ervin1ErvinNot MagicJohnson nasce a New Orleans qualche giorno prima del Natale del ’67, in quei giorni EarvinMagicJohnson ha otto anni e vive a Lansing, Michigan aiuta da bravo bambino la mamma a casa mentre daddy lavora alla General Motors e comincia ad idolatrare Bill Russell, Earl Monroe ed altri campioni della NBA imitandoli tutti i giorni al play ground. Possiamo perciò scagionare i signori Johnson dalla Louisiana nella scelta dell’infausto nome, che segnò la carriera pro del figlio, visto che non potevano certamente conoscere un moccioso che viveva parecchie miglia a nord.

Il nostro Ervin cresce a Jonesville, un paesino in the Middle of Nowhere dove l’attrazione principale è la confluenza di tre fiumi che crea il Black River, una frazione si chiama curiosamente Sicily Island (!?) e dove le duemila anime, con quasi il 40% di single mothers, trovano conforto nella chiesa battista dopo aver coltivato pannocchie per tutta la settimana, non esattamente South Beach.

Il ragazzino cresce ed è il più alto del paese cosicché mamma, fratelli e sorelle lo vogliono mandare a giocare a basket ma Ervin non ne vuole proprio sapere così finite le superiori comincia una prestigiosa carriera come commesso di un supermercato. Ci lavora, con grande serenità per tre anni, quando coach Tim Floyd lo scopre per caso e lo convince a raggiungerlo alla University of New Orleans. Non ha mai giocato seriamente ma è un cristone di 2.11 per oltre 110 chili ed ha 22 anni, un freshman con l’età di un senior all’ultimo anno.

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Ervin Johnson difende su Avery Johnson

Grezzo come pochi, coach Floyd ne tira fuori ogni goccia di linfa ed ora del suo anno da senior (a 26 anni, ricordiamolo) diviene giocatore dell’anno della Sun Belt viaggiando ad oltre 18 punti e quasi 12 carambole a sera e battendo i record della scuola per rimbalzi, stoppate e percentuale dal campo.

Qui avviene il miracolo. I Supersonics, famosi per la loro annosa e disperata ricerca di centri dopo l’era di Jack “The Hammer” Sikma e che annovera perle come Michael Cage (un altro di cui parleremo), Frank Brickowski, Benoit Benjamin & Jim McIlvaine lo chiamano al primo giro (alla chiamata 23) del draft 1993.

Giunge perciò infine nel regno di Magic Johnson e questo onesto lavoratore si ritrova paragonato suo malgrado  al quasi omonimo finendo col far ridere il mondo intero. In realtà già dal suo primo anno il buon Ervin parte spesso in quintetto col solo scopo di andare a rimbalzo e piazzare blocchi per Gary Payton, Hersey Hawkins e Detlef Schrempf lasciando il più presto possibile il proscenio a Sam Perkins che esce dalla panchina.

Oggi insegna ai bambini nei camp

Oggi insegna ai bambini nei camp

Coi Sonics gioca anche una finale NBA persa contro i Bulls di MJ nel ’96 e mentre il mondo continua a ridere di questo mascellone dall’aria poco sveglia lui, serafico come solo un ragazzone del Deep South sa essere, continua la sua onesta carriera NBA per 13 stagioni con il suo top nell’unico anno a Denver dove risulta il miglior rimbalzista difensivo della lega totalizzando 11.1 rebs a gara. Chiude la sua carriera nel 2006, a quasi 39 anni, con 4.1 ppg, 6.1 rpg e la percentuale da due punti inferiore a quella dalla lunetta per… 2 millesimi (.505 contro .507).

Oggi fa il coach ed organizza camp per ragazzini della Louisiana e se qualcuno gli chiede se è felice di aver scelto il basket, guadagnando nella sua carriera circa 32 milioni di dollari, invece di aver continuato a lavorare al supermercato risponde: “No, sarei stato felice anche a fare il commesso”… Fenomeno.

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Questo articolo dell’autore è stato pubblicato su BASKET MAGAZINE