Pochissimo equilibrio in questi primi giorni di Playoffs della Western Conference, con la serie tra Clippers e Trail Blazers che è l’unica ancora ferma al suo primo atto (gara-2 stanotte alle 4.30 italiane). Per ora il clima frizzante della postseason non si è ancora percepito a causa dello strapotere delle grandi. L’unico clamoroso colpo di scena è avvenuto tra le mura della Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City, dove i Mavericks hanno vinto gara-2 dopo un finale di partita degno di un film hollywoodiano. E’ sulla bocca di tutti la leggera distorsione alla caviglia di Stephen Curry, che dopo gara-2 potrebbe saltare anche gara-3.

Distorsione alla caviglia per Steph Curry in gara-1 (Foto: cdn2.vox-cdn.com)

Distorsione alla caviglia per Steph Curry in gara-1 (Foto: cdn2.vox-cdn.com)

(1) Golden State Warriors – (8) Houston Rockets  2-0
La serie tra i campioni in carica e la truppa texana si sta rivelando, senza nessuna sorpresa, a senso unico. Houston ha faticato molto in fase difensiva (quasi 110 punti concessi nelle prime due gare) e raramente è riuscita a contenere i contropiedi e l’intensità dei Warriors, che hanno sempre avuto il lusso di alzare o abbassare il ritmo a loro piacimento. Gara-1 è stata una vera e propria passeggiata in campagna per i ragazzi di coach Kerr: appena i padroni di casa hanno aumentato l’energia e la velocità, i Rockets non hanno potuto fare nulla e questo copione si è ripetuto fino al termine dell’incontro. Golden State ha fatto la voce grossa con il punteggio di 104-78 (60-33 il primo tempo) grazie specialmente ai 24 punti in 19 minuti di Stephen Curry, che nel secondo quarto si è leggermente slogato la caviglia. L’esterno ha fatto riscaldamento prima di gara-2 e alla fine, però, non è riuscito a scendere sul parquet. Nel secondo atto i Warriors hanno vinto senza dominare in maniera straripante, ma controllando con maturità dal primo all’ultimo minuto. Tra le prestazioni offensive è doveroso citare i 34 punti di Klay Thompson, i 18 di Andre Iguodala e i 16 di Shawn Livingston (titolare); da solo sull’isola James Harden con 28 punti e 11 assist. L’assenza dell’MVP, in dubbio anche per gara-3 (tra giovedì e venerdì alle 3.30 italiane), si è sentita poco perché tutti sono stati in grado di alzare l’asticella: segnale a dir poco confortante.

Leonard, prima di gara-2, ha mostrato al pubblico il suo secondo trofeo consecutivo di miglior difensore dell'anno (Foto: content.kens5.com)

Leonard, prima di gara-2, ha mostrato al pubblico il suo secondo trofeo consecutivo di miglior difensore dell’anno (Foto: content.kens5.com)

(2) San Antonio Spurs – (7) Memphis Grizzlies 2-0
+32 in gara-1 e +26 in gara-2: un 2-0 più netto di così era difficile da immaginare. Questa Memphis, senza giocatori del calibro di Gasol, Conley e Wright, non ha le armi nemmeno per sognare una vittoria contro degli Spurs in forma ed estremamente focalizzati verso l’obiettivo più prestigioso. San Antonio, senza impegnarsi troppo, si è confermata la prima difesa della Lega con 71 punti di media concessi nei primi due atti di una serie che coi Playoffs c’entra davvero poco: c’è troppo divario tra le due compagini, che avrebbero potuto darsi più battaglia se la sfortuna non si fosse crudelmente accanita contro la truppa di coach Joerger. Coach Popovich ha avuto la fortuna di far girare tutti gli uomini e di dare più tregua ai veterani, trovando ottime risposte da un Patty Mills autore di 15.5 punti di media in postseason. Kawhi Leonard (top scorer nero-argento nelle prime due gare con 16.5 punti), prima del match di ieri notte, ha ricevuto davanti ai tifosi dell’AT&T Center il premio di miglior difensore dell’anno: è il primo “non-centro” a conquistare questo trofeo per due annate consecutive dopo Rodman nel 1990 e nel 1991. La palla a due di gara-3 verrà alzata tra venerdì e sabato alle 3.30 italiane.

Mark Cuban, presidente dei Mavs, abbraccia Mejri dopo la clamorosa vittoria in gara-2 (Foto: www.newsday.com)

Mark Cuban, presidente dei Mavs, abbraccia Mejri dopo la clamorosa vittoria in gara-2 (Foto: www.newsday.com)

(3) Oklahoma City Thunder – (6) Dallas Mavericks 1-1
Nelle prime due partite di questi Playoffs si sono visti ad occhio nudo gli angeli e i demoni dei Thunder: energia, dominio atletico, talento e un sesto uomo di lusso come Enes Kanter (16 punti e 13 rimbalzi in gara-1) da un lato; dall’altro dei grossi limiti nel roster (panchina di basso livello fatta eccezione per il turco e il deserto se Westbrook e Durant non sono in giornata), una cattiva gestione dei finali e poco gioco di squadra. L’aspetto difensivo è sempre stato un problema durante la Regular Season, ma per ora non è venuto fuori in maniera troppo evidente. Gara-1 è terminata 108-70 a favore di una straripante Oklahoma City, capace di vincere il primo quarto 30-11 e di giocare davvero un’ottima partita nel suo complesso; Dallas ha tirato con il 29.8% dal campo e il 22.2% da 3 in una serata che ha fatto sorgere diversi dubbi legati all’adeguatezza della truppa di coach Carlisle. In gara-2, però, è accaduto l’impensabile: 15/55 al tiro e 11 palle perse per il duo KD-RW, gara in equilibrio, tap-in sulla sirena di Steven Adams annullato dopo l’instant replay e vittoria d’orgoglio di Dallas nonostante le assenze (Parsons, Lee, Barea e Williams a mezzo servizio). “Abbiamo dimostrato di essere qui per combattere. Loro sono senza dubbio i favoriti, ma non avranno un cammino facile”, parole del leader Dirk Nowitzki autore di 17 punti; da segnalare anche i 21 punti e 11 rimbalzi di un decisivo Raymond Felton. I Mavs sono la prima squadra dal 1995 a vincere gara-2 dopo aver perso la prima di 35 o più lunghezze. Si va in Texas (gara-3 tra giovedì e venerdì all’1.00 italiana) sull’1-1.

(4) Los Angeles Clippers – (5) Portland Trail Blazers 1-0
La serie che potrebbe regalare un equilibrio interessante è ancora ferma al suo primo atto, con gara-2 che andrà in scena questa notte alle ore 4.30 italiane allo Staples Center. In gara-1 i Trail Blazers sono riusciti a rimanere in partita nel primo tempo grazie specialmente alle prodezze di Damian Lillard (21 punti e 8 assist), ma dalla ripresa in poi lo strapotere atletico dei Clippers ha avuto la meglio e la truppa di coach Doc Rivers ha dato la spallata decisiva per vincere in scioltezza 115-95. Merito di un Blake Griffin che gradualmente sta ritrovando il ritmo (19 punti, 12 rimbalzi, 6 assist e un paio di schiacciate favolose) e di un Chris Paul in missione (28 punti, 11 assist, 6 rimbalzi e 2 recuperi). 12 punti per Jamal Crawford, che ieri è stato ufficialmente nominato miglior sesto uomo dell’anno per la terza volta in carriera. E’ chiaro che Portland ha delle gravi lacune difensive e pochissimo talento al di là di Lillard e McCollum (sottotono con 9 punti e 3-11 al tiro), ma nella RIP City i ragazzi di coach Stotts hanno comunque le carte in regola per dire la loro.


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