Cominciamo la nostra analisi di quanto è successo nell’ultima settimana nella NBA con una notizia che ha del miracoloso: mercoledì notte i Wizards hanno vinto la loro prima partita dopo 12 sconfitte di fila. Non una vittoria particolarmente brillante (+2), né contro una squadra dal pedigree irresistibile (i modesti Blazers), e nemmeno con un finale particolarmente emozionante, nonostante il divario ridotto: decisivi sono stati due liberi di Okafor a 39 secondi dal termine, dopodiché le due squadre hanno terminato la partita con due tiri sbagliati e 3 palle perse prima della sirena. Per la cronaca, della serie “è stato solo un fuoco di paglia”, i Wizards pare abbiano comunque già ricominciato a collezionare “L”, perdendo di 21 questa notte contro i Knicks.
Rimanendo a Est, balza subito all’occhio il buon momento che sta vivendo… l’intera Atlantic Division, in cui tutte le squadre sono in striscia positiva. I Nets continuano a vincere e convincere: le W consecutive sono al momento 5, e il record dice 11-4, il secondo a Est dietro gli Heat, a pari merito con i Knicks, che hanno perso non si sa ancora per quanto Jason Kidd ma hanno comunque vinto le ultime due gare. Buon momento anche per i Sixers, che vengono da 3 vittorie consecutive, hanno il quinto record a Est (10-6) e stanno dando prova di un buon gioco di squadra, che ha saputo “superare” anche la tegola del nuovo infortunio ad Andrew Bynum, avvenuto mentre giocava a bowling (!). Alle loro spalle gli alterni Celtics, partiti in modo “zoppicante” e ripresisi negli ultimi tempi (7 vittorie nelle ultime 11 partite), ma sembra che ancora ci sia qualcosa che non va, soprattutto a livello di testa, come testimonia la reazione con conseguente aggressione di Rondo ai danni di Kris Humphries, che ha portato a due giornate di squalifica per il play biancoverde. In coda i Raptors, che hanno interrotto nella notte, contro Phoenix, una serie di sei sconfitte consecutive, ma sono tra i più seri candidati a contendere ai Wizards la palma di peggiore a Est. I problemi a Toronto sono molteplici, ma il maggiore riguarda forse Andrea Bargnani, che sta tirando con il 39% dal campo e cattura meno rimbalzi delle due guardie titolari della squadra; ancora più preoccupante è il fatto che stanotte la squadra ha vinto praticamente senza di lui (4 punti, 1/4 al tiro e 2 rimbalzi in 27 minuti il suo tabellino), mentre qualche giorno fa, quando i Raptors sono andati vicini al colpaccio perdendo solo al supplementare addirittura contro gli Spurs, il “Mago” ha giocato forse la sua peggior partita stagionale, con 4 punti e un orrendo 2/19 dal campo. Insomma, sembra quasi che, quando la squadra gioca bene, lui giochi male; oppure, peggio, che la squadra giochi bene solo quando lui gioca male…
Spostandoci nella Central Division, lieve battuta d’arresto per i Bucks, che rimangono comunque in testa insieme a dei Bulls piuttosto in difficoltà e a dei Pacers molto altalenanti (tutte con il 50% di vittorie), che stanno pagando forse più del previsto l’assenza di Danny Granger. Sorprendenti invece i Pistons, che dopo un inizio di stagione degno dei Wizards hanno vinto 5 delle ultime 10 gare: di certo non lotteranno per i playoffs, ma di questo passo nemmeno per evitare l’ultima piazza. Anche perché dietro di loro ci sono i Cavs, a cui non basta il sorprendente Varejao (14,9 punti e 15,1 rimbalzi di media per 27,2 di efficiency, terzo di tutta la Lega dietro a Durant e James) per evitare una striscia negativa di 4 gare, chiusa stanotte nella vittoria contro Atlanta.
Proprio Atlanta, nonostante la sconfitta, sembra essersi ripresa dal brutto avvio stagionale, ed è ora al secondo posto nella Southeast alle spalle della corazzata Heat. Alle loro spalle i Bobcats, che hanno un po’ perso il ritmo delle prime gare (striscia negativa aperta di 3 gare) e i Magic (10 sconfitte nelle ultime 13 gare), oltre ai già citati Wizards.
Passando a Ovest, non si può non parlare ancora dei Grizzlies, che hanno una striscia aperta di 4 vittorie (e 12 vinte nelle ultime 13 giocate) e soprattutto il miglior record dell’intera Lega (12-2). Alle loro spalle i Thunder, anch’essi vittoriosi nelle ultime 4 gare; una vera e propria macchina da canestri, se si pensa che hanno segnato oltre 100 punti in tutte le ultime 8 partite giocate. Ma le squadre di cui si parla di più a Ovest sono gli Spurs e i “soliti” Lakers. I neroargento, che hanno il secondo miglior record a Ovest insieme ai Thunder (13-4), hanno provocato le ire di David Stern in seguito alla scelta di coach Popovich di tenere a riposo 4/5 del quintetto titolare contro gli Heat (insomma, non proprio gli ultimi della classe) per far riposare giocatori un po’ in là con l’età in vista di 4 partite in 5 giorni. Stern, comunque, non ha voluto sentire ragioni e, scusandosi con i fan, ha multato la squadra di 250.000 dollari. Quello che, da tutto questo, è passato quasi inosservato è stato il risultato della gara, che ha visto gli Spurs privi di Duncan, Parker, Ginobili e Green (oltre che dell’infortunato Leonard) arrendersi solo nel finale contro i campioni in carica (100-105 il risultato).
Per quanto riguarda i Lakers, invece, si intravede qualche miglioramento, ma la strada è ancora lunga. Dalla firma di Mike D’Antoni, infatti, il bilancio è un poco esaltante 5-4, anche se due sconfitte sono arrivate contro Spurs e Grizzlies. Negli ultimi giorni, poi, si è assistito alla resurrezione di Antawn Jamison: mai in doppia cifra nelle prime 12 partite (e solo 45 punti segnati in totale), l’ex Cleveland ne ha messi 16 con 7 rimbalzi contro i Grizzlies, poi 19 con 15 rimbalzi nella vittoria contro Dallas e infine, stanotte, addirittura 33 con 12 rimbalzi nella vittoria contro i Nuggets. A Los Angeles sperano che non sia solo un fuoco di paglia, perché un realizzatore dalla panchina serve come l’aria.
Continua come da copione invece il campionato dell’altra squadra di Los Angeles, i Clippers, in testa alla Pacific insieme ai sorprendenti Warriors, che non sembrano ancora aver esaurito le energie di inizio stagione e si candidano a mina vagante della Western Conference. Discreto momento di forma anche per Utah e Houston, specie in relazione all’organico a disposizione, mentre paiono più in difficoltà Denver, Minnesota, Phoenix e Dallas. I Nuggets continuano ad alternare strisce positive e negative: hanno iniziato il campionato con 3 sconfitte, poi hanno vinto 4 partite di fila, poi ne hanno perse altre 3, poi ne hanno vinte altre 4 e al momento vengono da 3 sconfitte consecutive. I Timberwolves, partiti bene nonostante i molti infortuni, sembrano non aver giovato del rientro di Kevin Love; anzi, da quando è rientrato, sono arrivate 4 sconfitte a fronte di sole 2 vittorie. I Suns pagano gerarchie interne ancora poco chiare: per esempio, Luis Scola da qualche partita parte dalla panchina, con Markieff Morris schierato in quintetto, così come Shannon Brown ha preso il posto di Jared Dudley. A Dallas invece aspettano con ansia il ritorno in campo di Nowitzki, perché, dopo qualche segnale incoraggiante nella scorsa settimana, sono arrivate tre sconfitte consecutive contro Lakers, Sixers e Bulls. Sono tutte squadre che, comunque, sono potenzialmente in corsa per i playoffs, corsa da cui sembrano invece già escluse in partenza Portland (più per la concorrenza che per il record, comunque non pessimo, di 6-10), Sacramento e New Orleans, fanalini di coda delle rispettive division.