UN RAGGIO DI SOLE
Geri De RosaSiamo nel pieno della tempesta, nel momento in cui noi poveri appassionati di basket siamo in totale balìa degli eventi, sballotati qua e là da onde che più anomale non si può. Esiste al mondo uno sport professionistico in cui si gioca una partita come Caserta-Varese? Quella in cui, per colpa della condensa, due giocatori si sono fatti male e ha vinto chi è riuscito a stare in piedi? Esiste una Lega sportiva al mondo che rinuncia a piazze che hanno costruito la sua stessa storia e che sono la base stessa della sua esistenza quasi con (malcelato) piacere, senza soprattutto fare nulla per salvarle, né dopo né, soprattutto, prima?
Si è mai visto, al mondo, uno scempio non solo televisivo ma soprattutto di comunicazione come quello del match Roma-Siena, una clamorosa manifestazione di inettitudine? Purtroppo sì, sono tutte cose che, nel breve volgere di pochi mesi, abbiamo visto noi, sempre quelli in balìa della tempesta; e non sono gli unici, anzi.
Chi dovrebbe prendersene la responsabilità, chi avrebbe dovuto scusarsi per la figuraccia di Roma (e poi, per dignità, andarsi a nascondere), continua a far finta di niente, esempio lampante della assoluta trascuratezza, della poca voglia di lavorare, con cui è trattato il nostro sport. Non mi viene in mente, del resto, un altro motivo che possa spiegare una diretta televisiva a lungo senza audio e poi con il comico sovrapporsi delle voci di telecronisti di due emittenti diverse, evento unico al mondo, grottesco mix di arroganza, superficialità, lassismo e incapacità.
Per fortuna, in questo mare in tempesta, in questo fase di Medio Evo cestistico, in questo buio totale di idee, lungimiranza e voglia di fare qualcosa per il bene comune, da qualche settimana è sbucato un raggio di sole, un filo di speranza che fa guardare al futuro con po’ di ottimismo: Varese, e non certo perché è in testa alla classifica.
Chi è in balìa delle onde su una zattera guidata male, da chi non ha voglia e non è neanche capace, non guarda la vittoria o la sconfitta; guarda semmai il raggio di sole proposto da una società che era in crisi nera, che non sapeva come arrivare alla stagione successiva e che allora si è ingegnata, cercando con fantasia e dedizione le risorse necessarie prima per sopravvivere e poi per vivere. Cecco Vescovi e il suo gruppo, Frank Vitucci e il suo staff, per tirare avanti, negli ultimi anni hanno dovuto mettersi in gioco, insudiciarsi le mani, rovistare nella spazzatura e senza questo lavoro sporco oggi Varese ed Avellino non esisterebbero più.
Questa esperienza, frutto di passione, umiltà e voglia di fare, sta dando risultati fantastici, ben al di sopra delle aspettative degli stessi protagonisti; magari verrà il giorno in cui uno di loro, o uno come loro, salirà sulla zattera per spingerci fuori dalla tempesta, verso quel raggio di sole.

GERI DE ROSA