Bryant vs. Paul (Foto: ESPN.com)

Bryant vs. Paul (Foto: ESPN.com)

Sono ben 7 i successi esterni registrati tra gli 11 match disputati nella notte. Il più fragoroso è senza dubbio quello dell’American Airlines Arena, dove i Miami Heat sono stati superati dai Chicago Bulls, trascinati dalle rocciose doppie-doppie del frontcourt titolare Carlos Boozer-Joakim Noah. Cadono in casa anche i Milwaukee Bucks, con gli Houston Rockets che ringraziano i 60 punti portati alla causa dalla panchina, e i Memphis Grizzlies, battuti dai sempre più sorprendenti Portland Trail Blazers.

Questi tutti i risultati della notte NBA:

Sacramento Kings @ Toronto Raptors 105 – 96;
Brooklyn Nets @ Washington Wizards 115 – 113 2OT;
Cleveland Cavaliers @ Charlotte Bobcats 106 – 104;
Atlanta Hawks @ Detroit Pistons 84 – 85;
Chicago Bulls @ Miami Heat 96 – 89;
Indiana Pacers @ Boston Celtics 75 – 94;
Portland Trail Blazers @ Memphis Grizzlies 86 – 84;
Philadelphia 76ers @ Oklahoma City Thunder 85 – 109;
Houston Rockets @ Milwaukee Bucks 115 – 101;
Utah Jazz @ Phoenix Suns 87 – 80;
Los Angeles Lakers @ Los Angeles Clippers 102 – 107;

MVP: Il duello personale, ai punti, può averlo vinto Kobe Bryant, ma portandosi a casa il referto della vittoria, Chris Paul, aumenta considerevolmente il peso specifico dei suoi 30 punti messi a segno nel derby di Los Angeles. In 41 minuti, poi, CP3 è stato capace di raccogliere 6 rimbalzi, distribuire 13 dei 27 assist di squadra e rubare 2 palloni.

LVP: Definirlo scostante è forse poco indicativo dei reali problemi che affronta, ma resta il fatto che Pau Gasol ha mandato a referto, contro i Los Angeles Clippers ha mandato a referto una delle stat lines peggiori della sua carriera: 2 punti, frutto di un misero 1/6 al tiro, 4 rimbalzi, 2 assist e 2 stoppate. Il tutto in 27 minuti di utilizzo. Il dato che più di ogni altro fa riflettere, però, è quello sul bilancio realizzativo all’interno di quell’impiego, comunemente conosciuto come plus-minus: -20.

LBJ (Foto: Heat.com)

LBJ (Foto: Heat.com)

On fire: DeMarcus Cousins (SAC, 31 pts, 20 reb); Kyle Lowry (TOR, 24 pts, 27 min, 4/7 3pt); Brook Lopez (BKN, 27 pts, 13 reb, 3 blk), Deron Williams (BKN, 24 pts, 7 reb, 10 ast); Kyrie Irving (CLE, 33 pts, 5 reb, 6 ast, 4 stl, 3 blk); Ben Gordon (CHA, 27 pts, 27 min); Al Horford (ATL, 18 pts, 15 reb); Carlos Boozer (CHI, 27 pts, 12 reb); LeBron James (MIA, 30 pts, 6 reb); Russell Westbrook (OKC, 27 pts, 5 ast, 6 to); James Harden (HOU, 29 pts, 7 ast, 4 stl);

Losing effort: Il rovescio della medaglia, a Los Angeles, viene da Kobe Bryant. Inutili, ai fini della vittoria, sono risultati i suoi 38 punti, figli di un discreto 15/25 dal campo, con 1/6 da oltre l’arco. Curioso che il 24 non abbia raccolto nemmeno un rimbalzo, così come il fatto che abbia perso 1 solo pallone, a fronte di 5 rubati, in ben 44 minuti di gioco.

The unexpected: A volta quello che serve ad un solido comprimario come Marreese Speights è solo un’occasione. Questa, complice il malessere che ha tolto prematuramente dalla contesa Zach Randolph, è arrivata nella notte, quando il prodotto di Florida, partito titolare, ha calcato il parquet per 27 minuti, mandando a referto una doppia-doppia da 22 punti e 13 rimbalzi.

Ups: C’è una squadra che, partita con tutt’altre ambizioni, si trova ora ad occupare la settima piazza ad ovest, in netto anticipo sulla tabella di marcia della ricostruzione che aveva varato la scorsa estate. Si tratta dei Portland Trail Blazers, che nella notte sono decollati dal Tennessee con il prestigioso scalpo dei Grizzlies nei borsoni. Menzione d’onore anche per i Chicago Bulls ed i Sacramento Kings.

Downs: Impossibile prescindere dai Los Angeles Lakers. Chi attendeva il rientro di Steve Nash per dare attendibilità alle tesi che ipotizzavano una rinascimento lacustre, è rimasto profondamente deluso. I fatti provati dicono che i gialloviola sono una squadra costruita male, di età media avanzata e, forse con l’allenatore sbagliato. Il calendario scorre, e mentre gli altri corrono, i playoff restano avanti 2 partite. Menzione di disonore, infine, per Phoenix Suns e Washington Wizards.

Buzzer beater: When it rains it pours. Quando c’è un tiro sulla sirena, aspettatevene degli altri. I primi piovono dalla capitale, Washington, dove prima Nene ha mandato la partita all’overtime, pareggiando a quota 93 con meno di un secondo sul cronometro, imitato 5 minuti dopo da Bradley Beal, che dall’arco ha infilato la tripla del 104-104, e del secondo supplementare, con 1.9 secondi rimasti. L’ulitma risata, però, se l’è fatta Joe Johnson, che lasciando 7 decimi di secondo da giocare nel secondo prolungamento, ha messo a segno il jumper del definitivo 115-113. Altra tiro della vittoria è stato quello di Kyrie Irving, che in casa dei Bobcats ha siglato il tiro dalla media che è valso il +2 finale ai Cavaliers; inutile il disperato tentativo dall’arco di Gerald Henderson, scoccato nell’unico secondo rimasto a sua disposizione. Da annotare anche una stoppata decisiva a Detroit, dove Andre Drummond ha rispedito al mittente il tiro di Lou Williams che avrebbe potuto significare la sconfitta dei suoi Pistons.

Stat of the night: Detto della mostruosa produzione del pino degli Houston Rockets, 60 punti sui 115 totali, un’altro spunto statistico viene dal Bradley Center, dove i Milwaukee Bucks hanno mandato in doppia cifra ben 7 giocatori: Brandon Jennings con 16 punti, Monta Ellis e Mike Dunleavy Jr. con 12, Beno Udrih, John Henson ed Ersan Ilyasova con 11, Ekpe Udoh con 10.

In chiusura, la consueta top 10 della migliori azioni della notte, selezionate da NBA.com:

httpv://www.youtube.com/watch?v=20NsPWiFOnk