Stagione nuova, basket vecchio?

Dopo tre giornate, anche se può apparire affrettato, il vecchio guardone innamorato del basket si può già chiedere: dove eravamo rimasti?
Con l’attenuante di concedere ancora qualche settimana alle squadre – che molto hanno cambiato e propongono molti volti nuovi – per mettere a punto i loro sistemi di gioco, non è azzardato sostenere che quanto hanno messo in mostra in questo primo scorcio di campionato è una fotocopia di ciò che hanno fatto vedere la scorsa stagione.

Confidando che prima o poi si possa tornare ad apprezzare un basket gradevole, si può puntare l’indice su alcune componenti del gioco che, in modo reiterato, sono proposte con modalità e effetti identici.

Tralasciando, per amor di basket, l’ormai abusato pick and roll, la cui non infrequente improduttività costringe a riciclare il gioco, seguono a ruota due situazioni che, male interpretate, concorrono a renderlo asfittico, sussultorio.

Con il rischio – calcolato, per la ricorrenza dei temi, di tediare chi legge – si può cominciare con il momento clou di ogni azione: il tiro. Sempre più frequentemente si vedono tiri eseguiti scorrettamente, tanto dal punto di vista tecnico che da quello tattico. Se analizzare la tecnica ci porterebbe lontano, la tattica consente una analisi più circoscritta. E’ all’ordine del giorno rilevare una scadente selezione dei tiri, siano quelli che chiudono le azioni disegnate dagli allenatori quanto quelli estemporanei originati da situazioni contingenti. Una cattiva scelta del momento e del tipo di tiro porta a percentuali di realizzazione scadenti innescando, a volte, un circolo vizioso pericoloso per l’influenza che esercita sul risultato. Imputato numero uno è il tiro da tre punti. La perdurante predilezione per questo tipo di tiro, cercato spesso in alternativa a un più sicuro tiro da due, nasconde una insidia che non si può trascurare né, tanto meno, nascondere: se fa vincere alcune partite, ne fa perdere non poche.

In generale,una maggiore attenzione alla selezione dei tiri, non fosse altro che per gli effetti prodotti sul risultato, è non solo necessaria ma doverosa, salvo peccare, per chi ci ricade, di colpevole autolesionismo.

In seconda battuta, ma di non poco conto, merita e richiede attenzione la selezione e lo sviluppo delle azioni. Ogni allenatore ha un suo playbook nel quale sono raccolti attacchi e difese disegnati secondo la propria filosofia, le proprie convinzioni, i giocatori a disposizione, ecc…. Se sulla carta tutto fluisce, il campo spesso smentisce intenti e propositi, vanificando gli effetti attesi.

Si sono viste spesso, in questa fase iniziale del campionato, azioni rallentate, inceppate, che intaccano il ritmo di esecuzione rallentandolo in modo tale da agevolare il lavoro difensivo. Ci sono già stati non pochi casi nei quali ciò ha provocato discontinuità pericolose per gli effetti prodotti sul rendimento globale e sull’andamento del punteggio. Pause più o meno lunghe causano black out che possono risultare determinanti, costringere a rincorse e a recuperi dispendiosi, soprattutto se ricorrenti, causare una sterilità che allo scoccare dei 40 minuti presenta il conto a chi l’ha subita.

Per di più, tutto ciò si riverbera sulla qualità del gioco e sul conseguente appeal per il pubblico che, complice la crisi perdurante, si allontana dai palazzetti. Se il gioco migliora, è di buona qualità, è fin troppo banale sostenere che il pubblico rimane e aumenta e ciò non può che far bene al basket nostrano.

Per ora, questo basta e avanza. E’ vero, va ribadito, siamo a inizio stagione e le squadre sono alla ricerca dell’amalgama, della chimica, come si ama dire oggi, ma i segnali non sono confortanti. E non c’è da motivare le lacune citate con l’efficacia delle difese. Non sono loro a mettere sassolini negli ingranaggi offensivi perché, a loro volta, hanno da guardarsi in casa e lavorare per migliorare.

P.S. Una eventuale e auspicabile smentita a quanto sostenuto in queste righe sarà quanto mai gradita.

ALDO OBERTO

Per ulteriori approfondimenti e curiosità sugli stili di gioco delle squadre si rimanda al sito www.lavagnatecnica.it