Smodis con il trofeo dell'Eurolega 2008

Smodis con il trofeo dell’Eurolega 2008

Piccolo intermezzo con la traduzione della prima parte dell’intervista che il massimo quotidiano sloveno, il Delo, ha fatto a Matjaž Smodiš in occasione del suo ritiro dopo aver contribuito in modo decisivo alla conquista del titolo da parte del suo Krka. Perché lo faccio penso sarà chiaro quando avrete letto quanto Smodiš aveva da dire.

Già il titolo è significativo: “Alleviamo atleti senza iniziativa (la tradizione letterale sarebbe sfacciataggine, ma penso che iniziativa sia in questo caso più calzante) e comprensione del gioco.

Allora. Parto dalla seconda domanda.

Intervistatrice: Quando in autunno ha deciso di ritornare al Krka e con ciò sulla scena del basket sloveno probabilmente non sapeva esattamente quanto la attendeva. E’ rimasto sorpreso di qualcosa?

Smodiš: Soprattutto dal livello del basket sloveno. Mi attendevo di più, pensavo che sarebbe stato tutto quanto più difficile, che le conoscenze individuali, il gioco, in definitiva il livello generale sarebbero stati ben più elevati. Per me è stata una piccola delusione.

Sergio Tavčar

Sergio Tavčar

I: Di quanto si è abbassato il livello rispetto ai tempi prima che lei andasse all’estero?

S: Si sono abbassati il livello generale di conoscenze e di insegnamento, mi disturba il fatto che i giocatori non riescano più a prevedere le situazioni, non c’è improvvisazione, tutto si svolge meccanicamente e secondo schemi fissi. Non vedi più un giocatore che sorprenda tutti con qualche mossa inattesa né in allenamento né in partita, che faccia insomma qualcosa fuori dagli schemi tattici. Almeno io in questi mesi non ho visto nessuno che avesse qualcosa di suo, che lo rendesse diverso dagli altri. Il basket è diventato monotono, e anche noi in Slovenia stiamo seguendo i trend mondiali, per i quali la cosa più importante è quanto salti e quanti chilogrammi hai. Dove sono l’iniziativa, la conoscenza profonda del gioco, i passaggi? Io ho avuto successo grazie a queste ultime cose, non certamente per le mie qualità fisiche. Ora va tutto in un’altra direzione.

I: Cosa significa tutto ciò per il futuro?

S: Significa che prima o poi sia in nazionale che nei club giocheremo un basket atletico. La cosa più importante sarà avere un eccellente preparatore atletico che farà in modo che lo sportivo, cestista nel nostro caso, correrà i 100 metri in 9 secondi o salterà 8 metri e mezzo in lungo, e quando gli verrà data la palla in mano schiaccerà oltre tutti quanti come fanno in America. Se con tutto ciòsaprà anche palleggiare sarà automaticamente una superstella. La difficoltà consiste nel fatto che oggigiorno i sistemi di gioco sono organizzati in modo tale che i giocatori nell’eseguirli sono impossibilitati a pensare, tutto è previsto e già tracciato.

Che ne dite, lo nominiamo membro onorario del nostro gruppo di resistenza cestistica?