north carolina

Si è concluso con la vittoria di North Carolina il torneo della ACC, il quale ha visto i Tar Heels battere Virginia in una partita che non ha deluso le aspettative e che ha riportato il titolo di conference a Chapel Hill per la prima volta dal 2008, nonché per la prima volta nello stato del North Carolina dal titolo di Duke nel 2010.

Quello che è chiaro sin dalle prime battute è come quella a cui si sta andando ad assistere sia una partita tra due squadre di altissimo livello e soprattutto due squadre che decideranno il loro destino con la difesa ancor prima che con i punti messi a referto: entrambe le squadre aprono con una palla persa e North Carolina riesce addirittura a commetterne otto nei soli primi dodici minuti; situazione che contro molte compagini permetterebbe a Virginia di creare già un importante strappo, ma di fronte ai Cavaliers c’è una gruppo che è sceso in campo per difendere sul serio e che, quando non butta via la palla, riesce a trovare il canestro con buone percentuali, specialmente con l’ottimo Joel Berry. In una sfida tra grandi difese, così eccelse da non necessitare nemmeno di commettere fallo (sei complessivi in tutti i primi venti minuti), il primo tempo non può che concludersi in perfetta parità a quota 28, con due squadre che tirano entrambe sotto il 30% da tre, ed hanno ambedue catturato 14 rimbalzi e segnato 16 punti in pitturato: se si parla di squadre che si “equivalgono” in questo caso non sembra che si parli a sproposito.

Nel secondo tempo North Carolina commette altri due turnover nelle prime tre azioni toccando quota dieci: nei successivi diciassette minuti perderà esattamente zero palloni. Per i Tar Heels la notizia principale però è Marcus Paige che, dopo l’ottima prestazione contro Notre Dame, dimostra uno stato di forma che pare ritrovato marcando alla perfezione Malcolm Brogdon (15 punti con 22 tiri) e  segnando nove dei dieci punti che North Carolina mette a segno dal 34-30 Virginia al 39-40 a 12′ dal termine in favore della squadra di Roy Williams; Virginia segna i cinque punti successivi e si riporta sul +4, ma dal layup di Gill con 9:51 sul cronometro i Cavs non metteranno a segno un singolo canestro dal campo fino a 1:41 dal termine, con North Carolina che costringe gli uomini di Bennett ad uno 0-12 senza appello che dà ai Tar Heels il massimo vantaggio della partita sul 55-46 a meno di due minuti dalla conclusione. Naturalmente il compito di ridestare l’attacco di Virginia non può che arrivare da tre punti di Malcolm Brogdon, da cui prende poi esempio Evan Nolte che, in seguito ad un errore di Paige, con una tripla riporta i suoi ad un solo possesso -seppur pieno- di svantaggio. I secondi sul cronometro però sono davvero pochi e dopo che UNC conclude con un jumper di Isaiah Hicks un’azione che ha bruciato quasi tutto il mezzo minuto a loro disposizione Virginia è costretta a segnare e mandare in lunetta gli avversari: sul +5 Paige sbaglia e una tripla di Gill riporta Virginia a -2 a 4” dal termine, ma Joel Berry è di ghiaccio dalla lunetta e regala il successo, meritato, ai suoi, 61-57 il finale.

Per la squadra campione viene nominato giocatore del torneo, a buon ragione, Joel Berry II, autore di 19 punti in finale e 32 tra quarti e semifinali. Per i Tar Heels però le buone notizie vanno ben oltre le prestazioni del sophomore o anche il titolo stesso: dopo aver scaturito diversi dubbi sulla propria durezza mentale e difensiva, dopo una stagione in cui Marcus Paige è spesso stato lontanissimo da quello conosciuto in passato e in cui la squadra aveva spesso fallito gli incontri più importanti, i ragazzi di Williams hanno dimostrato l’esatto contrario in questo torneo ed in particolare in questa finale, costringendo Virginia al 30% dal campo e andando a vincere una partita apparentemente lontana dalla propria comfort zone contro un’avversaria che potrebbe anche ritrovarsi alle Final Four. Probabile seed #1 nel Torneo -vedremo oggi cosa deciderà la commissione- in arrivo per UNC, ma soprattutto tante buone sensazioni in vista del momento più importante dell’anno. Anche Virginia è in lotta per un seed #1 e in ogni caso si presenta al Torneo NCAA come una delle favorite d’obbligo e di certo questa partita non cambia le carte in tavola: lottare fino all’ultimo contro una delle migliori squadre della nazione nonostante otto minuti senza un singolo canestro e due punti complessivi in quell’arco di tempo non è qualcosa di cui sono in grado tutte le squadre, basti vedere il medesimo effetto avuto il giorno prima su Notre Dame in una situazione similare. Brogdon e Gill sono due certezze anche quando il tiro tende a non entrare e, nonostante il 51% dal campo concesso a UNC, i 16 rimbalzi offensivi catturati e le dieci palle perse a cui hanno costretto gli avversari nei primi 23′ di gioco ci rimandano l’immagine della solita Virginia di Tony Bennett, forse più pronta quest’anno che in passato a farsi sentire anche al Torneo NCAA.