Una delle tante conclusioni al ferro della serata per i Tar Heels: esegue Brice Johnson (CHRIS STEPPIG/AP)

Una delle tante conclusioni al ferro della serata per i Tar Heels: esegue Brice Johnson (CHRIS STEPPIG/AP)

North Carolina si è guadagnata il secondo ed ultimo pass per la finale di lunedì notte sconfiggendo con il risultato di 83-66 e senza grandi problemi l’inferiore Syracuse che, per quanto non abbia ceduto senza lottare, alla fine si è dovuta inchinare alla superiorità dei Tar Heels, considerati all’unanimità i grandi favoriti della sfida, al contrario della situazione ben più equilibrata (sulla carta) che si era proposta per la prima delle due semifinali, ovvero quella tra Villanova e Oklahoma.

Come nella prima semifinale assistiamo ad un inizio di grande equilibrio, con le due squadre che si alternano sette volte alla guida della partita nei primi tredici minuti, con il risultato che si ferma sul 18 pari a sette minuti dall’intervallo: ad aiutare gli Orange a stare in partita sono anche due delle quattro triple che complessivamente verranno messe a segno per gli uomini di Boeheim da giocatori non chiamati Trevor Cooney (una di Lydon e l’altra di Richardon) e la concomitante incapacità dei Tar Heels di segnare dall’arco. La squadra di Roy Williams cosciente delle proprie difficoltà al tiro decide allora di concentrarsi pressoché unicamente sulla ricerca di quella che poi è la specialità della casa, ovvero i punti in pitturato, il tutto cercando i propri lunghi con una grande rapidità d’esecuzione, d’altro canto necessaria per battere la 2-3 arancione in una giornata in cui il tiro non sembra riuscire a smantellarla. Aiutata dai propri centimetri e dalla capacità di fermare Syracuse e di concederle pochissime seconde occasioni (due soli rimbalzi offensivi sui sedici della partita giungono negli ultimi 8′ del primo tempo), North Carolina costruisce così una piccola roccaforte di punti che ben indica quel controllo che i Tar Heels sembrano sempre aver esercitato sulla partita e che finalmente si esprime nel finale di frazione, con le due squadre che vanno al riposo sul 39-28.

La seconda metà di gara dopo un’illusoria tripla di Cooney si apre nuovamente nel segno di UNC, la quale tocca il +17 a 12′ dal termine dopo che Joel Berry, recuperato un suo medesimo errore, conclude con il layup che dà ai campioni della ACC il massimo vantaggio della partita. Proprio da questo 57-40 apparentemente irrecuperabile scatta il moto d’orgoglio degli Orange che con cinque punti di Cooney e una provvidenziale tripla di Richardson chiudono un parziale di 10-0 che in nemmeno tre minuti parrebbe riaprire la partita. Le armi nell’arsenale di UNC sono però numerose e con nove minuti da giocare ai Tar Heels non è ancora entrato un tiro dalla lunga distanza degli undici tentati (quasi tutti nella prima parte del primo tempo): ci pensa un Marcus Paige “vintage”, come già l’abbiamo visto in questo torneo, che con tre triple nei successivi sei minuti fa in modo che i suoi possano sempre ricacciare indietro i tentativi di rimonta di una Syracuse che sbaglia moltissimo nonostante il buon numero di seconde occasioni che riesce a procacciarsi e che, costantemente in doppia cifra di svantaggio, deve infine fermare alle Final Four la propria impronosticabile corsa in questo torneo.

Top scorers per la squadra vincente Justin Jackson e Brice Johnson con 16 punti a testa, seguiti a ruota dai 15 di un quasi perfetto Kennedy Meeks autore di un 7-9 al tiro con i due errori in entrambi i casi poi corretti a canestro dallo stesso Meeks con due dei suoi otto rimbalzi (di cui cinque offensivi). Per Paige 13 punti, di cui nove però di grandissimo peso specifico, come abbiamo visto.

Hanno provato a tenere a galla il sogno di un miracolo per Syracuse i 39 punti combinati da Cooney e Richardson (22 e 17 rispettivamente), ma gli Orange, da moltissimi considerati immeritevoli di un posto al torneo, avevano già consumato la loro dose di magia di marzo con la vittoria ai danni di Virginia e questo approdo alle semifinali nazionali.

Per UNC ora una interessantissima finale contro Villanova, due squadre diverse tra loro e che speriamo possano tornare a offrirci un po’ di quell’equilibrio che è spesso mancato negli ultimi turni del torneo: i Tar Heels, magari migliorando un minimo il 4 su 17 odierno da tre, sono i favoriti della vigilia, ma viste le prestazioni di Villanova è impossibile considerarla una underdog; gli ingredienti per una grande finale non mancano, speriamo non vengano disattesi lunedì notte.