Continua la stagione maledetta dei Knicks, che perdono anche contro Washington in un finale che, per usare un eufemismo, si poteva gestire meglio. Si fermano un po’ a sorpresa Indiana, contro Detroit, e San Antonio, contro i Clippers, mentre i cugini gialloviola si arrendono in casa degli Hawks. Heat e Nets vincono più che agevolmente contro Jazz e 76ers, mentre tra i risultati più “a sorpresa” si segnalano le vittorie dei Celtics contro i T-Wolves e dei Magic contro i Bulls.

Detroit Pistons @ Indiana Pacers 101-96
Los Angeles Lakers @ Atlanta Hawks 100-114
Minnesota Timberwolves @ Boston Celtics 97-101
Philadelphia 76ers @ Brooklyn Nets 94-130
Utah Jazz @ Miami Heat 94-117
Washington Wizards @ New York Knicks 102-101
Orlando Magic @ Chicago Bulls 83-82
San Antonio Spurs @ Los Angeles Clippers 92-115

Jared Sullinger ha dato del filo da torcere a Kevin Love (Foto: sportspyder.com)

Jared Sullinger ha dato del filo da torcere a Kevin Love (Foto: sportspyder.com)

MVP. Al di là delle cifre, che premierebbero Joe Johnson (ma nella facile vittoria contro i 76ers), o il solito LeBron James (nella facile vittoria contro i Jazz), andiamo leggermente controcorrente e scegliamo Jared Sullinger, protagonista dell’affermazione dei suoi Celtics contro i T-Wolves con un quarto periodo spettacolare, in cui si è letteralmente caricato la squadra sulle spalle segnando 15 dei suoi 24 punti (conditi alla fine da 11 rimbalzi e 5 assist).

LVP. Se c’è da trovare un capro espiatorio nella sconfitta dei Pacers contro i Pistons, non può che essere Roy Hibbert, che soffre tremendamente contro le “twin towers” di Detroit, Monroe e Drummond (che pure non giocano una partita propriamente spettacolare), e chiude con la miseria di 6 punti, 4 rimbalzi e 2/12 dal campo in 35 minuti abbondanti sul parquet. Analogamente, serata sottotono per Tony Parker (8 punti, 6 assist, 3/8 dal campo) nella sconfitta dei suoi Spurs a Los Angeles, sponda Clippers.

On Fire. J. Smith (DET, 30 pts, 7 reb), B. Jennings (DET, 18 pts, 8 ast), L. Stephenson (IND, 23 pts, 7 reb, 6 ast), J. Hill (LAL, 21 pts, 9 reb), N. Young (LAL, 23 pts, 5/7 3FG), A. Horford (ATL, 19 pts, 11 reb), J. Teague (ATL, 17 pts, 10 ast), K. Love (MIN, 27 pts, 14 reb), J. Johnson (BRO, 37 pts, 7 reb, 5 ast, 10/14 3FG; 29 pts nel solo 3º quarto), A. Blatche (BRO, 20 pts, 5 reb), L. James (MIA, 30 pts, 9 reb, 9 ast), D. Wade (MIA, 27 pts, 5 reb), C. Bosh (20 pts, 6 reb), B. Beal (WAS, 21 pts, 7 reb), J. Wall (WAS, 20 pts, 6 reb, 8 ast), C. Anthony (NYK, 32 pts, 5 reb), A. Afflalo (ORL, 23 pts, 8 reb), L. Deng (CHI, 26 pts, 8 reb), T. Duncan (SAS, 17 pts, 11 reb, 5 ast), B. Griffin (LAC, 27 pts, 9 reb), C. Paul (LAC, 23 pts, 8 reb, 7 ast).

Losing Effort. Prestazione tanto degna di nota quanto inusuale, ma in ogni caso inutile, quella di Alec Burks, che contro gli Heat mette a segno 31 punti, di cui la maggior parte a partita ancora “aperta” (per quanto possa essere stata aperta Jazz-Heat), tirando 12/17 dal campo e aggiungendo 7 assist e 4 recuperi.

The Unexpected. Che Martell Webster stesse giocando una buonissima stagione è fuor di dubbio, ma pochi forse si aspettavano un trentello in uscita dalla panchina, con un pregevole 6/8 da tre punti.

Bradley Beal segna indisturbato il canestro della vittoria (Foto: nba.si.com)

Bradley Beal segna indisturbato il canestro della vittoria (Foto: nba.si.com)

Ups. Continua la timida risalita dei Nets, che si sbarazzano facilmente dei 76ers e ora vedono da vicino l’ottavo posto a Est, al momento dei Raptors. Bene, anzi meglio, i Pistons, che ottengono una vittoria preziosa sia per il morale (i Pacers sono, anzi erano, la squadra col miglior record della Lega) sia per la classifica, che li vede ora al quinto posto nella Eastern. Più o meno lo stesso discorso vale per i Wizards, che consolidano il loro sesto posto nella vittoria contro i Knicks.

Downs. E come non parlare proprio dei Knicks? Non tanto per l’ennesima sconfitta, ma per come è arrivata: sprecando cioé un mini-vantaggio di 4 punti a due minuti dal termine e soprattutto, nei secondi finali, permettendo prima una comoda penetrazione senza aiuti difensivi a Bradley Beal (vedi anche voce “Buzzer Beater” qui sotto), e poi, negli ultimi 6 secondi, prendendosi l’ultimo tiro, forzato, con Carmelo Anthony, senza che nessuno si rendesse conto di avere ancora un timeout disponibile per organizzare l’azione. Insomma, una squadra sempre più allo sbaraglio. Male anche i Bulls, che, colpiti anche da vari problemi fisici (oltre a quello enorme di Rose), stanno faticando a trovare le energie mentali per rimanere comunque ancorati alle zone alte della Eastern Conferece.

Buzzer Beater. Due le vittorie di misura nella notte, quella di Orlando a Chicago e quella di Washington a New York. Ma se nella prima il canestro sulla sirena è stato solo quello, ininfluente, di Dunleavy, che ha portato il divario da -4 a -1, nella seconda è stato decisivo. Bradley Beal, rientrato dall’infortunio, segna la tripla del -1 a 2 minuti dal termine, e poi un’altra tripla, dopo due liberi di Bargnani, per il pareggio a 45 secondi dalla fine. I Knicks fanno solo 1/2 dalla lunetta con Udrih e l’ultimo possesso è per i Wizards, che lo sfruttano al meglio operando il sorpasso ancora con Beal a 7 secondi dalla sirena. New York sbaglia poi l’ultimo tiro con Anthony e Washington può festeggiare.