Il Prof. Maurizio Mondoni

Il Prof. Maurizio Mondoni

Dopo la prima parte presentata la scorsa settimana, DailyBasket completa la pubblicazione del trattato realizzato dal Professor Maurizio Mondoni: “Come insegnare la difesa individuale nel minibasket”.

 

Concetti della difesa a uomo nel Minibasket

 

In considerazione di tutto ciò, possiamo pensare che un bambino che gioca a Minibasket e che non è in attacco, non trovi molte difficoltà a “marcare a uomo” il proprio avversario in possesso di palla, perché il suo obiettivo è solo quello: impadronirsi della palla!

 

Concetti

 

1) Se il bambino deve “marcare” chi è in possesso di palla, non deve cercare solo di portargli via la palla (salvo che non gli palleggi davanti), deve cercare di non farlo andare facilmente a canestro (stargli di fronte all’inizio e poi di fronte alla palla e a distanze differenti, secondo la distanza dal proprio canestro, perché se gli sta troppo vicino, spesso è battuto).

 

2) Se il bambino deve “marcare” chi non è in possesso di palla, deve all’inizio stargli di fronte (a distanze diverse), anche se gli interessa molto la palla ed è tentato di andare a “raddoppiare” verso la palla, per impossessarsene e poi iniziare a marcare “d’anticipo” (a distanze diverse); ma deve cercare anche di intercettare la palla se arriva un passaggio (capacità di anticipazione e di scelta), calcolando bene la distanza del passaggio, la velocità di arrivo della palla e la sua rapidità di spostamento (con il corpo, con le braccia, con le mani).

Un bambino in difesa sul non possessore di palla, deve cercare di risolvere tre problemi fondamentali che gli si presentano durante il gioco:

 

– Dove?

– Quando?

– Perché?

 

1) Dove intercettare la palla?

 

Nello spazio libero, cioè sulla traiettoria possibile della palla tra chi ne è in possesso e chi non lo è.

 

2) Quando intercettare la palla?

 

Nei momenti giusti e nei momenti adeguati.

 

3) Come intercettare la palla?

 

Nel miglior modo possibile, in equilibrio e in modo coordinato.

 

Per fare tutto ciò, il bambino deve conoscere i movimenti che può effettuare con il proprio corpo, nello spazio (in tanto spazio, in poco spazio, in spazi ristretti) e nel tempo (prima-dopo-contemporaneamente). Quindi (a 10-11 anni), difesa “a uomo” sul possessore di palla e d’anticipo sul giocatore non in possesso di palla: ci si può allontanare in relazione alla posizione della palla (mettersi sulla punta di un triangolo immaginario che si forma tra giocatore su cui si difende e giocatore in possesso di palla) e cercare di intercettare la palla in relazione ad un eventuale passaggio.

 

Cosa significa difendere a uomo

 

1)   Difendere “a uomo” sull’avversario è una “sfida personale” (non si deve perderlo di vista, si deve sempre sapere dove si trova in campo).

2)  Difendere “a uomo” (frontalmente vicino all’inizio e poi man mano staccandosi in relazione alla distanza dal canestro), significa “duellare” (cercare di battere l’altro e non farsi battere).

3)  difendere “a uomo” significa cercare di impedire o paralizzare le iniziative di attacco dell’avversario:

 

–         cercare di “rubargli” il pallone se non protegge la palla;

–         cercare di intercettare il pallone su un passaggio;

–         cercare di farlo andare dove non vuole;

–         cercare non fargli passare o ricevere facilmente la palla;

–         cercare di non farlo tirare facilmente a canestro

 

Prof. Maurizio Mondoni