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PARTITE PIU BREVI? – La NBA ha annunciato che il 19 Ottobre, nella partita di preseason tra Brooklyn Nets e Boston Celtics al Barclays Center, sarà sperimentato un minutaggio di 44 minuti, rispetto allo standard dei  48 minuti che contraddistingue le partite della Lega di Adam Silver. Dopo un meeting con gli allenatori la Lega ha deciso di sperimentare un formato più breve, i quarti verranno ridotti ciascuno ad 11 minuti e conseguentemente vi sarà una riduzione dei time out obbligatori nel secondo e nel quarto quarto. Ovviamente si tratta solo di un test, oltretutto per il momento limitato ad una singola partita di preseason, teso ad analizzare un flusso di gioco più breve del normale, ma potrebbe essere in futuro un ulteriore step all’interno del quadro di innovazioni di cui si sta facendo portavoce Adam Silver. Proprio questo annuncio ha avuto l’effetto di riportare al centro dell’attenzione la questione della riduzione del numero di partite di regular season. Per gran parte dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori se l’obiettivo è quello di ridurre lo stress sui corpi dei giocatori e migliorare il livello di gioco in campo, passare da 82 a un minor numero di partite sembrerebbe una soluzione ancor più efficace della precedente in tal senso. Su questo fronte non ci sono stati però (e difficilmente ci saranno) grandi segnali o passi avanti da parte della Lega, sempre di fronte alla ferma opposizione dei proprietari delle franchigie, non disposti a rinunciare ad una piccola parte degli introiti economici.

ARRIVANO GLI SPONSOR – L’NBA ha anche da poco firmato un media-rights agreement con ESPN e Turner per i diritti televisivi, nel quale sembra sia inserita una previsione che farebbe guadagnare molti soldi in termini di pubblicità alle reti nel momento in cui la Lega decidesse di vendere le sponsorizzazioni sulle maglie. Ormai l’aggiunta degli sponsor sulle maglie sembra essere solo una questione di quando e come, piuttosto che di se. Inutile soffermarsi sulla rilevanza economica della questione, con i jersey advertising che avrebbero un valore stimato di 800mila dollari fino a poter raggiungere vette di 10 milioni per franchigie come i  Los Angeles Lakers. Amar’e Stoudemire ha posto invece l’attenzione su un aspetto più che rilevante, destinato a tener banco anche dopo l’ingresso degli sponsor sulle maglie. Secondo l’ala dei Knicks si potrebbe facilmente creare un conflitto di interessi nel caso in cui il giocatore avesse un contratto di sponsorizzazione esclusivo con un brand diverso da quello sulla maglietta.

PROVE GENERALI DI PARTENZA – Continua la preseason e continuano gli esperimenti dei coach in vista dell’inizio del campionato. A Brooklyn Bojan Bogdanovic sembra poter far parte degli starting five in questo inizio di stagione, soprattutto considerando la non ottima condizione di Alan Anderson. Certo l’NBA non è l’Europa e solo con l’inizio della regular season potremo vedere quanto Bogdanovic possa essere un fattore per la causa Nets. Sponda New Orleans, coach Monty Williams sta pensando all’idea di schierare Tyreke Evans come numero tre nel quintetto titolare. Darius Miller, Luke Babbitt and John Salmons non hanno fatto vedere grandi cose nella preseason, e Evans,  il numero sei designato,  potrebbe scalare qualche posizione.

INFORTUNI – Il centro di riserva dei Bucks Johnny O’Bryant starà probabilmente fuori almeno 6 settimane per una distorsione al ginocchio e i Pistons dovranno fare a meno per un paio di mesi di Jodie Meeks, al quale è stata diagnosticata una reazione di stress alla schiena. Luke Ridnour, alla sua dodicesima stagione in NBA, ha invece annunciato che potrebbe iniziare a considerare di chiudere la sua carriera alla fine della stagione, durante la quale vestirà intanto la maglia degli Orlando Magic.