O.J. Mayo e Brandon Knight, la delusione ed il miglior giocatore dell'annata di Milwaukee (Rob Carr/Getty Images)

O.J. Mayo e Brandon Knight, la delusione ed il miglior giocatore dell’annata di Milwaukee (Rob Carr/Getty Images)

LA STAGIONE – La dirigenza e i tifosi sapevano che questa sarebbe stata ben più di una stagione di transizione per la franchigia del Wisconsin. I numerosi addii (Jennings, Ellis, Redick e Mbah a Moute su tutti) obbligavano a ripartire da zero, e così è stato fatto, puntando su alcuni elementi giovani che si spera possano essere utili in futuro, ma soprattutto dando un occhio al draft del prossimo anno, da cui si spera di pescare una futura stella da cui ripartire. Milwaukee, con le sue 15 vittorie, è insomma stata l’esempio perfetto del ‘tanking’ che quest’anno ha caratterizzato molte squadre in NBA. Se la scelta sia stata azzeccata o meno solo il futuro ce lo potrà dire.

MVP – L’addio di Brandon Jennings la scorsa estate aveva preoccupato ben più di un tifoso, ma vista la stagione giocata dall’ex Virtus Roma in quel di Detroit ormai i rimpianti sono stati completamente dimenticati. Inoltre al suo posto è arrivato forse uno dei pochi giocatori su cui i Bucks potranno puntare nel futuro, ovvero quel Brandon Knight capace, al terzo anno, di giocare la propria migliore stagione in NBA. Per lui un’annata da 17.9 punti con 3.5 rimbalzi e 4.9 assist. Naturalmente sarà da rivedere in un altro contesto di squadra, ma dopotutto il ragazzo appare giovane e promettente.

John Henson, una delle poche note liete della stagione dei Bucks (Jerome Miron-USA TODAY Sports)

John Henson, una delle poche note liete della stagione dei Bucks (Jerome Miron-USA TODAY Sports)

LA SORPRESA – Le migliori indicazioni su giocatori futuribili sono arrivate probabilmente dal settore lunghi, dove, al loro secondo anno in NBA, sono sbocciati John Henson e Khris Middleton. Il primo è riuscito a sfruttare molto meglio il doppio del minutaggio concessogli rispetto alla sua stagione da rookie (è passato dai 13.1 minuti dello scorso anno a 26.5 di quest’anno) realizzando 11.1 punti di media (con il 53.8% dal campo) conditi da 7.1 rimbalzi e 1.7 stoppate ad allacciata di scarpe. Il secondo, arrivato da Detroit nell’affare Jennings, ha invece sfruttato i 30 minuti che coach Drew gli ha offerto, segnando 12.1 punti con il 41.4% da tre a cui ha aggiunto 3.8 rimbalzi e 2.1 assist.

LA DELUSIONE – Dopo una stagione non soddisfacente a Dallas, O.J. Mayo aveva l’opportunità di rifarsi giocando da prima opzione offensiva in una squadra in cui avrebbe potuto pensare maggiormente alle statistiche personali di modo da riacquistare appeal nella lega. Obbiettivo ben più che fallito per il prodotto di Southern California che ha anche faticato a trovare lo spazio sperato, un po’ per problemi fisici, un po’ per le scelte di coach Drew. Alla fine per lui una stagione da 11.7 punti con il 40.7% al tiro, 2.4 rimbalzi, 2.2 assist e 1.8 palle perse, sicuramente la sua peggiore in carriera.

PROSPETTIVE FUTURE – Il progetto di Milwaukee dovrà essere per forza di cose a lungo termine, sia perché non è plausibile che chiunque venga firmato come seconda scelta assoluta al prossimo Draft possa far compiere alla squadra un netto salto in avanti in una sola stagione, sia perché al momento alcuni contratti pesanti (come quelli di Mayo, Ilyasova, Pachulia, ma anche Larry Sanders che ha deluso non poco) bloccano un po’ la franchigia sul mercato dei free agent. La cosa migliore per la dirigenza quindi al momento è continuare a puntare sugli elementi più giovani (ci si aspettano notevoli passi in avanti ad esempio dal greco Antetokounmpo che già nella stagione da rookie ha mostrato molti numeri interessanti). Inoltre è da ricordare che c’è stato un recente cambio di proprietà all’interno della franchigia e sarà interessante vedere quali saranno gli obiettivi dei nuovi proprietari.