Coach Igor

Coach Igor durante una partita della sua Georgia

Puntata “intermedia” di “Cult Flags”. Dopo tre bandiere cult negli ultimi tre mesi la rubrica è quasi pronta per lanciare la quarta eroina, in uscita tra due settimane, 22 Maggio, sempre Mercoledì alle ore 15. Nel frattempo, abbiamo avuto la fortuna di intercettare al termine della stagione dei suoi Phoenix Suns coach Igor Kokoskov, che avevamo conosciuto bene nella puntata dedicata alla nazionale della Georgia di cui Igor è coach dal 2008.
Igor, serbo delle campagne belgradesi, è primo assistente allenatore nella Nba a Phoenix, stimatissimo in tutto l’ambiente anche per esser stato il pioniere dei coach stranieri ad allenare negli States. Persona squisita e di enorme conoscenza cestistica, l’avevamo sentito una prima volta durante un road trip dei Suns verso il termine della regular season, ma gli ovvi impegni hanno rimandato la conclusione dell’intervista a momenti più tranquilli.
L’argomento principale, ovviamente, la sua vita con la nazionale cult della Georgia.

Ladies and gentlemen…per Cult Flags e Dailybasket, coach Igor Kokoskov!

Buonasera coach e bentrovato su Dailybasket! Esprimendole i nostri più sinceri complimenti per la sua carriera, la prima domanda riguarda il suo Passato. Come si sente ad esser stato il primo assistente allenatore straniero sia per una squadra NCAA di Division I che di una squadra NBA nella storia della pallacanestro americana?

-E’ stato un vero onore per me, oltre a sentirmi immensamente fortunato per esser stato la classica persona giusta al momento giusto nel posto giusto. Dico sempre a chiunque che non sono il miglior allenatore europeo a lavorare nella Nba, ma semplicemente il primo, in Europa sono tanti gli allenatori dotati della conoscenza e dell’esperienza sufficienti per allenare in Nba. Il primo approccio quando sono arrivato negli States è stato difficile. Ero un ex giocatore del campionato serbo diventato allenatore a causa di un infortunio grave, e non avevo mai giocato a basket negli Stati Uniti prima di venirci ad allenare, ma sono riuscito gradualmente a trovare un modo per adeguarmi e relazionarmi con i giocatori.
La prima esperienza, l’unico anno passato all’Università di Missouri nella NCAA nel 1999, è stata grandiosa ed insieme alla fortuna mi ha accompagnato fino ad oggi, il mio 13mo anno nella Nba. Ecco, se mi chiedete cosa mi ha portato negli States risponderei “la fortuna”, ma se mi chiedete cos’è che è riuscito a farmi restare qui per tutti questi anni risponderei “le mie qualità come coach e la capacità di migliorare”.-

Coach Igor, primo da sinistra, sulla panchina dei Suns

Coach Igor, primo da sinistra, sulla panchina dei Suns

Com’è riuscito ad avere il primo contatto con gli States? E cosa ha provato quando un 24enne della provincia di Belgrado di fine anni novanta come lei ha iniziato a realizzare che un sogno stava per diventare realtà?

-Il mio primo lavoro come coach negli States all’Università di Missouri arrivò attraverso l’amicizia che avevo sviluppato con il loro head coach Quin Snyder, ormai un mio caro amico. Incontrai Quin quando andai a visionare il lavoro di coach K a Duke, Snyder era uno degli assistenti. In quegli anni non immaginavo decisamente che avrei allenato ed abitato negli States, ero lì solo per rubare i segreti del lavoro dai migliori. Poi tutto accadde così velocemente che non ebbi nemmeno il tempo di mettermi a pensare a cosa stesse succedendo. Quin mi propose il posto sulla sua panchina, accettai, ed ora la mia famiglia e la mia vita sono qui. Dopo 14 anni, posso dire con sicurezza che è questo il posto dove mi sento più a mio agio.-

Passando alla Nazionale Georgiana di cui abbiamo parlato in questa rubrica, “Cult Flags” di Dailybasket.it, secondo la mia personalissima opinione Lei e il suo team siete pronti per diventare La Sorpresa dei prossimi Europei in Slovenia (4-22 Settembre prossimi). Cosa ne pensa? Quanto è stato difficile, professionalmente ed umanamente, prendere questa squadra ed i suoi giocatori e portarli a competere ad un livello superiore del Gioco, contro le migliori d’Europa?

-Innanzitutto partiamo dal fatto che la nazionale della Georgia a Settembre parteciperà al suo secondo europeo consecutivo, e già questo è un enorme risultato per la pallacanestro georgiana.
Poi devo dire che l’attuale generazione georgiana è piena di talento, confermato dal fatto che la maggior parte dei giocatori gioca a livello internazionale. Ci siamo sempre divertiti a giocare il ruolo degli sfavoriti quando s’è trattato di competere contro le migliori nazionali europee, e questo Settembre sarà la stessa cosa. Sappiamo che al momento non possiamo giocare per la medaglia d’oro, ma tenteremo comunque di vincere ogni singolo quarto di gioco del torneo. Negli ultimi 5 anni, da quando ho accettato il ruolo di head coach di questa nazionale, la cosa che mi ha reso più orgoglioso è che siamo sempre riusciti a superare con successo qualsiasi sfida di crescita che ci si sia stata presentata, dal passaggio di categoria negli europei a tutte le altre cose. Speriamo quindi di proseguire questo trend anche con la prossima sfida europea.-

E’ interessante rilevare che la Nazionale della Georgia è caratterizzata da una delle medie d’altezza più elevate d’Europa, mentre le guardie georgiane “pure” con un profilo internazionale ed affidabili per la nazionale sono pochissime. Come ha influenzato quest’atipica situazione il suo modo di allenare e selezionare questa squadra? Rientra nei suoi piani tattici l’utilizzo in quintetto di 4 ali e solo un playmaker, per il prossimo futuro?

-La stazza è sempre stata uno dei punti di forza di questa squadra. Prima di tutto dobbiamo ancora capire che tipo di roster riusciremo a costruire e a portare questo Settembre, e chi sarà disponibile per gli Europei. Abbiamo chiaramente giocatori capaci di giocare in più posizioni, e stiamo cercando di farlo diventare un altro fattore a nostro vantaggio. Invece, in funzione degli esterni, per ampliare il numero di selezionabili ogni anno stiamo cercando di aumentare il numero di giovani nell’orbita della nazionale, giovani che speriamo potranno in futuro contribuire al successo di questa squadra.-

Igor Kokoskov - Primo assistente allenatore Phoenix Suns

Igor Kokoskov – Primo assistente allenatore Phoenix Suns

Considerato il Passato della Georgia, quali sono le sue considerazioni sull’evoluzione della pallacanestro georgiana, delle sue strutture, degli impianti e degli allenatori per i giovani georgiani? Lei è mai stato coinvolto in questo tipo di argomento con la federazione georgiana con lo scopo di migliorre il sistema cestistico nazionale?

-Il mio vecchio coach in Serbia mi ripeteva sempre ironicamente che la chiave del successo è vincere le partite. Il successo che la nazionale georgiana di basket ha avuto negli ultimi anni ha aiutato tanto lo sviluppo dello sport georgiano e della pallacanestro. La pallacanestro è il secondo sport per importanza in Georgia dopo il calcio, e sempre più ragazzini stanno cercando di replicare i successi che i loro eroi stanno avendo sia a livello di club che di nazionale. Sfortunatamente non ho abbastanza tempo per poter guardare molto anche il campionato di SerieA georgiano, ma ovviamente il campionato sta migliorando a vista d’occhio ed ormai parecchi stranieri stanno andando a giocare in Georgia. Spero che questi miglioramenti continuino e che il movimento cestistico della Georgia continui a crescere di livello.-

Ultima domanda. Ho visto un video su youtube dove il presidente della repubblica della Georgia La premia con il riconoscimento di “Eccellenza” della nazione. Lo scenario della cerimonia era veramente strano, senza pubblico, con poche persone ad assistere e in un vigneto. Come può descrivere quel momento e le sue sensazioni sul popolo della Georgia?

-Sono molto contento che il popolo e il governo della Georgia abbiano riconosciuto ed apprezzato tutti gli sforzi che abbiamo fatto per questo progetto negli ultimi anni. A quella cerimonia, che ricordo con piacere, ero da solo ma in realtà rappresentavo l’intera federazione georgiana di basket e ogni singolo giocatore che abbia mai giocato per questa nazionale dalla prima partita di cui ne sono stato l’head coach. E’ un riconoscimento per chiunque sia stato coinvolto, non lo ritengo sicuramente un premio individuale alla mia persona. La federazione georgiana ha fatto un lavoro eccellente negli ultimi anni, aiutandoci a superare ogni difficoltà e provvedendo a qualsiasi necessità la nazionale avesse bisogno, quel riconoscimento se lo meritano tutto.
Ma il riconoscimento e il ringraziamento più grandi vanno ai miei giocatori. Perchè sono loro che giocano e vanno in campo, e la pallacanestro riguarda principalmente loro, i giocatori, e nessun altro.
Una volta ancora, sono stato fortunato. La persona giusta al momento giusto nel posto più giusto che ci fosse.-

Grazie ancora a coach Igor Kokoskov per la disponibilità, vi aspettiamo il 22 Maggio, QUI con Cult Flags #4!