Riproponiamo, all’interno della rubrica Forgotten Sons, questo articolo pubblicato su Basket Magazine n.4.

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John Wooden era nato nel 1910 ed era un figlio della sua era. Guardia di Purdue negli anni ‘30 e poi allenatore nel dopoguerra prima ad Indiana State e poi a UCLA dal 1948 aveva sette principi da cui non sgarrava mai:

  1. sii sincero con té stesso
  2. rendi ogni giorno un capolavoro
  3. aiuta gli altri
  4. abbeverati dai libri e dalla Bibbia in particolare
  5. tratta l’amicizia come un’arte
  6. creati un’armatura per i giorni difficili
  7. prega ogni giorno ringraziando il Signore
coach Wooden parla a Bill Walton in un time out

coach Wooden parla a Bill Walton in un time out

E su solidi basi morali si fondava la sua Piramide del Successo “Il successo è la serenità mentale che è il risultato diretto della soddisfazione che deriva dal sapere di aver dato il massimo” la strada che lo aveva portato ad essere il coach più vincente d’America e vincere il suo quinto titolo NCAA trascinato da Lewis Alcindor, che da a lì a breve divenne Kareem Abdul Jabbar.

Del reclutamento delle giovani promesse si occupava il suo vice allenatore Danny Crum, che poi creò un’altra dinasty a Louisville, che scovò a sud di LA nella dolce San Diego un ragazzone dai capelli rossi predestinato ad essere un grande giocatore di basket, il suo nome era Bill Walton. Fortuna volle che il ragazzone era anche un grande tifoso di UCLA, non aveva la televisione perché non se la poteva permettere ma leggeva ogni giorno il Los Angeles Times per sapere i risultati dei Bruins. Ma Walton era un figlio dell’estate del ’69: l’epoca del Vietnam, del Watergate, della musica rock.. era un surfer, un ribelle ed un giovane brillante pronto a porsi ed a porre domande.

walton woodenCoach Wooden e Bill Walton discussero e litigarono su tutto. Walton abituato dai genitori a farsi delle domande incappò nelle solide certezze del suo coach. Presentandosi ad inizio stagione coi capelli lunghi e la barba sfatta, coach Wooden lo chiamò nell’ufficio “Caro Bill, apprezzo il tuo spirito e le tue certezze politiche. Ma a UCLA abbiamo delle regole ed i giocatori si devono presentare sbarbati e coi capelli corti, ti prego di provvedere oggi stesso, in caso contrario puoi lasciare la squadra ma sappi che abbiamo apprezzato l’averti avuto fra di noi”. Il giorno seguente Walton si presentò ben rasato e coi capelli in ordine.

In una manifestazione al campus contro la guerra del Vietnam Bill venne arrestato dalla Polizia e portato in prigione ed il suo coach dovette andare a tirarlo fuori. Era infuriato, lui uomo notoriamente calmo, come non mai: “Forza Walton! Cosa stai facendo!? Tu rappresenti UCLA, sei il giocatore dell’anno, un academic all american, il capitano della squadra e ti fai arrestare?!” ma il suo centro gli rispose “Coach, questa guerra fa schifo e dobbiamo fermarla..” il coach lo interruppe “Hai ragione, questa guerra è sbagliata ma il tuo metodo è sbagliato, dovresti scrivere delle lettere…” WTF…LETTERE?!

D’accordo, pensò Walton, farò una lettera e la notte stessa scrisse una lettera al presidente Nixon mettendo in luce i suoi crimini contro l’umanità, chiedendo l’immediata fine delle ostilità e le sue dimissioni. Il giorno dopo all’allenamento tutti i suoi compagni la firmarono e Bill andò dal coach chiedendo la sua firma sulla lettera- Il primo istinto di Wooden fu di strapparla ma si controllò e con la calma di un padre disse “Bill non posso firmarla e tu non la spedirai vero?”

Walton contro Thomspn, in una delle rare sconfitte di UCLA

Walton contro Thompson, in una delle rare sconfitte di UCLA

Oh si che la spedisco, coach” e la lettera partì il giorno dopo. Entro due mesi Nixon si dimise.

Bill Walton era anche un giocatore pazzesco, il miglior centro passatore di sempre, nella finale del 1973 i Bruins, imbattuti da due anni, sconfissero Memphis State in finale e Walton segnò 44 punti con 21 su 22 al tiro. A fine gara il coach disse al centro “Walton, mi ero convinto che eri diventato un buon giocatore sino a quando hai sbagliato quel tiro…” (Per la cronaca dopo il tiro sbagliato il centro aveva preso il rimbalzo offensivo e segnato…)

L’anno successivo la serie di sette titoli consecutivi di UCLA si fermò in semifinale contro la North Carolina State di David Thompson, che fu come Jordan prima di MJ, dopo due tempi supplementari in una delle più belle partite di sempre e Walton passò pro dove in una carriera funestata dagli infortuni vincerà anche due titoli NBA a Portland e Boston.

John Wooden invece allenò ancora per anno e vinse il suo ultimo e decimo titolo NCAA contro Kentucky nel 1975, a 65 anni si ritirò, chiudendo al top da vincente ma consapevole che come cantava Bob DylanThe times they are a-changin”, non a caso un cantante tanto amato da Bill Walton, il ragazzo ribelle dai capelli rossi gli aveva fatto capire che era finita la sua fenomenale era.

Carlo Perotti

P.S. Una volta finita la sua carriera il “ribelle” Walton si riavvicinò al suo vecchio coach che lo accolse come un figlio sino agli ultimi suoi giorni, come testimonia questa ultima bellissima foto in cui il 99enne maestro abbraccia il suo ex giocatore.

John R. Wooden, Bill Walton

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Questo articolo dell’autore è stato pubblicato su BASKET MAGAZINE