Amedeo Della Valle, talento del basket azzurro emigrato negli USA per inseguire i suoi sogni e le proprie passioni ci ha concesso un’esclusiva intervista. Sabato Amedeo ha annunciato ai microfoni di SKY che il prossimo anno indosserà la maglia degli Ohio State Buckeyes, ateneo che quest’anno ha raggiunto le final 4 NCAA. In questa breve chiacchierata ci ha raccontato i motivi della sua scelta oltre che i suoi sogni e speranze per il futuro.

Ciao Amedeo, innanzitutto potresti raccontarci quali sono i motivi che ti hanno portato a scegliere Ohio State? E’ stata una scelta difficile?

La scelta è stata difficile tenendo conto di tutto il processo che ha portato alla stessa, i contatti con le scuole, i cambiamenti in panchina, i transfer, tutti aspetti che ho dovuto prendere in considerazione per arrivare alla scelta finale. Tuttavia dopo aver visto il campus di Ohio State ho subito capito che era la scuola che faceva per me, mi sono subito sentito a mio agio. Io voglio sempre provare a confrontarmi con il meglio, ed in questo senso Ohio State ha dei giocatori fortissimi, che mi permetteranno appunto di approcciare un livello superiore. Giocare costantemente con dei giocatori più forti di me non farà altro che rendermi un giocatore migliore. Inoltre ad influenzare la mia scelta sono state le relazioni con i coach e gli altri giocatori, che hanno legato molto con me, facendomi subito sentire il benvenuto.

Quali sono le tue aspettative per la prossima stagione in maglia Buckeyes, conti di avere spazio? In che ruolo?

Lo spazio con Buford partente e Seibert che ha chiesto in transfer dovrebbe esserci, tuttavia nessuno ti regala il posto. Io devo approcciarmi a questa esperienza pensando che sono un freshman e che dovrò conquistarmi tutto sul campo. Dal punto di vista tecnico credo che Ohio State sia perfetta per me, sia per il sistema tecnico adottato, sia per la compatibilità e la chimica con Aaron Craft, il loro playmaker titolare.

Durante la tua visita a Columbus hai avuto occasione di conoscere alcuni dei giocatori di punta del team ? (Craft, Thomas ecc…) se si che impressione ti hanno fatto?

Mi hanno fatto una buonissima impressione davvero. Aaron Craft era il mio accompagnatore ufficiale durante la mia visita a Columbus, e si è dimostrato davvero un ragazzo eccezionale. È un ragazzo davvero intelligentissimo, tanto da essersi conquistato l’onore di essere incluso nell’All American Academic team, riservato agli studenti atleti aventi il miglior GPA (rendimento scolastico). In generale si tratta di un gruppo di ragazzi con i piedi per terra, nonostante abbiano appena giocato le final 4, ed alcuni di loro calcheranno i campi NBA un giorno.

Puoi raccontarci come è strutturata una visita ufficiale?

Ad Ohio State la mia visita è stata molto piacevole e semplice, mi hanno ospitato in un albergo nei pressi del campus, la mattina ci si sveglia e si fa colazione con lo staff tecnico, poi inizia un giro per il campus. A pranzo sempre in compagnia dello staff tecnico e di qualche giocatore, seguito da un allenamento in palestra con gli altri giocatori al fine di capire il reale livello di competizione. La sera si conclude con una cena sempre in compagnia dello staff tecnico ed i giocatori. Il secondo giorno è strutturato in maniera analoga, con un focus maggiore sugli aspetti accademici, ad esempio viene spiegato il ruolo dei tutor scolastico.

Consiglieresti ad altri talenti italiani nella tua condizione di fare la tua stessa scelta?

Assolutamente si, ho provato in tutti i modi a farmi sentire in Italia anche da altri ragazzi, purtroppo per ora senza successo. Io consiglio a tutti questa esperienza, che ha davvero un valore incredibile, specie dal punto di vista umano e culturale.

Europa o NBA? Dove ti vedi tra 5 anni?

Ci sono diversi fattori che influenzano la carriera di un giocatore, decretandone lo sviluppo. Non nascondo ovviamente che il mio sogno sarebbe quello di approdare un giorno in NBA,  tuttavia quello che più conta per me è il percorso. Uno può finire a giocare in NBA come in serie C regionale, però se ha fatto quello che voleva veramente fare nella vita, può considerarsi in pace con se stesso.

 

Risposte sincere e cariche di entusiasmo, oltre che di umiltà e grande maturità. Non è da tutti partire dall’Italia verso un mondo così tanto diverso e difficile per un europeo, ed Amedeo con questa scelta ha aperto una nuova strada. Si parla tanto del poco spazio concesso ai nostri giovani in campionato, con le problematiche sul ricambio generazionale ad esso connesse. Allora perché non prendere il coraggio a due mani e provare a confrontarsi con un mondo che, per quanto difficile e diverso come quello USA, può permettere di crescere e migliorare in un clima più sereno e slegato dal risultato a tutti i costi? Speriamo davvero che nell’era della comunicazione digitale, la diffusione dell’esperienza di Della Valle serva da sprono per altri ragazzi ad essere più fiduciosi donandogli il coraggio di inseguire i propri sogni.

 

Potrete ascoltare l’audio di questa intervista nel podcast “DELTA HOUSE” sul sito:

http://radio.playitusa.com/