[…] Penso che sia d’uopo un momento di pausa in vista dei quarti tentando di capire quanto abbiamo visto finora. Comincio proprio dalla partita dell’Italia. Dettman è un bravissimo allenatore che fa giocare molto bene le sue squadre, ma sulle letture in panchina è tutto fuori che un drago. Vado molto indietro con la memoria e mi sembra di ricordare che nel lontano ’01 riuscì a perdere sulla panchina della Germania, che poteva schierare un Nowitzki vero che più vero non si poteva, una semifinale con la Turchia già vinta subendo, mi sembra, una tripla assurda di Turkoglu alla fine del tempo regolamentare. Sabato ha cominciato la partita con un piano partita alla rovescia: cioè come fare in modo che l’Italia potesse mettere in mostra tutte le sue doti senza palesare alcuna delle sue debolezze. Quando poi ha cominciato a giocare in modo umano i buoi erano già ampiamente scappati dalla stalla. Ciò non toglie che neanche a più 20 questa Italia può dormire sonni tranquilli, come giustamente sottolineato da tutti. A proposito, siete sempre convinti che quanto dico su Hackett sia totalmente fuori dal mondo? A me non sembra che un giocatore con le palle sia di danno alla squadra. Rimane poi il mistero Markkanen. Hai un’arma totale che a Helsinki ha fatto pentole e coperchi e lo usi con il contagocce e soprattutto come comprimario? Bah.

Facendo un piccolo borsino fra chi sale e chi scende la prima cosa che salta agli occhi è la discesa agli inferi di Croazia, Lituania e Francia. Ho tutta la mia totale comprensione per la disperazione di Boki, in quanto la Croazia vista ieri sera è stata sconfortante. Tutto in fotocopia di quanto successo due anni fa. Eppure l’anno scorso alle Olimpiadi la Croazia era stata, diciamo così, normale perdendo un derby che si poteva anche perdere (ma anche vincere…). Stavolta sembrava quella che ha fatto venire un esaurimento nervoso e una totale depressione a Perasović e anche il povero Aca mi sembrava ieri totalmente stranito come se non riuscisse a capire quello che fosse successo. Una squadra balcanica (scusate croati, ma l’appartenenza geografica e anche culturale non si può cancellare per decreto) che si fa prendere in giro nel finale dai russi. Dai russi! Of all people. Inaudito. Mai visto, da quando sono nato. E’ stata la cosa che più mi ha fatto male. Evidentemente, cari croati, non voler appartenere ai Balcani sembra avervi fatto totalmente sparire gli attributi che pure una volta possedevate. Tutto si può spiegare, cominciando dall’evanescenza di Simon (evidentemente la lunga permanenza a Milano lo ha totalmente evirato) e Šarić, ma farsi prendere per il culo dai russi quello mai e poi mai.

La Lituania ha molte più scusanti, in quanto di fronte ha avuto una Grecia vera, loro sì che da buoni balcanici gli attributi, la sfrontatezza e la fede nelle proprie capacità ce l’hanno, che è stata una squadra totalmente agli antipodi rispetto all’abulica accozzaglia di presuntuosi giocatori che era apparsa a Helsinki. Detto ciò e tornando alla Lituania mi sembra di poter asserire ufficialmente che Adomaitis è anche lui tutto fuor che un drago, in quanto la sua squadra ha giocato veramente a capocchia in modo del tutto casuale e confusionario.

La Grecia contro la Russia la vedo tutt’altro che battuta in partenza, e penso anche che sarà una partita interessantissima. Penso che si saprà moltissimo già dai primissimi minuti, quando cioè si capirà chi sarà riuscito a imporre il proprio tipo di gioco. Se si va a due all’ora e su chi spinge di più può anche vincere la Grecia. Si tratta comunque di due squadre in pienissima salute. Sono d’accordo che la Russia sembra averne di più, primo perché sembra allenata molto bene con Bazarevič che ha dato alla squadra un gioco e gerarchie ben precise con Šved che ieri ha giocato in modo perfetto per la squadra segnando quando doveva e facendo giocare i compagni altrettanto quando doveva, e con tutti i ruoli ben coperti. Un’altra cosa che mi piace che play titolare che complementa benissimo Šved è stato promosso Hvostov, giocatore che mi è sempre molto piaciuto, con Mozgov che fa il centro, con Fridzon che tira, con Zubkov, Kurbanov e Antonov che fanno quello che sanno fare e non vogliono fare cose per le quali non sono capaci, con Kulagin che fa il guastatore quanto e quando serve, insomma bravi.

Sulla Francia penso si possa dire che contro i tedeschi è stata la fotocopia della squadra che si è fatta asfaltare dalla Slovenia a Helsinki. Eppure aveva cominciato benissimo con un ottimo piano partita che per tutto il primo tempo ha annullato Schroeder. E infatti era andata avanti pur non giocando benissimo, anzi, in attacco. De Colo non pervenuto. Cosa che alimenta ulteriormente i dubbi sul suo carattere di vincente, mascherato nel CSKA dalla forza complessiva della squadra che ha (aveva) intorno a sé (compreso un tale Teodosić). Dei francesi la cosa che più mi ha impressionato è stato l’elettroencefalogramma totalmente piatto quando i tedeschi hanno cominciato a mettere qualche tripla. Reazione totalmente zero, di stringere in difesa non si parlava, di andare magari a disturbare Theis neppure, insomma una catastrofe. Dove si dimostra nuovamente che senza palle non si va da nessuna parte.

Su chi sale non si può, purtroppo per me, non parlare della Lettonia. L’esecuzione operata ieri ai danni del povero Boša e dei suoi montenegrini è stata agghiacciante. Certo che i montenegrini sono molta poca roba, con un reparto dietro da campionato zonale dell’ex Jugoslavia, ma la Lettonia sembrava veramente una squadra di un’altra categoria. Per la mia Slovenia la vedo durissima e servirà una partita totalmente perfetta per competere. La Lettonia bisogna affrontarla facendo la faccia feroce e mostrando i muscoli, cosa totalmente impossibile per la Slovenia e per il gioco che pratica. Se le due squadre si affronteranno a specchio vinceranno i centimetri della Lettonia, su questo non ci possono essere dubbi. Voglio andare controcorrente e dire quale secondo me sarà l’ago della bilancia della partita, e dunque dico un nome che nessuno potrebbe indovinare: Edo Murić, quello che finora è un po’ mancato, ma che può essere l’uomo chiave in difesa con l’atletismo e i centimetri per mettere una pezza al grandissimo lavoro che svolge Janis Timma, e qui sono contento di avere fatto il suo nome quale collante della squadra in tempi non sospetti. In questo modo potrebbe sollevare Dončić dal fare questo lavoro dandogli più spazio in attacco, e Dio solo sa quanto sarà necessario il suo apporto in attacco, visto che Dragić avrà terribili difficoltà a fare le sue scorribande sotto canestro con tutti i tentacoli che lo attenderanno al varco. Un’altra cosa che spero è che Porzingis sia nella sua versione NBA e che dunque cerchi con insistenza il tiro da tre dimenticando di andare a fare sfracelli sotto canestro. Lo sapete come la penso: il pallone è uno solo, e se Porzingis tira da tre vuol dire che non lo fanno i due Bertans, Strelnieks, Blums e tutti gli altri cecchini che la Lettonia possiede, per cui si ha un tiro da tre, ma non si ha nessuno sotto né per il rimbalzo né per dargli la palla con ciò togliendo subito una dimensione all’attacco. Sarà una partita giocata a grande velocità e si deciderà sulla forma giornaliera, su chi cioè la mette di più a canestro. Le difese qui saranno importanti, ma non decisive: ciascuna delle due squadre possiede sufficienti e temibili armi in attacco per arrivare sempre a buoni tiri. E dunque si torna alla base del basket: vince chi segna di più.

Finisco con  le due squadre che hanno giocato gli ottavi nello stesso modo, e cioè Serbia e Spagna. Durante la partita della Serbia non facevo che ridere, ricordando le mie esperienze di basket jugoslavo. Ho più volte detto che le giocate spettacolari e umilianti per l’avversario che la Jugoslavia faceva ai bei tempi nei finali di partita vinti erano, per la loro mentalità, un segno di rispetto, tipo la danza degli indiani attorno al totem, esprimevano cioè la gioia per aver battuto un avversario che prima della partita si riteneva degno di essere affrontato. C’era da preoccuparsi invece quando per esempio la Jugoslavia era avanti di 30 a 10 minuti dalla fine e finiva con il vincere di 10. Era un segno inequivocabile che l’avversario era disprezzato e che non era valsa la fatica di stare in campo per perdere tempo contro gente tanto scarsa. Che divertimento c’era a prendere in giro i morti? Ti abbiamo dimostrato che sei un cesso e tu ti ostini a giocare? Vuoi fare un canestro? E fallo, tanto scarso eri e scarso rimani. Che è esattamente l’atteggiamento che ha avuto ieri la Serbia contro l’Ungheria. Due strappi a inizio tempo e poi una annoiata attesa della fine.

Per la Spagna il discorso è un po’ diverso. Basta vederli giocare e si capisce dopo pochi secondi che sono di un altro pianeta. Loro sanno tutti giocare a basket, nel senso che non occorre un coach per spiegare ai vari Pau, Navarro, Chacho e a quasi tutti gli altri cosa devono fare in campo. Lo sanno da soli. E’ però anche vero che nella squadra, soprattutto fra i veterani, fra i quali ci metto anche Marc (l’Hernangomes senior è invece semplicemente presuntuoso e stupido e bene ha fatto Scariolo a lasciarlo in panchina), serpeggia una specie di stanchezza. Manca loro quella che in modo drammatico e tutto sommato impreciso si dice fame. Vincono perché sono troppo superiori, non  perché, avendo già vinto l’invincibile, ci tengano particolarmente. Per cui, per vincere, fanno lo stretto necessario perché anche loro hanno a cuore le sorti della loro nazione e, già che ci sono e fanno fatica invece di stare in vacanza con la famiglia, perché anche non vincere? Ecco, l’impressione è che, se solo in Europa ci fosse una squadra alla loro altezza in fatto di conoscenza del basket, gli spagnoli abdicherebbero senza problemi. Il problema è che proprio non c’è. Men che meno la Germania.