“Non ho visto una sola partita fin qui dove il livello di intensità non fosse al suo massimo dal primo minuto. Devo ammettere che prima di venire quaggiù io, come molti europei, erroneamente pensavo che noi fossimo tiratori molto migliori a confronto con i giocatori NBA”

Ettore Messina (foto AP)

Parlando delle differenze fondamentali tra il basket in Europa e la sua versione NBA, la prima cosa che viene in mente sono probabilmente le dimensioni. È veramente sbalorditivo quanto i giocatori siano grandi ed atletici. I ruoli che mi hanno veramente sorpreso a questo proposito sono le guardie e le ali grandi. È lì dove la differenza in atletismo tra i nostri ragazzi e i giocatori dell’NBA si fa in particolare enorme. Guardate solamente ciò che ha fatto Blake Griffin l’altro giorno ed avrete il quadro.

Inoltre i giocatori NBA – dalle guardie ai centri – sono normalmente molto piazzati, molto muscolosi. Questo significa, tra le altre cose, che sono in grado di occupare molto spazio difensivamente, ed anche se c’è la regola dei “tre secondi difensivi”, possono ancora rendere il lato debole veramente affollato quando un attaccante cerca di fare una penetrazione verso il canestro. La regola, tra l’altro, è in se stessa una peculiarità. Fondamentalmente impedisce ai difensori di sostare sotto il canestro senza marcare nessuno o mantenere il contatto. Questo porta ad una organizzazione della difesa del lato debole completamente differente, che richiede un movimento veramente intelligente e veloce dei difensori, in particolare nelle situazioni in cui abbiamo bisogno di muoverci rapidamente verso la linea di fondo per fermare una penetrazione.

L’effetto della regola è ulteriormente accresciuto dall’ampia linea da tre punti. Per farla breve ti fa preoccupare meno del tiro da tre punti degli avversari di quanto non si faccia in Europa, dove la chiusura sui tiratori dal lato debole è spesso uno dei compiti principali della squadra. Nell’NBA lo scopo principale è senza dubbio proteggere l’area pitturata, eccetto, forse, quando giochi contro quella manciata di squadre che puntano molto sul tiro dalla lunga distanza.

Un’altra cosa che mi colpisce è che i giocatori qui hanno mani veramente svelte. Provate a palleggiare nel traffico e vi troverete immediatamente in grossi guai. Diversamente, se sei un lungo e hai la palla in area, faresti meglio ad evitare di abbassarla sotto la vita o finanche all’altezza delle spalle, perché in un battibaleno qualcuno sarà lì a rubartela o alla meglio passerete un brutto momento nel finire la giocata.

Un’altra caratteristica in evidenza nell’NBA è la velocità laterale. I giocatori sono spesso capaci di trovare soluzioni ai problemi difensivi facendo movimenti sorprendentemente rapidi per riguadagnare la loro posizione. Questo è davvero un fattore che cambia le partite.

Devo ammettere che prima di venire quaggiù io, come molti europei, erroneamente pensavo che noi fossimo tiratori molto migliori a confronto con i giocatori NBA. La verità è che le percentuali di tiro qui sono principalmente il risultato dell’atletismo e della sagacia straordinari dei difensori. Diversamente se concedi ad un giocatore medio un tiro aperto, lo metterà con la stessa costanza di un europeo.

Anche la lunghezza di una partita NBA deve essere considerata. Precedentemente avevo avuto la possibilità di sperimentare cosa significhi una gara da 48 minuti durante l’NBA Live Tour a Mosca e negli Stati Uniti. Insieme alla regola dei 6 falli, ti costringe a sviluppare un approccio differente alle rotazioni e allo schema delle sostituzioni. In Europa, con una timeline da 40 minuti, i primi e gli ultimi 5 minuti di ogni metà hanno la massima importanza per l’esito della gara.

Al contrario qui è consueto avere i giocatori dalla panchina in campo alla fine del secondo quarto e durante la parte iniziale del terzo. Inoltre in Europa essere, diciamo sotto di 15 verso la fine del terzo quarto significa che le tue chance sono veramente striminzite e la partita è praticamente finita. Nell’NBA, rimanere indietro di 15-18 punti nel terzo non è la fine del mondo, perché hai ancora almeno la metà di una partita europea da giocare.

Allo stesso tempo, un maggior numero di time-out significa che puoi sviluppare una strategia per una partita importante che ti permetta di tenere le tue principali bocche da fuoco sul campo per 45 minuti o più. Devi solo usare i timeout saggiamente per dare ai giocatore riposo sufficiente. Ad esempio puoi chiamare un paio di timeout con un minuto di gioco in mezzo. In questo modo, se un giocatore viene messo in panchina prima del primo time-out e torna in azione dopo il secondo, si può concedere un bel po’ di riposo (specialmente considerando che a volte i time-outs possono durare 3-4 minuti), non perdendosi praticamente nulla del tempo di gioco.

Infine non bisogna dimenticare il fatto che stiamo attraversando una stagione speciale in termini di importanza di ogni singola partita. Sai quella percezione comune in Europa che le partite NBA della regular season mancano di intensità, con i giocatori che sonnecchiano per i primi due o tre quarti? Bene, non vedi niente del genere in una stagione da 66 partite.

Ogni partita è importante. Ogni sconfitta può intaccare le tue chance di fare i playoff o ottenere una testa di serie abbastanza alta per fare una post-season lunga. E con i Lakers che hanno un nuovo capo allenatore, un nuovo staff e un nuovo sistema, non c’è tempo per l’autocompiacimento. Tutti si rendono conto che dobbiamo avere una buona stagione.

Non ho visto una sola partita fin qui dove il livello di intensità non fosse al suo massimo dal primo minuto e si può presumere che possa solo diventare più dura e più intensa man mano che ci avviciniamo alla fine della stagione regolare e all’inizio dei play-off.

I Lakers sono 12-9 al momento (3 febbraio) dopo alcune sconfitte dure, specialmente in trasferta dove siamo 2-7. Ovviamente non è il record che speravamo di avere a questo punto della stagione. E dopo una partita contro Charlotte allo Staples, ci imbarcheremo per un viaggio di 12 giorni, per 7 partite, all’est, dove abbiamo davvero bisogno di andare su di un gradino per essere competitivi durante questa fase cruciale della stagione.


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