(nj.com)

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Un mese fa, mentre Michigan State perdeva in casa contro Minnesota, probabilmente nemmeno i più grandi sostenitori di Izzo e degli Spartans speravano in una Final Four al termine di questa stagione, ma poi è giunto marzo, col torneo di conference e poi quello NCAA e, per la settima volta nelle ultime diciassette stagioni, avremo gli Spartans al week-end conclusivo. Non è stata facile, ma ancora una volta gli Izzo’s hanno trovato la chiave giusta per avere la meglio sugli avversari, questa volta la Louisville di un altro mostro sacro quale Rick Pitino, vediamo come.

Michigan State – Louisville: 76-70

Partita che inizia subito con grande intensità e alto livello di attività da parte di entrambe le squadre: Louisville punta molto sul predominio fisico e tattico di Harrell, che in pitturato domina i lunghi degli Spartans e segna 12 dei primi 19 punti dei suoi, mentre MSU cerca di attaccare nei primi secondi dell’azione e se possibile in contropiede la match-up zone degli uomini di Pitino. Il piano di Michigan State non parte benissimo, dato che la squadra di Izzo apre tirando 1/7 e nei primi dieci minuti commette più palle perse che in tutta la partita contro Oklahoma (6 a 5), tuttavia ci pensa Valentine con 9 punti in pochi minuti a dare la carica ai suoi e parrebbe anche alla partita stessa che da bella diviene spettacolare, con le due squadre che galoppano per il campo scambiandosi triple e canestri in contropiede, procedendo sui binari dell’equilibrio. La presenza in pitturato stabilita dai Cardinals sin dalle prime battute paga però dividendi e per MSU non arrivano canestri facili in area e così la prima frazione si chiude sul 40-32 Louisville.

Izzo è però allenatore tra i migliori, se non il migliore, nell’ adottare i perfetti aggiustamenti nel corso della partita e dopo l’intervallo gli Spartans entrano in campo attaccando alla perfezione la zona avversaria, trovando costanza in pitturato sia in attacco, con i punti in apertura di Dawson e Costello, che in difesa, dove Harrell viene tenuto fermo ai 12 punti d’apertura fino a 5′ dal termine, col solo Blackshear in grado di propugnare l’offensiva dei Cardinals che diventa sempre più sterile. MSU torna in vantaggio a 8′ dal termine con una tripla di Forbes a cui fa seguito un altro tiro dalla distanza questa volta di Trice a chiudere un parziale di 10 a 0 che dà il +6 agli Spartans, mentre Lousville nel secondo tempo fino a 4′ dal termine tira 3 su 20 dal campo, con tutti e tre i canestri giunti da rubate e conseguenti contropiedi 1 contro 0 di Rozier, peraltro contenuto benissimo per tutta la partita da Trice e Nairn.

Partita finita? Naturalmente no: è Blackshear, l’unica àncora di salvezza per l’attacco di Pitino, a riportare avanti i Cardinals con sette punti consecutivi. MSU trova due insperati punti con il semi-gancio di tabella di Clark: sull’errore successivo di Rozier con fallo a rimbalzo di Mathiang è ancora Clark ad avere in mano il destino dei suoi con due liberi, ma questa volta i nervi tradiscono il freshman che fa 0/2. Con 12” sul cronometro e MSU avanti di un punto Trice marca alla perfezione la penetrazione di Rozier che sbaglia, ma Mathiang cattura il rimbalzo ed ottiene due liberi: entrambi volano in cielo dopo aver toccato il ferro, il primo finendo sul fondo della retina, il secondo no. Le due squadre vanno dunque all’overtime dopo la preghiera da metà campo di Trice che non viene accolta dagli dei del basket.

Nei cinque minuti aggiuntivi è ancora una volta la freddezza degli Spartans a fare la differenza: l’ottimo lavoro in difesa, la precisione (insolita) ai liberi e la maggior voglia nelle giocate decisive come quella del rimbalzo in attacco di Dawson per il +4 a meno di un minuto dalla fine danno definitivamente e meritatamente l’accesso alle Final Four agli uomini di Izzo.