Domenica 15 Febbraio 2009 Chestnut Hill, Ma

Zoubek (foto dukeblueplanet.com)

Zoubek (foto dukeblueplanet.com)

Siamo piccole macchie blu in mezzo ad un mare giallo oro ma, nonostante la leggenda del Duke Hating, non siamo trattati male, nemmeno con sarcasmo, il Silvio O. Conte Forum è ribollente di passione perché Boston College non ha mai vinto nella sua storia in casa contro Duke e questa può essere la volta buona. I Blue Devils infatti sono in un momento difficile: oramai si è capito che Greg Paulus non sarà mai il nuovo Bobby Hurley e che Nolan Smith non sa giocare da play, nel cervello di coach K sta nascendo l’idea di spostare il tiratore ebreo di Chicago Jon Scheyer nel ruolo di regista e inizia a comprendere che la sua squadra ha dannatamente bisogno di atletismo e che i due freshmen Miles Plumlee ed Elliot Williams, sin lì poco utilizzati, è ora che escano dalla cuccia per i novellini. Duke è in fase di transizione, confusa ed i Golden Eagles hanno fiutato l’odore del sangue.. ma i Blue Devils partono bene e sono in controllo della gara, entra anche Brian Zoubek, ragazzone di 2.16 che era stato reclutato tre anni prima e sui cui era riposta grande fiducia dopo essere uscito dalla sua high school del New Jersey viaggiando a 24.7 ppg e 12.3 rpg ma la sua carriera al college è disastrosa fra continui infortuni ai piedi ed insicurezze sempre più evidenti. Quando Nolan Smith penetra sulla linea di fondo e trova il lungo che taglia, il numero 55 riceve e si alza per tirare, Joe Trapani ala di Boston College arriva dietro e lo stoppa, Zoubek si ritrova però di nuovo la palla in mano e salta per schiacciare stoppandosi da solo sul ferro. La sua gara dura otto minuti e mentre il tempo passa Duke si spegne accendendo l’entusiasmo degli 8600 tifosi di BC, finisce con Tyrese Rice e Reggie Jackson a mettere i punti della storica vittoria 80-74 ed con il corpo studentesco bostoniano a lanciarsi nel classico rush floor. Noi invece affrontiamo i -10° della notte del Massachussetts pieni di dubbi e pensieri da affrontare con uno scotch whisky.

zoubek vs Lawal (photo Lance King-Dukeblueplanet.com)

zoubek vs Lawal (photo Lance King-Dukeblueplanet.com)

Martedì 4 Febbraio 2010 Durham, NC

Non è passato nemmeno un anno ed il clima è totalmente cambiato, Duke viene da una brutta sconfitta a NC State ma il passaggio di Jon Scheyer in regia funziona, Nolan Smith è sbocciato, Kyle Singler è una sicurezza ma soprattutto i due lunghi Lance Thomas e Brian Zoubek, tanto criticati negli anni precedenti, sembrano diversi. A Krzyzewskiville alcune tende sono già issate, non tanto per Georgia Tech che in serata sarà l’avversaria quanto per il derby con North Carolina di fine mese, sulla gradinata che porta alla K Tower, un edificio a cinque piani che sorge a fianco del Cameron Indoor Stadium e che ospita gli uffici della squadra di basket incontriamo prima Thomas poi arriva Zoubek che si è fatto crescere una bella barba. Enorme, tanto da far sentire lillipuziani degli uomini di 1.80, e gentilissimo si mette a parlare dell’Italia e della sua (bellissima) fidanzata di origine irpina. Dopo aver girato il campus andiamo, in attesa della partita a mangiare chicken’n’bisquits da Bojangles, il famoso locale che fu proibito ad un JJ Redick freshman perché lo rendeva sovrappeso coi suoi biscotti che in realtà sono dei panini al burro ripieni di pollo fritto…

Torniamo al West Campus, IL Cameron Indoor Stadium ha un inebriante odore di legno ed ottone e c’è la solita bolgia coi Crazies ironicamente scatenati contro gli Yellow Jackets, Singler batte il proprio record di punti mettendo un trentello ma l’idolo numero uno è il senior Brian Zoubek, ogni volta che prende un rimbalzo o dà una stoppata i Crazies uniscono gli indici di una mano con il pollice dell’altra formando una Z ed urlano “ZOU ZOU ZOU” e lui pur segnando solo 5 punti domina la partita difensivamente cancellando Derrick Favors e Gani Lawal tenuti in singola cifra mentre coi suoi durissimi blocchi Singler e Scheyer bombardano il canestro dalla distanza. Questa volta il post partita è più dolce, non solo per il clima decisamente meno rigido del South, e nel pub a Durham downtown odoriamo il profumo del trionfo, questi Blue Devils sono speciali e possono andare lontani.

Lunedì 5 Aprile 2010 Lucas Oil Stadium Indianapolis, In

Zou stringe il trofeo NCAA (foto Dukeblueplanet.com)

Zou stringe il trofeo NCAA (foto Dukeblueplanet.com)

Come accaduto per tutto il torneo Zou domina a rimbalzo offensivo ed i suoi passaggi aprono spazi ai tiratori perimetrali. Quando mancano 36 secondi alla fine della finale NCAA, Duke è in vantaggio 60-59 ma Butler ha la palla in mano per il tiro della vittoria. I Blue Devils difendono alla grande e Brad Stevens deve chiamare due time outs consecutivi, giocandosi così il suo ultimo, la palla infine arriva a Gordon Hayward che sbaglia un fade away, Brian Zoubek prende il rimbalzo a 3.6” subendo subito fallo ed andando in lunetta. Lui che dalla lunetta ha il 64% segna il primo e guarda coach K che, con una certa sorpresa gli chiede di sbagliare il secondo visto che Butler non ha più time out, a costo di concedere il tiro della vittoria ai Bulldogs, per mangiare qualche istante all’ultimo attacco di Butler. Il centro obbedisce e sbaglia il secondo, la palla arriva ad Hayward che tira da metà campo, il tiro è sbagliato per 6 centimetri e fuori asse per un solo grado, la palla rimbalza sul ferro ed esce. Era il destino che arrideva ai Blue Devils da un paio di mesi. Duke è campione mentre Brian corre in mezzo ai coriandoli braccato dall’amico Scheyer e dalla mascotte Blue Devil.

Due mesi di onnipotenza cestistica per Brian Zoubek, all’interno di una carriera funestata dagli infortuni, esce dal college e viene chiamato dai New Jersey Nets ma non passa i tagli, un nuovo infortunio ed a soli 23 anni la sua carriera finisce senza nemmeno giocare una gara ufficiale da pro.

Inizia una nuova vita e prima di lanciarsi nel settore immobiliare Zoubek apre Dream Puffz ad Haddonfield nel New Jersey. Un negozio di Bignè: alla crema, al cioccolato, allo zabaglione, al pistacchio. Dolci ed effimeri come la sua carriera.

LEGGI LE PUNTATE PRECEDENTI DEI “FORGOTTEN SONS”