Settimana ricca di spunti, quella appena trascorsa, in cui alcune squadre hanno confermato tutto il loro potenziale e altre hanno mostrato margini di miglioramento, e di “successo”, difficilmente prevedibili.

Chris Paul e Blake Griffin stanno portando in alto i Clippers

Iniziando dalla Western Conference, non si può non partire dallo splendido momento di forma dei Clippers, attualmente, e con distacco, la prima squadra di Los Angeles, grazie al secondo miglior record a Ovest (e nell’intera Lega, 20-6), risultato di una striscia positiva aperta di 12 partite. È vero che il calendario ha aiutato Chris Paul e compagni, dato che solo 4 delle squadre incontrate sono sopra il 50% di vittorie (Minnesota, Utah, Chicago e Milwaukee), ma la sensazione è che quest’anno la squadra sia stata davvero costruita in modo ottimale, con un quintetto basato su Paul, Griffin e tre solidi elementi di contorno (Butler, Jordan e Green) e una panchina dal grande impatto, con il realizzatore Jamal Crawford (16,1 punti a partita), il rinato Matt Barnes (10,1 punti e 5 rimbalzi, oltre a molte cose utili in giro per il campo), il miglioratissimo Eric Bledsoe (9,3 punti e 2,8 assist) e il redivivo Lamar Odom, in crescita nell’ultimo periodo (5,8 punti, 7,5 rimbalzi, 1,7 assist e 1,1 stoppate sfiorando il 50% dal campo nelle ultime 10 partite). Bisogna poi considerare il possibile rientro di Chauncey Billups, potenzialmente un’addizione non da poco in una squadra già ben avviata.

Kendrick Perkins, in partenza da OKC?

L’altra squadra del momento a Ovest è Oklahoma City, che ieri notte contro i Timberwolves ha interrotto una striscia vincente di 12 partite, con la quale i Thunder sono riusciti a consolidare il loro record, il migliore della Lega (21-5). Ciò nonostante, ci sono voci di mercato che vorrebbero in partenza Kendrick Perkins in cambio di un centro più utile alla causa e che possa far fare il definitivo salto di qualità alla squadra; tra i nomi, quello più insistente è Anderson Varejao… ma siamo ancora al fantabasket.
Tra le squadre in forma ci sono i soliti Spurs (20-8), i Grizzlies (18-6), che non sono più una novità, e i Warriors (18-9), che stanno dimostrando che la loro partenza a razzo non era casuale e di valere il quinto posto a Ovest. Alle loro spalle sta emergendo  (13-11, 7-3 nelle ultime 10), attualmente sesta, che però deve riuscire a convivere con le frequenti voci di mercato che vorrebbero in partenza la stella Kevin Love e, se da un lato festeggia il rientro di Rubio dal lungo infortunio, dall’altro deve trovare il modo di integrarlo al meglio col sorprendente rookie Alexey Shved, dallo stile di gioco molto simile. Ancora più indietro, a giocarsi settimo e ottavo posto, i Rockets (13-12), che in pochi si aspettavano potessero stare stabilmente intorno al 50% di vittorie, gli altalenanti Nuggets e Jazz (entrambi 14-13) e i Blazers (12-12), che, nonostante i problemi fisici di Aldridge, sono in un periodo molto positivo, con una striscia vincente di 4 partite che li ha portati al 50% di vittorie.

Pau Gasol è già rientrato, mentre Steve Nash potrebbe tornare disponibile a breve

E solo a questo punto troviamo i Lakers, undicesima forza della Western (12-14), in crescita nei risultati (3 vittorie consecutive) ma ancora in enorme difficoltà per quanto riguarda il basket giocato, come testimoniano le vittorie di misura contro i tutt’altro che irresistibili Wizards e Bobcats. Il calendario non è amico dei gialloviola, che nella prossima settimana se la dovranno vedere con Warriors, Knicks, Nuggets e Blazers. Quasi fuori dai giochi Suns (11-15) e Mavericks (12-15), nonostante le 4 vittorie consecutive dei primi e il possibile, prossimo rientro di Dirk Nowitzki per i secondi. Fanalini di coda della Western sono i Kings (8-18), che ancora una volta non riescono a sfruttare al meglio il discreto tasso di talento disponibile in squadra, e gli Hornets (5-21), che nonostante il ritorno in campo di Anthony Davis hanno perso le ultime 10 partite.

DeMar DeRozan, molto più a suo agio senza Bargnani e Lowry intorno

Passando a Est, Heat e Knicks continuano a occupare senza grossi problemi le prime due posizioni: James e compagni (17-6) hanno avuto una settimana tutto sommato tranquilla, con 3 facili vittorie contro Wizards, Timberwoles e Mavericks, mentre i Knicks (19-7) hanno battuto i Nets nel derby di New York e vinto di misura contro i Cavs, ma hanno perso sia con i Rockets dell’ex Jeremy Lin, sia con i Bulls. Proprio i Bulls (15-10) sono tra le squadre più in forma a Est: 4 vittorie nelle ultime 5 partite, contro dirette concorrenti come Sixers, Nets, Celtics e, appunto, Knicks. Nella Central Division, alle loro spalle, resistono i Bucks (14-11, 6 vinte nelle ultime 8) e salgono i Pacers (15-12, 5 vittorie nelle ultime 6 partite, unica sconfitta nello scontro diretto proprio con i Bucks), mentre nella Southeast, alle spalle degli Hawks (15-9), un po’ in difficoltà nell’ultima settimana (3 sconfitte e una vittoria, contro i Wizards…), dei sorprendenti Magic (12-14) provano a inserirsi nella corsa ai playoffs con 4 vittorie in fila prima della sconfitta di stanotte contro i Raptors.
E proprio i Raptors (9-19) sono la vera “squadra della settimana”, almeno a Est: è bastato l’infortunio di Andrea Bargnani, seguito dalla sua controversa intervista in cui in pratica ha dichiarato che i Raptors sono la peggior squadra NBA, per risollevare le sorti della squadra di Toronto. Scherzi a parte, i numeri non mentono, e dicono che, senza di lui e senza Kyle Lowry, i Raptors hanno vinto le ultime 5 partite; vero, contro squadre non proprio irresistibili (Mavs, Rockets, Cavs, Pistons e Magic), ma non è che il pedigree di Toronto fosse molto migliore, anzi!

I Nets devono ritrovare il ritmo del primo mese di regular season

Rimanendo nella Atlantic Division, non si può non parlare delle difficoltà che stanno vivendo Nets, Celtics e Sixers. I primi (13-12) sono in vera e propria crisi e hanno perso 8 delle ultime dieci partite, nonostante il ritorno in campo di Brook Lopez; Boston (13-13, 4 sconfitte nelle ultime 5) le sta provando tutte per cercare di mascherare l’assenza di un centro vero nel roster; infine, i Sixers (13-14, 5 sconfitte nelle ultime 6) hanno pagato oltremisura l’infortunio a Jrue Holiday (out per 4 partite, tutte perse), che ha evidenziato l’assenza di un backup valido, con il suo posto preso malvolentieri da Evan Turner o dall’acerbo Maalik Wayns.
Per chiudere, c’è poco da dire sulle ultime della classe della Eastern: la striscia negativa di Charlotte (7-19) è ormai arrivata a 14 sconfitte consecutive, mentre Wizards (3-21) e Cavaliers (5-23), che hanno pure perso Varejao per infortunio, sono per ora ferme a 6; a quota 6 sconfitta si è fermata invece Detroit (8-21), che nella notte ha demolito proprio i Wizards, vincendo di oltre trenta punti.