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La gioia dei Badgers dopo l’impresa contro UK (nypost.com)

Bo Ryan e Mike Krzyzewski sono due geni del basket e ce lo hanno dimostrato una volta di più con le due semifinali di sabato che hanno sancito l’approdo in finale dei due programmi da loro guidati: Duke ha letteralmente impartito una lezione di basket alla Michigan State di un coach di livello come Tom Izzo, concludendo con estrema facilità in pitturato e tenendo gli Spartans a un misero 4 su 23 dal campo negli ultimi 15 minuti del primo tempo, guidando in doppia cifra di vantaggio per tutta la seconda frazione anche in forza di una difesa di alto livello che ormai ha convinto anche i più scettici. Cosa dire poi di Wisconsin, in grado di fermare la stagione quasi-perfetta di Kentucky? E’ stato il trionfo del basket organizzato e letto con la stessa facilità con cui un laureato ad Harvard può leggere la Gabbianella e il Gatto, mentre di fronte ad esso i super-talenti di Kentucky sembravano sempre più abbandonati a sé stessi, con floaters degli Harrisons che fendevano solo l’aria, mentre dall’altra parte Kaminsky e Dekker impartivano lezioni di pallacanestro e freddezza, archiviando la stagione dei Wildcats tra quelle dei grandi “se..” come quella di UNLV nel 1991 o dei Patriots 2007 in NFL.

Dopo aver visto queste partite non si può che essere più che mai convinti del fatto che le due squadre giunte in finale siano effettivamente le due squadre più forti e meglio allenate della nazione, cosa di cui dovrebbero rallegrarsi tutti gli appassionati di questo sport. Ma chi avrà la meglio? Cosa dovrà dare la squadra di Coach K per raggiungere il suo quinto titolo in venticinque stagioni? E come dovrà rispondere il “Guru” Bo per conquistare il suo primo, agognato -e nel caso meritatissimo- primo titolo? Proviamo a vedere.

Innanzitutto parliamo di due squadre offensivamente tra le migliori non solo della stagione, ma degli ultimi 15 anni: secondo KenPom.com Wisconsin è largamente la miglior squadra dal 2002 (anno di nascita del sito) per Adjusted Offense con 128.5 punti ogni 100 possessi e Duke flirta con i primi 10-15 posti grazie ad un rating di 121.7.

Le cose per i Badgers sembrano migliorare di partita in partita: basti pensare al surreale secondo tempo da 55 punti contro Arizona o agli 1.23 punti per possesso segnati contro la difesa di Kentucky, che forse solo Notre Dame nella partita delle Elite Eight era riuscita a mettere in difficoltà precedentemente. Nonostante siano, come da abitudine, una delle ultimissime squadre della nazione per ritmo di gioco, i Badgers sono talmente efficaci ed organizzati da essere un’ altra squadra in queste ultime due stagioni D.K. (Dopo Kaminsky), ovvero dopo l’esplosione di Frank The Tank, essendo ormai divenuti una squadra piacevole da guardare anche per gli osservatori più mainstream.

(time.com)

(time.com)

Duke dall’altra parte risponde con un attacco terzo nella nazione per percentuali dal campo e soprattutto capace ora più che mai di essere efficace anche senza una grande mole di tiri da tre, in passato tallone d’Achille di molte versioni dei Blue Devils: basti pensare alle sole due triple messe a segno contro MSU o alle tre realizzate contro Utah, situazioni che in altre annate avrebbero portato ad uscite quasi certe dal torneo. Ora invece Duke può contare sulla presenza in pitturato di Okafor e sulle incursioni di Winslow, fino ad ora il leader numero uno di questa squadra. Se ciò ci mostra la versatilità di Duke allo stesso tempo il tiro da tre dovrà tornare ad essere un fattore contro Wisconsin come lo è stato nella partita contro Gonzaga: i Blue Devils possono rimanere in gara anche senza segnare con costanza da tre, ma se vogliono portare a casa il titolo necessitano di esporre i limiti dei Badgers nella difesa del perimetro, dove sono stati deficitari per tutta la stagione. Josh Gasser è un buon difensore di posizione, ma dovrà cercare di dare il meglio di sé e di sopperire ai suoi limiti atletici per limitare Cook, spesso letale da oltre l’arco nel corso della stagione, ma anche in grado di attaccare l’area leggendo ottimamente le situazioni in corso, chiedere agli Spartans.

Con due squadre in grado di segnare caterve di punti diventa quindi fondamentale la difesa ed è in questa metà del campo che Duke ha dimostrato i passi in avanti maggiori durante il torneo: i ragazzi di Coach K concedono 15 punti in meno rispetto alla regular season ed una effective FG% che dal 49% è passata ad un 40% scarso, oltre al 24% concesso dalla lunga distanza. Impressionanti in particolare il lavoro contro MSU dopo la partenza a razzo di quest’ultima (4 su 4 da tre nei primi 5′, poi 3 su 16) e i 52 punti concessi ad uno degli attacchi migliori della nazione come quello di Gonzaga, con Pangos tenuto a 4 punti anche grazie all’ottimo lavoro di Quinn Cook, uno dei motori principali della difesa di Duke.

Okafor-Kaminsky: il duello più atteso di questa finale (craveonline.com)

Okafor-Kaminsky: il duello più atteso di questa finale (craveonline.com)

Nonostante il valore di Gonzaga possiamo però dire che i Blue Devils non hanno ancora affrontato un attacco come quello di Wisconsin in questo torneo e non avrebbe molto senso nemmeno prendere come esempio la sfida tra le due squadre ad inizio dicembre: Duke tirò con percentuali fuori da ogni logica (65% dal campo e 58% da tre) che per mille motivi è improbabile ricapitino in una finale nazionale, contro una Wisconsin che ha cambiato le gerarchie anche in seguito all’infortunio di Jackson, è migliorata in difesa e in attacco e ha trovato un uomo nuovo in Sam Dekker, tanto per citare alcuni importanti cambiamenti, così come d’altra parte Duke è una squadra completamente differente. Un giocatore decisivo in quella partita avrà però nuovamente un ruolo fondamentale secondo chi scrive, ovvero Tyus Jones: se è vero che gli occhi saranno puntati sui duelli Okafor-Kaminsky piuttosto che Dekker-Winslow, il play dei Blue Devils dovrà essere il metronomo dei suoi con la stessa maturità mostrata fino ad oggi, cercando di commettere il minor numero di errori contro una squadra che punta molto sul commetterne meno degli avversari e ricercando magari quei viaggi in lunetta che i Badgers concedono così raramente.

I ragazzi di Ryan difficilmente commetteranno tredici palle perse come MSU e Gonzaga (ne commettono 7 di media), ma allo stesso tempo ne forzano poche ed allora diverrà ancora più importante per Duke giocare con la precisione mostrata nelle partite precedenti, pensiamo soprattutto alle sole tre palle perse contro i Bulldogs.

Allo stesso tempo Duke ed in particolare Winslow e Okafor dovranno stare attenti a non commettere troppi falli contro giocatori offensivamente eccezionali come Kaminsky e Dekker: i Blue Devils hanno lavorato benissimo con le rotazioni accorciate, ma problemi di falli per uno dei loro protagonisti potrebbero mostrare la coperta corta proprio nel momento peggiore, un’uscita anticipata di Winslow come avvenuto nel primo tempo contro MSU potrebbe costare più cara questa volta. Allo stesso modo i Badgers si ritrovano nella medesima situazione e sarà vitale per loro che gli stessi Kaminsky e Dekker riescano a non farsi dominare dai lunghi di Duke e allo stesso tempo si tengano lontani da problemi di falli, dato quanto l’attacco punta su di loro.

Una cosa nella quale i Badgers hanno eccelso sia nella prima sfida contro Duke che nell’ultima uscita contro Kentucky è stata il lavoro a rimbalzo, specialmente d’attacco: Okafor e co. non sono particolarmente efficenti a rimbalzo difensivo (139esimi nella nazione, all’incirca come Kentucky) e potrebbero accusare il colpo qualora non tutto andasse a gonfie vele in attacco come nella sfida di dicembre. In questo senso il lavoro sporco di Winslow potrebbe risultare decisivo così come alcuni minuti d’intensità da parte di Jefferson e Plumlee, d’altra parte ricordiamo che il titolo 2010 Duke lo vinse in primis con la rivoluzione a rimbalzo guidata da Zoubek.

A livello psicologico la vittoria su Kentucky darà un leggero vantaggio a Wisconsin come lo fu la vittoria di Duke su UNLV sempre a Indianapolis nel 1991 o avrà lasciato i Badgers leggermente appagati e più provati rispetto alla “passeggiata” dei Blue Devils contro Michigan State? Propenderemmo per la prima, ma non siamo nella testa e nei corpi dei ragazzi di Ryan.

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Bo Ryan e Mike Krzyzewski a colloquio (cbssports.com)

Difficile prevedere una favorita in una sfida così equilibrata, dove verosimilmente il risultato verrà deciso da delle minuzie e da chi riuscirà ad imporre il proprio ritmo di gioco: Wisconsin sta giocando da due anni a livelli siderali e ha finora dimostrato una freddezza nei finali di partita che potrebbe dargli un leggero vantaggio, anche considerando le migliori percentuali ai liberi che in una partita del genere potrebbero divenire un fattore, tuttavia Duke ha convinto ogni partita di più in questo torneo ed ha l’allenatore più abituato nella storia del gioco a questi palcoscenici.

Wisconsin entra forse minimamente favorita anche per l’impresa compiuta in semifinale, ma qualora Duke dovesse continuare a crescere in difesa potrebbe risultare un avversaria più ostica di qualunque altra, visto la contemporanea eccellenza offensiva posseduta dai Blue Devils e di cui invece erano manchevoli Arizona e Kentucky (talentuosissima ma oscena in attacco). L’unica certezza è che assisteremo ad una partita -probabilmente bellissima- che sancirà la fine di un Torneo NCAA storico sebbene non concluso dalla finale più attesa, ma, come dimostrato dalle partite del torneo, più giusta.