Bison Dele (Getty Images)

Bison Dele (Getty Images)

Questa non è la storia di un giocatore di basket. La storia di Brian Williams è quella di un ragazzo dal cuore d’artista morto mentre ricercava la sua verità. Il suo ultimo viaggio partì da Tahiti ed era diretto alle Hawaii a bordo del suo catamarano “Hakuna Matata” con lo skipper Bertand Saldo, l’amica Serena Karlan, il suo unico amore, ed il suo problematico fratello Kevin.

Non arrivò mai a destinazione.

Il catamarano sembrava inghiottito dall’oceano. Un paio di mesi più tardi, quando era stato dato l’allarme della scomparsa di Bison Dele (così aveva cambiato il suo nome in onore delle sue origini cheyenne ed afro-americane), qualcuno cercava di acquistare oro con la sua carta di credito. Era suo fratello, fermato dalla polizia e poi rilasciato, che scappò prima a Palo Alto e poi in Messico dove morì poco dopo per overdose di adrenalina. Portandosi con sé la verità della scomparsa della ex stella della NBA, probabilmente ucciso proprio da Kevin Williams.

Brian e Kevin erano figli di Tony Williams, cantante solista del gruppo soul The Platters. Il matrimonio con Patricia durò poco e pure col secondo marito la loro mamma ebbe poca fortuna, con tanto di violenze familiari. Intanto i due figli crescevano, non solo in altezza, ma se Kevin a causa di una grave forma di asma non poteva fare sport il figlio minore Brian invece era un talento eccezionale di 2.08, nonché un ragazzino pieno di sogni e dotato di un’intelligenza superiore alla norma. Andò al college ad Arizona e venne scelto alla numero dieci del draft del 1991 dagli Orlando Magic. Incredibilmente talentuoso, mancino, creativo, con capacità clamorose nel passare la palla ad Orlando cominciarono a fuoriuscire i fantasmi della sua infanzia: una madre ed un fratello bisognosi di aiuto finanziario ed un padre ridotto a cantare a Las Vegas in locali di basso livello. Quando Brian andò a cercarlo, dopo la sua stagione da rookie, gli portò come regalo una Harley da 50mila dollari, il padre rimase senza parole e poi disse “La prossima volta portami del cash, figliuolo…”

la fidanzata Serena

La fidanzata Serena

Orlando non era il luogo adatto ad una mente libera e creativa come la sua: una città di plastica, fatta per i turisti, che lo portò rapidamente alla depressione. Scambiato ai Clippers la sua carriera cominciò a germogliare e così pure la sua curiosità. Il bel ragazzo con gli occhi verdi faceva stragi di donne a LA, appassionato di musica e lui stesso musicista divenne grande amico di Eddie Vedder dei Pearl Jam e Billy Corgan degli Smashing Pumpkins, usciva con Madonna che mollò presto perché parlava troppo di sé stessa, ed aveva una passione per Nietzsche che si riassumeva nella frase del “Così parlò Zarathustra”: “Dovremmo considerare ogni giorno come perduto quelli in cui non abbiamo danzato almeno una volta”.

Fece cose proibite per la NBA come attraversare l’America in bici, pattinare, lanciarsi col paracadute.. Ed il basket? Quello gli veniva naturale ma non lo appassionava, non lo appassionava come conoscere il mondo.

Williams campione NBA 1997

Williams campione NBA 1997

Presto vinse pure un titolo NBA nel 1997 coi Chicago Bulls di Michael Jordan risultando anche decisivo in un paio delle gare finali contro gli Utah Jazz di Stockton e Malone ma come potete vedere nella foto mentre MJ esultava Brian era spento, assente, disinteressato, con solo un lieve sorriso sul volto. Durò solo un anno l’esperienza coi Bulls, causa problemi coi padroni della squadra Jordan e Pippen che gli imputavano una eccessiva morbidezza di carattere ma il talento era clamoroso ed ottenne quel contratto economico che ti cambia la vita coi Detroit Pistons di Grant Hill ed optò per il cambio anagrafico.

Ma a soli trent’anni si ritirò. Rinunciando a 36 milioni di dollari di contratto residuo.

Doveva vivere e partì. Doveva correre coi tori a Pamplona, attraversare Beirut durante la guerra civile, bere un drink a Roma, suonare jazz, campeggiare nell’outback australiano, viaggiare sino all’arrivo in Oceania. Si comprò un catamarano e cominciò ad esplorarla per oltre un anno: Nuova Zelanda, Polinesia, Vanuatu… Poi nel luglio 2002 lo raggiunse la sua unica grande amica Serena, la donna con cui condivideva i sogni, e la vita parve aprirsi a Brian. Poco dopo arrivò il fratello Kevin, coi suoi dolori mai superati e con le sue rabbie e gelosie. Brian lo abbracciò con amore fraterno e quel suo sorriso sincero e partirono per un viaggio da cui non tornarono più. Un mistero mai svelato, che Kevin si è portato con sé con quell’overdose.

Williams ad Orlando

Williams ad Orlando

“Ho sempre pensato ci siano due modi per vivere

Puoi morire vivendo o morire semplicemente morendo”

BISON DELE (1969-2002)

Carlo Perotti

LEGGI LE PUNTATE PRECEDENTI DEI “FORGOTTEN SONS”

Vi vogliamo però lasciare con le immortali canzoni di Tony, papà di Brian, ed i suoi The Platters

Potete ascoltare l’incipit dell’articolo, letto dall’autore, su Tripla Doppia in onda il martedi sera su BM Radio dalle 21.00