bias dunk911…” sono circa le 6.30 e l’operatore del servizio d’emergenza risponde ad una chiamata, dall’altra parte del telefono una voce agitata “Si tratta di Len Bias… si tratta di Len Bias… Len Bias!”

Non mi interessa il suo nome… mi dica cosa succede!”

Questo è Len Bias! Dovete riportarlo in vita! Non può morire!” risponde Brian Tribble mentre due compagni di squadra sono riversi su Bias, Terry Long gli ha ficcato delle forbici in bocca per impedire che la lingua si riversi nella gola e David Gregg gli tiene le gambe in preda alle convulsioni.

Sì, Len Bias non può morire perché ha appena scollinato la montagna ed è sul tetto del mondo osservando dall’alto la sua gloriosa vita futura nella NBA.

48 ore prima è stato scelto dai Boston Celtics campioni NBA in carica, Red Auerbach lo seguiva da almeno tre anni e con uno dei suoi proverbiali colpi di fortuna ha in mano la seconda scelta del draft 1986, ottenuta nel 1984 spedendo Gerald Henderson a Seattle, e con Cleveland in cerca di un centro che sarà il solido Brad Dougherty da North Carolina, i Celts si ritrovano in mano il fenomeno da Maryland.
Perché questo ragazzo di 2.03 cresciuto a Landover, un sobborgo alla periferia di Washington che non è esattamente consigliato dalle guide turistiche, è un fenomeno vero.

bias contro MJ

bias contro MJ

Ma dopo la high school a Hyattsville non aveva fuori dalla porta orde di coach di Division I sbavando per il suo reclutamento, fu così facile per l’istrionico coach “Lefty” Driesell tenerlo vicino a casa portandoselo a College Park per giocare coi Terrapins. Era un talento grezzo, ancora in fase di crescita sia sul piano fisico che tecnico, nel suo anno da sophomore raddoppia però le sue stats passando da 7.3 ppg a 15.3 ppg duellando contro il fenomenale Michael Jordan negli scontri con North Carolina, cresce sino a 6 piedi e 8 e gli scout finalmente lo notano. Ha una elevazione clamorosa, una fluidità nei movimenti da pantera ed un tiro in sospensione ai limiti della perfezione rilasciando la palla ad altezze siderali con un tocco ed una parabola che destinano la palla nel cesto. La sua esplosione arriva nell’anno da junior quando viaggia a 18.9 punti e 6.8 rimbalzi ma soprattutto combatte epiche sfide contro UNC e la Duke di Johnny Dawkins portando i Terps a ridosso delle due grandi rivali.

Bias allora capisce che il suo futuro è radioso e moltiplica gli sforzi, durante l’estate si mette a lavorare sul suo fisico con la squadra di football americano ed arriva al suo anno da senior pronto come una macchina da guerra: ora ha spalle larghe, muscolose ed è ancora più esplosivo.

Ma anche fuori dal campo è cambiato. Una stella destinata da brillare, adorato nel campus e circondato da donne ed amici adoranti, ottiene gioielli ed una macchina “a credito” ma come ricorda il suo coach della HS “Se circondi Len di stronzi diventa lo stronzo peggiore… se lo circondi di brave persone diventa la migliore” una vera spugna, nel bene e nel male.

bias-uncMa intanto in campo è un’autentica meraviglia, nel suo ultimo anno al college viaggia a 23.2 punti a partita con il 54% dal campo, 86% dalla lunetta e 7 carambole a serata, nella vittoria per 77-72 a Chapel Hill domina i Tar Heels di Dean Smith, che osserva rapito dalla panchina, ed in un’azione mostra tutto il suo talento: Bias segna in sospensione dai sei metri con un morbido jumper poi come un felino assalta la rimessa dei padroni di casa, recupera il pallone e con la massima naturalezza schiaccia a due mani all’indietro. Maryland non vince la ACC e, sia al torneo di conference che al torneo NCAA, esce prematuramente contro la Georgia Tech di Mark Price e contro la UNLV di Jerry Tarkanian ma Bias è sulla rampa di lancio, pronto a seguire e forse superare Michael Jordan che lo aveva preceduto due anni prima nella NBA: ha la stessa naturalezza ed esplosività nei movimenti ma è più grosso ed ha cinque centimetri in più, Len è il prototipo dell’ala che cambierà il mondo della NBA.

Arriva la sera del draft 1986 e David Stern lo chiama, come previsto, alla numero due. Bias indossa il capellino dei Celtics con un gran sorriso ed arriva il messaggio di Larry Bird che gli fa sapere che non vede l’ora di incontrarlo al training camp. Len dopo il draft esce con il suo nuovo compagno di squadra Danny Ainge che lo porta ad un party, i suoi genitori si raccomandano di stare attento. Durante quella notte, il padre non riesce a dormire, qualcosa non va, è preoccupato. La madre la sente come una premonizione: il suo piccolo uomo non ha il destino “giusto”.

Maryland v Duke

il suo splendido tiro in sospensione

Al mattino dopo Len e daddy vanno alla Reebok e firmano un contratto milionario, tornano a casa a Landover pieni di scarpe omaggio e Bias sogna già la Mercedes che da tempo desidera. Dopo aver regalato scarpe ai suoi fratelli ed agli amici vuole andare a festeggiare, chiama Brian Tribble ed insieme vanno a comprare bottiglie di birra e di costoso cognac, poi comprano cocaina. Tanta cocaina. Tribble, che in seguito passerà tre anni in prigione per spaccio di droga dopo quella notte, sa come procurarla. Poi passano a chiamare David Gregg, uno dei panchinari dei Terps, e vanno nella stanza di Terry Long, un’altra riserva, e cominciano il loro party a base di alcool e coca. Dopo un’ora bussa alla porta Keith Gatlin che vuole congratularsi con Len, allora i quattro nascondono la coca in un cassetto. Gatlin, che è il secondo miglior giocatore di Maryland, vede molto alcool ma non la droga, beve in loro compagnia una birra e se ne va. La festa può ricominciare.

Verso le 6 della mattina del 19 giugno 1986, Len Bias si guarda allo specchio continuando a definirsi “Horse”, un soprannome che deriva dalla eleganza e dalla potenza dei suoi gesti, tira un’ultima striscia di coca, si gira verso i compagni e crolla in preda alle convulsioni…

Questo è Len Bias! Dovete riportarlo in vita! Non può morire!”

Quando arrivano i paramedici Bias è senza conoscenza e non respira. Nonostante tutti gli sforzi di rianimarlo muore al Leland Memorial Hospital di Riverdale. Quando i genitori arrivano al pronto soccorso vedono i medici affranti e la madre dice “Non abbiamo fatto in tempo”.

Quattro giorni dopo 11.000 persone si ritrovano alla Cole Field House per la veglia funebre e Bias viene sepolto al Lincoln Memorial Cemetery coi Celtics che donano alla madre la maglia numero 30 mai indossata.

Lo scandalo che ne segue è enorme. Lefty Driesell viene costretto a rassegnare le dimissioni e per anni, sino all’arrivo di Gary Williams nel 1989, nel campus di Maryland e sul programma della squadra di basket graverà un’enorme ombra di morte e disperazione. L’America è sconvolta: scopre che di cocaina si muore. Non solo rockstars o attori come John Beloushi devastati da anni di abusi ma anche un giovane atleta nel pieno delle sue capacità fisiche può morire. Per i Boston Celtics è un colpo mortale, la grande squadra di Bird, McHale, Dennis Johnson, Parish ed Ainge è vecchia e Bias era la pietra su cui ricostruire la squadra che così avrà dinanzi anni di decadenza ed insuccessi sino all’arrivo di Kevin Garnett nel 2007. La NBA crea un programma di “educazione ed inserimento” dei giovani rookies nel sistema professionistico.

le tombe dei fratelli Bias

le tombe dei fratelli Bias

Quattro anni dopo il fratello minore Jay, un promettente talento, litiga in un parcheggio di uno shopping mall, due farabutti Jerry Tyler e Gerald Eiland tirano fuori delle pistole e crivellano di colpi l’auto di Jay Bias che muore pure lui al Leland Memorial e viene seppellito accanto al fratello maggiore.

Dopo questa seconda tragedia i genitori decidono di girare l’America come motivational speakers: James parla al pubblico del problema delle armi mentre Louise spiega ai giovani il pericolo insito nell’uso di droga.

Entrambi profondamente cristiani, a chi chiede loro il perché della tragedia di Len e Jay loro rispondono “Era il loro destino…”

Autopsy No. 86-999
Prince George’s County
Leonard K. Bias
June 19, 1986

DIAGNOSIS:
1. Cocaine Intoxication

OPINION:
LEONARD K. BIAS, a 22-year-old Black male, died as a result of cocaine intoxication, which interrupted the normal electrical control of his heartbeat, resulting in the sudden onset of seizures and cardiac arrest. The blood cocaine level was 6.5 milligrams per liter. Toxicological studies for alcohol and other drugs were negative. Due to the ongoing investigation of the circumstances surrounding his death, the manner of the death is ruled UNDETERMINED at this time.