Il Gallo in terapia

Rudy Fernandez veste i panni del reporter e ci documenta come Danilo Gallinari, dopo la grave distorsione occorsagli in settimana, sia già al lavoro per riprendere la propria crescita e quella dei Nuggets: “L’ora della terapia… con @gallinari8888… Speriamo che si riprenda presto”.

Pau Gasol e l’orgoglio iberico ferito

Solidarietà ma soprattutto orgoglio nel tweet di Pau Gasol (retwittato da Rudy Fernandez), nel quale si risponde con sottile determinazione alle pesanti accuse, soprattutto transalpine, che, dopo lo scandalo del caso Contador, vorrebbero i successi degli atleti spagnoli negli ultimi anni, riconducibili all’uso di doping: “Noi, atleti spagnoli, non vinciamo per caso… è vero. Annotatevi le chiavi del nostro successo: talento, impegno, tenacia ed umiltà”.

La mancanza di Billups in casa Paul

Dopo l’infortunio di Chauncey Billups al tendine di Achille che lo terrà ormai fuori per tutta la stagione (anche se sono in corso accertamenti per determinare l’effettiva entità della lesione) il vuoto non si fa sentire solo in campo, ma anche in casa Paul: “Il giorno più duro da segnare per me da giocatore NBA che perde il miglior compagno di reparto con cui abbia mai giocato, il mio fratellone e grande compagno di squadra C. Billups… Lo so che si dice ogni cosa accada per una ragione ma faccio davvero fatica a capire questa cosa… Quello che ha fatto per la nostra squadra è incommensurabile… non è il massimo ma mi devo accontentare di mio figlio che scorrazza per la casa strillando “CHAUNCEY B-B-BILLUPS da 3!!!” Vi prego ricordate lui e la sua famiglia nelle vostre preghiere. Voglio bene a quel ragazzo!”.

Jeremy Lin: le strade a canestro sono infinite

Cercando di conoscere un po’ meglio Jeremy Lin, passato dall’inferno della DLeague al paradiso del quintetto nella serie vittoriosa dei Knicks nelle ultime 4 partite, scopriamo essere l’atleta sino-americano animato da un fortissimo, e metodico, afflato religioso. I propositi di inizio anno non riguardavano affatto, infatti, la conquista di un posto nel cuore di D’Antoni, ma di qualcuno ancora più in alto, ed Egli, non James Dolan, naturalmente, ha esaltato la sua fede ed ha spianato la sua via. Anche a canestro: “Fantastico officio liturgico dal 2012! Il mio proposito per il 2012: amare Dio più profondamente ed intimamente per il 31 dicembre di quanto fatto l’1 gennaio”.

Love e i Wolves aspettano il secondo tempo

Confinato in panchina a causa della squalifica (2 partite) Kevin Love commenta da spettatore interessato l’attitudine della squadra di Minnesota, sconfitta a Memphis per 85-80, dopo un primo tempo da soli 38 punti, a dare il meglio di sé nella seconda parte della gara: “Primo tempo frustrante. Tirando miseramente da qualsiasi posizione. La difesa in transizione va migliorata. La buona notizia è che… siamo stati una squadra da secondo tempo tutto l’anno. Ho fiducia che i miei ragazzi ce la faranno”.

Belinelli e Gallinari? Yes, they can!


Non sarà stato come ricevere una convocazione all’All Star Game, cosa che, malauguratamente, come contrappasso, ci avrebbe procurato la visione di Guido Bagatta in canottiera, come proclamato dallo stesso su Twitter, ma ricevere un “endorsement” niente meno che dal Presidente Obama, in una intervista del 9 febbraio a La Stampa, in quanto italiani che inorgogliendo la loro nazione, contribuiscono con la loro presenza nella NBA ad apportare davvero un buon gioco (e non “buon nome”, come troppo pretenziosamente aveva tradotto lo stesso quotidiano: “Of course, I have to add that guys like Danillo Gallinari and Marco Belinelli bring some pretty good game to the NBA, too”), deve senz’altro aver gratificato i due paisa’. In linea con l’indole dei due emigrati di lusso le reazioni alla notizia. Il vulcanico “Gallo” si lascia andare al gioioso stupore; il”Beli” ringrazia laconicamente, azzardando persino un’abbreviazione da text messaging.

Perkins cancellato in area da Griffin e su Twitter da LeBron

Accade tutto nella notte del 30 gennaio quando i Clippers battono Oklahoma City con il suggello di una schiacciata monstre sull’inerme Kendrick Perkins, di quello che, tra i Sooners dell’Oklahoma University era, appunto, soprannominato “Dr. Dunkenstein”, Blake Griffin. Vuole il caso che non proprio uno sprovveduto in tema di schiacciate, LeBron James, si senta di commentare su Twitter, complimentandosi con l’autore per il gesto atletico, destinato a rimanere nelle teche NBA per qualche anno:

“Schiacciata dell’anno!!! @blakegriffin ha appena schiacciato fortissimo su Kendrick Perkins!! Wow!! Penso di essere il numero 2 ora. Scansati, numero 6”.

Come spesso capita il tweet di LeBron viene ripreso prima dai followers e poi dalla stampa e dalle televisioni e, in men che non si dica, Kendrick Perkins si ritrova sotto al naso il microfono di chi vuole estorcergli un commento piccato: “Non vedi Kobe che twitta. Non vedi Jordan che twitta. Se sei una stella (élite player), giocate come quella non ti eccitano. In fin dei conti, quelli che giocano per le ragioni giuste, che stanno cercando di vincere il campionato, non si preoccupano di una giocata. E non parlano nemmeno di se stessi che retrocedono al secondo posto. Penso che [James, ndr] sia sempre in cerca di attenzione e voglia piacere a tutto il mondo”. Sia che si pensi che James abbia legittimamente commentato in veste di spettatore, seppur interessato, sia che si ritenga la sua una facile ricerca di risonanza a spese altrui, resta il fatto che il mortificato Perkins, per evitare ulteriori strascichi, ha cancellato il proprio account su Twitter (@KendrickPerkins). La sua canotta di schiena nei poster è, in effetti, più eloquente che mai.