Manu Ginobili

Manu Ginobili

La notte NBA consegna doverosamente la copertina alle protagoniste dell’entusiasmante testa a testa per la leadership della Western Conference. San Antonio, ispirata da Parker e Ginobili, infatti passa a Chicago, archiviando la settima vittoria consecutiva, con cui mantiene mezza lunghezza di vantaggio sui Thunder che, ispirati dal solito mostruoso Durant, stendono i pur ottimi Rockets di questo periodo. Indiana torna al successo dopo 4 k.o., agevolata anche dall’esordio di Bynum, con cui impone la propria maggiore fisicità sui Celtics. Memphis centra la terza W in fila, fermando Portland, e sul 7° gradino dell’ovest mette il naso avanti di un’incollatura sui Mavs, usciti malconci contro Golden State. Infine Minnesota batte la derelitta Milwaukee e Detroit, sempre con Datome seduto, si impone su Sacramento.

Ecco i risultati nel dettaglio:
Boston Celtics @ Indiana Pacers 83-94
Sacramento Kings @ Detroit Pistons 89-99
San Antonio Spurs @ Chicago Bulls 104-96
Milwaukee Bucks @ Minnesota Timberwolves 101-112
Houston Rockets @ Oklahoma City Thunder 98-106
Portland Trail Blazers @ Memphis Grizzlies 99-109
Dallas Mavericks @ Golden State Warriors 85-108

MVP. Impossibile non menzionare Kevin Durant. Una presenza decisamente frequente in questo spazio, per confermare a tutti gli effetti una stagione disputata davvero ai massimi livelli. Nello scontro con Houston, in cui Westbrook si è preso una significativa rivincita su Beverley, ha sfornato 42 punti (inclusi i 5 in fila che hanno stroncato l’ultima rimonta texana) con 12/22 dal campo, 5/8 da tre, 13/16 ai liberi, 5 rimbalzi e 4 assist.

LVP. Shawn Marion, 0 punti, 0/6 al tiro, solo 3 rimbalzi e -9 di plus/minus in 26 minuti. E’ stato lui il principale assente dei Mavericks, sconfitti di ben 23 punti da Golden State. Ma non hanno brillato neppure un Dwight Howard da 9 punti con 4/12 contro la difesa dei Thunder, né un Carlos Boozer che con gli Spurs si è fermato a 8 con 4/9 e 5 perse.

ON FIRE. David West (IND, 24 pts, 11/13 fg), Josh Smith (DET, 24 pts, 8 reb, 10/17 fg), Rodney Stuckey (DET, 23 pts, 4 ast, 8/16 fg), Damian Lillard (POR, 32 pts, 7 ast), Marc Gasol (MEM, 19 pts, 9 reb, 7 ast), Zach Randolph (MEM, 18 pts, 12 reb), Jordan Crawford (GSW, 19 pts, 8/12 fg), Manu Ginobili (SAS, 22 pts, 9/11 fg, 4/5 3pt in 21′), Tony Parker (SAS, 20 pts, 9 ast), D.J. Augustin (CHI, 24 pts, 7/10 fg), Kevin Love (MIN, 27 pts, 10 reb, 6 ast), Russell Westbrook (OKC, 24 pts, 7 ast).

LOSING EFFORT. James Harden vive sempre in maniera particolarmente intensa gli scontri da ex con gli Oklahoma City Thunder. E molto spesso lascia il segno. Stavolta non è riuscito a sigillare la partita, solo perché di fronte ha avuto uno che sta giocando da miglior giocatore assoluto e perché è mancato il contributo di alcuni compagni. Poche recriminazioni invece sulla sua prova, finita nei dintorni della tripla-doppia, con 28 punti (9/21 al tiro), 8 rimbalzi e 9 assist.

UPS. L’ovest si dimostra interessante non solo al vertice ma anche in coda alla zona playoffs, dove è positivo il momento per i Warriors (serie aperta di 5 W), che hanno vinto con Dallas una partita fondamentale per aumentare il vantaggio sul 9° posto, attualmente occupato dai Suns, e di Memphis (tre vittorie in fila) che, in ripresa, non vuole accontentarsi di entrare tra le prime 8.

DOWNS. Reduce dall’entusiasmante vittoria al supplementare su Miami, Chicago non è riuscita a ripetersi contro San Antonio (10 W nelle ultime 11), pagando a carissimo prezzo un avvio disastroso che l’ha vista precipitare a -24 (38-14) dopo un quarto di gioco.