Kent Benson contro i Boston Celtics (Getty images)

Kent Benson contro i Boston Celtics (Getty images)

Michael Kent Benson nasce a New Castle, nello stato dell’Indiana, nel 1954. Cresciuto sino ad essere un colosso di 2.08, a 19 anni è Mr.basketball del suo stato e non può che giungere come local hero a Bloomington per divenire un Hoosier sotto le mani di un giovane coach arrembante come Bobby Knight. Nel 1976, suo anno da junior, al fianco dei senior Quinn Buckner e Scott May, poi visto a Torino con Dido Guerrieri, Benson è il centro dell’Indiana che vincerà il titolo NCAA dopo una stagione da imbattuti, l’ultima squadra ad esserci riuscita. Prima scelta assoluta dei Milwaukee Bucks nel 1977 sbarca nella NBA dove vi gioca per undici stagioni. Nell’estate del 1988 Charlie Recalcati cerca un erede per Dan Gay e riesce nell’impresa di firmare per Cantù il 33enne Kent Benson, per la seconda volta dopo Milano con Joe Barry Carroll, una squadra italiana porta nel Belpaese una prima scelta assoluta. Un centro bianco, una vera montagna, ma anche un giocatore dalla tecnica di pivot raffinatissima. Ma appena giunto in Italia “Benny” si fa male già in prestagione, si ferma un paio di settimane poi ha una ricaduta, Gianni Corsolini allora prende a gettone il carneade Ricky Gallon per permettere a Benson di recuperare.  Rientra e riesce a giocare sette partite mostrando tutta la sua classe in un derby contro Varese da 18 punti e 13 rimbalzi e viaggiando a 12.1 punti di media ma di nuovo si fa male al ginocchio. Cantù allora decide di sostituirlo definitivamente con Greg “Sleepy” Stokes e Benson torna in America a farsi operare al ginocchio.

Divac ai tempi del Partizan

Divac ai tempi del Partizan

Nel frattempo però la Wiwa Vismara continua il suo cammino in coppa Korac e, battendo la Philips Milano in semifinale con Angelo Gilardi in quintetto, arriva in finale dove deve affrontare il Partizan Belgrado dei giovani leoni serbi. In fretta e furia Benson viene richiamato esclusivamente per la finale. Il canto del cigno del grande campione a cui Benson risponde immediatamente “presente!”. Arriva pochi giorni prima della partita ed entra negli spogliatoi zoppicando vistosamente ma ai compagni assicura di stare bene e di essere pronto. La gara di andata si gioca al Pianella e sarà uno dei più bei duelli fra centri visti su un parquet europeo. Il Partizan di Vujosevic schiera i giovanissimi Sale Djordjevic (22 anni) Zarko Paspalj (23 anni) Predrag Danilovic (19) e soprattutto Vlade Divac (21) centro di 2.16 dalle mani fatate e vero spauracchio per Cantù.

In un Pianella tutto esaurito si parte e Benson, che indossa una vistosa ginocchiera, segna i primi due canestri della finale facendo passare la palla al di sopra delle mani protese di Divac. Inizialmente Recalcati mette il vecchio leone su Paspalj, ma l’estroso mancino è troppo mobile per Benson e va a canestro con facilità, così dopo qualche minuto lo dirotta su Divac: comincia la sfida fra titani.

Benson vs Olajuwon

Benson vs Olajuwon

Divac parte in post alto e poi regolarmente taglia sul lato sinistro del post basso per prendere posizione, dove lascia partire dei tiri con una parabola dolcissima girando sul perno oppure ripassa palla agli esterni per un tiro da fuori. Benson invece tira fuori tutto il suo repertorio di ganci e semi ganci, sposta via gli avversari col fisico, va a rimbalzo offensivo. Si va all’intervallo sul 45-35 per Cantù, Benson ha segnato 14 punti, Divac 13.

Ma nella ripresa i giovani jugoslavi, trascinati dal 19enne Danilovic, rimontano e sorpassano, Cantù reagisce con Marzorati ed ha un Bosa che letteralmente vola in contropiede e quando Paspalj commette il suo precoce quinto fallo pare essere il momento giusto per i brianzoli. La gara diviene nervosa, ma quando Benson segna Divac regolarmente risponde. Il Pianella è caldo ma appare in trance di fronte a questi due mostri di tecnica. Quando a 1’48” dal termine Divac commette il suo quinto fallo tutto il palazzo si alza in piedi ad applaudirlo in una standing ovation per il giovane campione che risponde salutando e brontolando con la sua panchina. Sarà Riva sulla sirena a fissare il 89-76 con cui si chiude la prima sfida, Benson chiude con 26 punti, Divac con 28.

Divac con gli amici Petrovic e Paspalj

Divac con gli amici Petrovic e Paspalj

Mai più visto un duello di centri a questi livelli al Pianella. Grandi campioni ne sono passati ma quello che Divac e Benson misero in pratica è inarrivabile. Semplicemente inarrivabile.

Per la cronaca  al ritorno nell’inferno della vecchia Pionir Arena Cantù, in un clima intimidatorio, crollerà perdendo 101-82 coronando i giovani leoni serbi come i futuri dominatori del basket europeo. Benson, che non si regge più in piedi, viene spazzato dal giovane Divac e chiude la sua carriera a Belgrado. Vlade invece da lì a poche settimane partirà per l’America per scrivere grandi pagine nei Lakers e nei Kings, ma questa è un’altra storia…

Carlo Perotti

L’autore desidera ringraziare Fabrizio Rampinelli per avergli rinfrescato la memoria tramite un rarissimo VHS ed i fratelli Andrea e Simone Bosa per l’aiuto logistico/tecnologico

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