DELLA SUPERIORITA’ DEL BASKET SU CALCIO

Geri De Rosa

Geri De Rosa

 

Una volta tanto il pensiero vola veramente leggero, come da titolo della rubrica. Vi propongo un argomento veramente da bar, perché sia fonte di discussione, di dibattito anche virtuale: la superiorità della pallacanestro, netta, sul calcio. Forse – direte – non c’è nemmeno bisogno di parlarne tanto è scontato questo concetto però di seguito voglio proporre qualche argomentazione concreta, scusandomi con tutti se su queste sacre pagine stanno per apparire parole del gergo calcistico e quindi “sacrileghe”. Sarà la prima e l’ultima volta, lo giuro! Dunque, l’assunto, secondo me, è il seguente: il basket è lo sport migliore del mondo, il calcio è infinitamente inferiore e lo dimostra il fatto che si è evoluto copiando di sana pianta dalla pallacanestro. Qualche esempio? Eccoli, in attesa di riceverne altri da voi:

la difesa a zona: nel calcio si parla di Sacchi come di un grande innovatore, l’uomo che ha cambiato il calcio più di tutti nella sua storia recente. E qual è stata la sua principale innovazione, peraltro già proposta una decina di anni prima da almeno altri due allenatori? La difesa a zona, cosa che la pallacanestro utilizza praticamente da quando è nata (più o meno). E i principi chiave della zona calcistica? Cose che sui campi da basket sono abituati a fare tutti, in qualsiasi categoria, dall’NBA al campionato UISP. E che cos’è la fantomatica “diagonale” evocata da tanti allenatori e critici del calcio se non il lavoro del difensore sul lato debole che si stacca dal suo e si piazza in mezzo all’area?

i blocchi: gli appassionati di calcio, sempre che ce ne siano tra chi sta leggendo, ricorderanno sicuramente la sfida fra Barcellona e Milan dello scorso aprile. Vinse il Barca 3-1 e il secondo gol arrivò da un rigore generato da un fallo di Alessandro Nesta. L’ex difensore del Milan perse il suo uomo su calcio d’angolo grazie ad un fantastico blocco portato da Carles Puyol, un blocco che sembrava portato da Mason Rocca e che suscitò tante proteste rossonere. Nel regolamento del calcio la parola blocco non risulta neanche scritta, figuratevi il concetto; un arbitro, a precisa domanda lontano (ovviamente…) dai microfoni mi ha fatto capire che l’argomento blocchi non è mai stato neanche trattato, che al limite si può applicare il concetto di fallo d’ostruzione… Insomma alcuni allenatori hanno capito che qui c’è terreno fertile per lavorare: guardate cosa succede in area prima di un calcio d’angolo e ve ne renderete conto.

il backdoor: avete in mente il gol della Juve contro il Genoa? Quello di Quagliarella su cross di Lichtsteiner? Soffermatevi sul movimento di Lichtsteiner che riceve una gran palla da Vucinic: un taglio dietro la schiena del disorientato difensore genoano pescato fuori posizione e con la stessa faccia stupita del cestista che si fa fregare da uno dei movimenti più umilianti, ma più immarcabili, che gli illuminati padri della pallacanestro hanno saputo inventare. Che cos’è questo se non un perfetto backdoor? Mancava solo la finta verso il centro del campo, elemento chiave del backdoor: quei copioni del calcio arriveranno anche a questo, date loro solo un po’ di tempo…

le statistiche: da qualche anno il calcio prova ad affidarsi ai numeri. Qui siamo di fronte ad un maldestro tentativo di emulazione: nella pallacanestro le statistiche sono spesso la chiave, se si sanno leggere, per spiegare e capire una cosa così elementare come il calcio, invece, i numeri sono davvero superflui.

la terminologia: assist, palla persa, tap-in, blocco. Più passa il tempo e più sbucano termini cestistici in una partita di calcio. Solo l’allenatore resta “il Mister” e non “il Coach” ma è solo questione di tempo…

la tecnologia: nel basket uno scudetto si è deciso guardando non solo il campo ma anche un monitor, nel basket per un paio di stagioni gli arbitri hanno parlato ai microfoni di Sky alla fine della partita. Nel calcio da tempo vorrebbero copiarci ma non ne hanno il coraggio. E per andare avanti, per crescere, ce ne vuole tanto: copiare non basta.

GERI DE ROSA