IN CIMA
E’ stata l’estate dei Cleveland Cavaliers. Impossibile pensarla diversamente, perché la franchigia di Dan Gilbert ha vissuto un mercato praticamente senza precedenti nella propria storia, con cui ha ribaltato, almeno sulla carta, molti equilibri ai piani alti della lega. Merito del ritorno a casa del figliol prodigo LeBron James, arrivato peraltro alla corte dell’esordiente – nella NBA, ma non certo a digiuno di esperienza ad alto livello – coach David Blatt in ottima compagnia. L’ingaggio via trade di Kevin Love ha permesso di mettere in piedi, anche insieme ad un Kyrie Irving fresco MVP dei Mondiali, la nuova versione dei “Big Three” che potrebbe, per qualità, età e combinazioni tecniche, essere in grado di lottare ai vertici per alcuni anni. Ma è l’aggiunta di Shawn Marion, Mike Miller, James Jones e Brendan Haywood, che vanno a fare compagnia a Varejao, Thompson e pure al discusso Waiters, che può dare quella solidità e quella profondità necessaria per fare tanta strada. La chimica è ancora da trovare e, per questo, come ha detto LBJ, i Cavaliers – pur essendo potenzialmente superiori – partono probabilmente mezzo passo indietro rispetto ai Chicago Bulls. I “Tori” giocano insieme da più tempo, hanno un sistema consolidato, un allenatore come Thibodeau che ha saputo trasmettere una mentalità molto forte e sono stati bravi sul mercato a liberarsi del “peso” Boozer di fatto rimpiazzandolo con un elemento del livello di Pau Gasol, allungando anche le rotazioni con Nikola Mirotic, l’esperienza di Aaron Brooks e la gioventù del rookie Doug McDermott. Molto dipende dalle condizioni di Derrick Rose, ma è credibile che sarà proprio il duello tra Chicago e Cleveland a caratterizzare la stagione della Central Division e, probabilmente, dell’intera Eastern Conference.

MINA VAGANTE
Il finale della scorsa stagione, con uno spogliatoio imploso dopo una grandiosa prima parte di regular season, ha lasciato molto amaro in bocca ai tifosi degli Indiana Pacers. La squadra è comunque arrivata alla Finale di Conference, prima di schiantarsi contro il muro di Miami e, risolti i problemi ambientali, avrebbe anche potuto ambire allo stesso traguardo. Ma, scaricati Bynum e Turner, Indiana ha perso Lance Stephenson, finito a Charlotte, e soprattutto Paul George per il gravissimo infortunio in allenamento con Team Usa che gli farà saltare l’intera stagione. Le basi del gruppo ora saranno messe duramente alla prova ma potrebbero anche rivelarsi più solide del previsto. La situazione non è semplice, di certo un realizzatore come George non è rimpiazzabile, ma Stuckey e Miles in coppia possono dare un buon contributo, andrà ritrovato Hibbert e alcuni equilibri saranno da variare. La Finale di Conference è un miraggio, ma una buona stagione potrebbe non essere impossibile. Ma converrebbe realmente?

SUL FONDO
L’inizio della gestione di Stan Van Gundy, nella doppia veste dirigenziale e tecnica, non sembra poter smuovere troppo il destino dei Detroit Pistons, che mancano i playoffs da 5 stagioni. In una situazione già complessa, non è stato risolto il problema della difficile convivenza tecnica tra Smith, Drummond e Monroe anche se l’intenzione parrebbe di orientare quest’ultimo, che ha accettato solo la qualifying offer e si libererà tra un anno, verso la panchina. Le firme di uno strapagato Meeks e di un declinante Butler non sembrano offrire enormi garanzie se non la possibilità tecnica di utilizzare più spesso quintetti con un’ala piccola vera o con tre esterni. E non sembrano aprirsi grandi varchi per Gigi Datome. Il potenziale c’è ma non sembra ancora assemblato al meglio. Su un percorso di crescita hanno iniziato a porsi anche i Milwaukee Bucks, con Jason Kidd in panchina e la seconda scelta assoluta Jabari Parker in campo. Grande attenzione per l’atletismo di Antetokounmpo, Brandon Knight potrebbe giocare anche più spesso da guardia in virtù dell’arrivo di un regista sottovalutato come Kendall Marshall. Bayless e Dudley aggiungono esperienza ad un roster ancora molto acerbo, che avrebbe urgente bisogno di ritrovare il miglior Larry Sanders per fare un buon salto in avanti verso playoffs che paiono però ancora fuori portata.