull’azione finale Valanciunas commette una folle infrazione su un tiro da metà campo di Deron Williams che avrebbe portato i Nets avanti di 1, ma gli arbitri fischiano un’infrazione di campo appena precedente e Toronto trionfa.

Si chiude al Toyota Center di Houston: Portland si presenta con la targhetta recitante “Dr Jack 77” in onore dell’ex coach, da poco mancato, Jack Ramsay, e forte di un vantaggio per 3-1 nella serie. I Rockets partono forte, costruiscono un discreto vantaggio nei primi due quarti, andando al riposo sul +8, ma danno l’impressione di non riuscire a staccarsi di dosso i Blazers in modo definitivo. E infatti nel corso del terzo periodo, che si trasforma in una sorta di botta e risposta tra Lin e Matthews, i viaggianti si riportano spesso ad un solo possesso di distanza. Si entra così negli ultimi 4 minuti del match ancora una volta in totale equiibrio, con i padroni di casa avanti di due punti, ma qui si accende James Harden: 5 punti consecutivi, una stoppata su Lillard e Houston va, sopravvivendo al primo “dentro o fuori” e riportando la serie a Rip City.

Eastern Conference
Brooklyn Nets @ Toronto Raptors 113-115 (serie: 2-3)

Western Conference
Portland Trail Blazers @ Houston Rockets 98-108 (serie: 3-2)
Dallas Mavericks @ San Antonio Spurs 103-109 (serie: 2-3)

Kyle Lowry (Foto: isportsweb.com)

Kyle Lowry (Foto: isportsweb.com)

MVP: Kyle Lowry, per la costante presenza nell’arco di tutto il match e per la gestione dei delicatissimi possessi finali, quando è lui a tenere Toronto una spanna sopra la linea di galleggiamento. Le cifre certificano una prestazione da incorniciare: 36 punti e 6 assist, tirando col 60% dal campo (e un pazzesco 6-9 dall’arco), e un plus/minus che recita +15 , il tutto in 38 minuti di gioco. Numeri troppo belli per non essere indicativi.

LaMarcus Aldridge

LaMarcus Aldridge

LVP: Strano doverlo ammettere, viste le sue performance nei playoffs fino ad oggi, ma il LaMarcus Aldridge che è sceso in campo a Houston è il lontano parente del campione che sta facendo sognare Portland. 8 punti e 8 rimbalzi non rappresentano necessariamente una prestazione deludente, ma se spalmati su quasi 40 minuti in campo e accompagnati da un brutto 3-12 al tiro, non sono un dato esaltante. In questo quinto capitolo Howard ha avuto la meglio, ora LaMarcus ha la possibilità di vendicarsi a casa “propria”, cancellando questa brutta gara 5.

On Fire: W. Matthews (27 pts); D. Lillard (26 pts, 7 ast); D. Howard (22 pts, 14 reb); D.DeRozan (23 pts, 6 ast, 6 reb); V. Carter (28 pts); D. Nowitzki (26 pts, 15 reb); T. Parker (23 pts, 5 ast).

Joe Johnson  (Photo by Veronika Mironova WP)

Joe Johnson (Photo by Veronika Mironova WP)

Losing Effort: Nella notte in cui gli altri veterani Pierce e Garnett combinano per soli 14 punti, è l’ex Atlanta a prendere per mano Brooklyn, guidando la strepitosa rimonta dell’ultimo quarto. Alterna giochi in post molto efficaci alla classica, mortifera precisione dalla lunga distanza, facendo soffrire dannatamente i difensori. Non si nega mai una conclusione (e infatti si prende 23 tiri, mandandone a bersaglio 13), segna 30 punti conditi da 3 assist e 6 rimbalzi, ma è soprattutto il +22 nel plus/minus a fare impressione.