Curry, prima di gara-5 delle semifinali, ha mostrato al pubblico dell'Oracle Arena il suo secondo titolo di MVP della Regular Season consecutivo (Foto: zimbio.com)

Curry, prima di gara-5 delle semifinali, ha mostrato al pubblico dell’Oracle Arena il suo secondo titolo di MVP della Regular Season consecutivo (Foto: zimbio.com)

(1) Golden State Warriors – (5) Portland Trail Blazers 4-1

Al termine della notte NBA dell’11 Maggio è calato il sipario sull’incredibile stagione dei Trail Blazers, che dopo gli smantellamenti del mercato estivo sono riusciti a qualificarsi quinti ad Ovest e a battere gli incerottati Clippers ai quarti di finale; la franchigia dell’Oregon, inoltre, ha vinto gara-3 e ha dato del filo da torcere ai campioni in carica nelle ultime due sfide della semifinale. Una serie di miracoli sportivi con un organico che nessuno avrebbe osato definire da Playoffs. “I really love your team”, ha detto coach Kerr a coach Stotts alla fine di una gara-5 in cui Portland ha superato la doppia cifra di vantaggio verso la metà del secondo periodo. Correndo e giocando con energia, però, Golden State ha cambiato faccia nel terzo quarto e la palla è iniziata ad entrare: canestro e fallo di Thompson per il -1, tripla di Curry per il +2 nella serata della consegna dell’MVP e inerzia dalla parte dei Warriors. I Trail Blazers inizialmente hanno retto il colpo e poi hanno rischiato di sprofondare a 6 minuti dall’ultima sirena. Ma l’orgoglio di McCollum ha riaperto nuovamente i giochi e ad archiviare la questione, dopo l’errore di Lillard per il potenziale pareggio, è stato Stephen Curry (29 punti, 11 assist e 5 rimbalzi) con la clamorosa “bomba” del +5 con 25 secondi rimasti sul cronometro. Va sottolineato l’aspetto che forse più di tutti ha contraddistinto il match, ovvero le 30 triple totali (su 68 tentativi) realizzate da entrambe le compagini. Il miglior realizzatore è stato un Klay Thompson in netto miglioramento con 33 punti in gara-5 e 31.0 punti di media (49.5% al tiro e 50% da 3) nella serie contro Portland. Andrew Bogut, infortunato all’adduttore destro, potrebbe avere dei problemi ad esordire in finale di Conference.

 

Momenti emozionanti al termine di gara-6 (image.cleveland.com)

Momenti emozionanti al termine di gara-6 (image.cleveland.com)

(2) San Antonio Spurs – (3) Oklahoma City Thunder 2-4

E’ finita un’era? San Antonio, contro ogni aspettativa e dopo una gara-1 dominata, ha gettato la spugna in gara-6 alla Chesapeake Energy Arena ed ora Tim Duncan e Manu Ginobili potrebbero salutare il basket giocato. Doveva essere l’anno dell’ultimo tango dei “vecchi” Spurs prima del definitivo passaggio del testimone a Leonard e Aldridge, ma i Thunder hanno ribaltato ogni pronostico sfruttando il loro atletismo, la loro fisicità e il calore del pubblico di casa. Le chiavi della decisiva vittoria di Oklahoma City sono state nei miglioramenti in difesa e in una circolazione di palla notevole, ovvero i due aspetti del gioco che in questo 2015-16 i ragazzi di coach Donovan hanno interpretato nella maniera sbagliata. Ma non nel match più importante della stagione. I texani rimpiangono, a loro volta, il pessimo rendimento delle riserve, un Tony Parker che non è quasi mai riuscito a risultare incisivo e un gioco d’attacco ben lontano dal “beautiful game” di un paio di anni fa (anche a causa delle numerose palle dentro a Aldridge). I Thunder, durante il sesto incontro della serie, hanno dettato il loro ritmo dalla fine del primo periodo e poi, nel quarto successivo, hanno inflitto agli ospiti un parziale complessivo di 30-12: 55-31 il punteggio all’intervallo dopo la tripla di un sontuoso Kevin Durant (37 punti con 12-24 dal campo in 43 minuti). Gli Spurs hanno provato a ricucire il margine nella quarta frazione, ma Oklahoma City ha mantenuto il controllo della situazione per vincere 113-99. Solo applausi per Tim Duncan, che è stato l’ultimo a mollare con 19 punti e 5 rimbalzi nel suo tabellino; il 5 volte campione NBA ha abbandonato il parquet con un volto ovviamente scuro e a breve prenderà la decisione definitiva sul suo ritiro (ha una player option). “Non dirò assolutamente cosa ci siamo detti io e Tim alla fine della partita. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ma abbiamo incontrato una squadra migliore di noi”, ha spiegato coach Popovich in conferenza stampa. L’MVP romantico di gara-6 è stato Andre Roberson, ottimo in difesa e autore di 14 punti arrivati nei momenti più opportuni.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati