Terminata la prima fase del girone di qualificazione con l’en plein della Nazionale italiana, mi sono soffermato sulle dichiarazioni degli addetti ai lavori, leggendo più volte che la vittoria è stata ottenuta grazie alla tenuta mentale.
Ma cosa è l’allenamento mentale? Quali sono i fattori che lo determinano? Quali sono le differenze tra l’allenamento sportivo e quello mentale?
L’allenamento mentale permette di raggiungere obiettivi sfidanti e consapevoli utilizzando desideri, esperienze e conoscenze. Tempo, esercizi, potenzialità umane e tecniche, fare e allenare, determinare obiettivi e piani d’azione sono fattori necessari per permettere all’atleta di raggiungere la piena autorealizzazione e la felicità quindi migliorare le proprie performance.
Tim Gallwey, l’inventore della formula” P=p-i” (le performance umane vengono migliorate attraverso l’uso delle potenzialità meno le interferenze), negli anni ’70 scopri l‘importanza della dimensione interiore dell’atleta accorgendosi che i suoi atleti miglioravano di giorno in giorno grazie ad una percezione del risultato che si voleva ottenere.
L’allenamento mentale consente agli atleti di:
– individuare, valorizzare e allenare specifiche potenzialità
– avere una più alta concentrazione sul compito da svolgere negli allenamenti e nelle gare
– agire direttamente sull’ atteggiamento mentale inteso come ottimismo
– stimolare la concentrazione e la lucidità e sicurezza in se stessi
– migliorare e consolidare l’autostima e l’intelligenza emotiva
– creare una mentalità vincente che si esprime con la voglia ed il piacere di raggiungere nuovi obiettivi/ traguardi
– migliorare la connessione che esiste tra la mente ed il corpo
L’allenamento sportivo consiste nel migliorare la prestazione fisica utilizzando un’ insieme di procedure fisico-atletiche che riescono ad innalzare il livello che esiste nel superare la soglia della fatica e il calo della prestazione. Esso da solo non riesce a migliorare le performance umane, in quanto non interviene sulle scelte della consapevolezza e sulla potenzialità delle potenzialità la “creatività”.
Osservare la partita da fuori è sicuramente molto interessante, in quanto permette di riconoscere come ogni singolo atleta della Nazionale utilizza la creatività per risolvere complicate situazioni offensive vedi Belinelli contro la Grecia, o il finale di partita contro la Svezia o la difficile partita contro la Turchia.
Gli Azzurri sono concentrati sia sugli obiettivi di performance ma anche su quelli di risultato, e incominciano a coltivare un “sogno”, realizzano che prepararsi mentalmente, indirizzare l’attenzione verso l’obiettivo, concentrarsi in maniera intensa e duratura può trasformare ognuno di loro da atleta a campione.
Dedicare tempo all’allenamento mentale significa impegnarsi a scavare per trovare la parte più nascosta della prestazione e della performance.
Il nostro nemico è per tradizione il nostro salvatore, ci impedisce di essere superficiali. Forza Azzurri!