Okafor (foto Dukeblueplanet.com)

Okafor (foto Dukeblueplanet.com)

Nell’anno in cui la Atlantic Coast Conference si è presa di forza il titolo di miglior conference della NCAA ne abbiamo viste di ogni colore e non ci siamo annoiati di certo.

La regular season l’ha vinta, non accadeva da 61 anni, per la seconda volta consecutiva un college al di fuori della Tobacco Road ovvero Virginia. Per chi non ama il gioco ipercontrollato e superdifensivo di Tony Bennett il meritato trionfo dei Cavaliers è stato un mezzo dramma e con acuta ironia ha re-nicknamizzato il team in Cadavers, in effetti guardare una loro partita è roba per adepti al culto della autoflagellazione come Ignazio di Loyola ma UVA è anche puro college basketball.

Si torna indietro di quarant’anni e si gode soffrendo. Basta esserne consci.

Peccato che i campioni regnanti arrivano al Torneo della ACC di Greensboro non nella miglior condizione con la sconfitta con Louisville e soprattutto la loro stellina Justin Anderson out prima per un dito rotto e poi per una appendicectomia d’urgenza. Ma i Cavs sono squadra di sistema e sapranno farsi valere anche in un tabellone che vede Louisville e soprattutto North Carolina in grado di cacciarli fuori dalla finale.

North Carolina che nonostante troppi ups & downs ha esperienza da vendere per poter andare sino in fondo, almeno sino alla finale, nonostante la notizia dell’ultima ora dell’assenza per la gara di domani del centro Kennedy Meeks out per l’influenza, non dovrebbe essere un problema sostituirlo con Joel James contro Boston College o Georgia Tech.

Chi invece non ci sarà del tutto è Syracuse che con una mossa preventiva si era già autobannata dai tornei post stagionali in attesa del verdetto della NCAA per gli scandali accademici e comportamentali (leggasi droga…) degli scorsi anni: ebbene la mannaia della NCAA è giunta durissima sulla testa di Jim Boeheim tanto che, nonostante le sue mezze smentite, la carriera del grande coach degli Orangemen potrebbe essere giunta alla fine. Cancellate tutte le stagioni implicate nello scandalo con 108 vittorie del secondo coach più vincente di sempre svanite nel limbo della vergogna, nove giornate di squalifica per Boeheim stesso, multa pecuniaria e borse di studio revocate. Una mazzata che non si vedeva dallo scandalo delle gare truccate di NYCC negli anni cinquanta…

Non ci saranno pure in campo, sempre  in tema di scandali, Chris Jones e Rasheed Sulaimon, entrambe le talentuose guardie di Louisville e Duke sono state cacciate dalle loro rispettive squadre e sono alle prese con scandali di origine sessuale. Jones è stato pure denunciato per stupro ed ora non solo la sua carriera è a rischio mentre Sulaimon non è stato denunciato da due studentesse seccate dai suoi approcci sessuali ma forse timorose della popolarità della squadra di basket di Duke. Né L’Ville né Duke rischiano sanzioni (stiamo aspettando sempre le sanzioni per le classi fantasma a UNC e prima o poi arriveranno) ma il comportamento dei due giocatori è certamente una macchia.

Ed è pure un problema tecnico che Pitino potrebbe pagare duramente con la perdita del suo unico play e che invece Duke ha trasformato in un’opportunità lanciando il bianco volante Grayson Allen e soprattutto ancorandosi attorno al suo duncanesco centro Jahlil Okafor, primo freshman nella storia a vincere il premio di giocatore dell’anno della ACC, ad un Winslow in recupero dopo un momento di appannamento per problemi alla schiena ed alla leadership di Tyus Jones e Quinn Cook dietro.

Duke favorita allora in un torneo della ACC in cui vanno seguite anche Notre Dame e NC State, entrambe in buona forma, ed attenzione che non vedevamo i Blue Devils così in forma a Marzo dal 2010…watch out